SIRIA – La Russia mette in guardia Assad dai rischi della corruzione in Siria

In Russia  diverse pubblicazioni stanno uscendo con articoli altamente critici sulla corruzione e sulla leadership siriana che si reputa ‘debole’. 

Della corruzione se ne occupa il giornale Pravda il 14 aprile con un articolo dal titolo “Clan Bashar al-Assad: Come la famiglia del presidente siriano si è impantanata nella corruzione”.

Ed ancora, un analogo articolo lo troviamo su RIA FAN  : “La corruzione del governo siriano distrugge l’economia del paese “.

E su Pravda il 12 aprile: “La corruzione del governo siriano ha lasciato senza luce migliaia di persone”

Altro articolo, il 13 aprileLa corruzione come il principale ostacolo alle imprese russe in Siria” commenta che “Assad stesso ha affermato un anno fa che la corruzione è peggio del terrorismo. Ma il presidente siriano non è in grado di distruggere il sistema dei clan, il che significa sconfiggere la corruzione”.

Per tutti gli articoli citati, mi soffermo su quello più recente che – in un certo senso – tocca tutti gli argomenti critici trattati. Il titolo è “Damasco deve valutare adeguatamente i rischi” ed è stato pubblicato il 17 aprile 2020 su Kommersant: è a firma di Alexander Aksenyonok, esperto del prestigioso Valdai Club, ambasciatore straordinario e plenipotenziario, vicepresidente dell’INF. Alexander Aksienionok, che prestò servizio in Siria sotto Hafez, il padre di Assad.

Nell’articolo, Aksienionok sostiene che le principali minacce al governo siriano, a breve termine, sono economiche, non militari. E questo avviene a causa di una confluenza di fattori: il collasso economico in Libano, la guerra prolungata, il calo dei prezzi globali del petrolio, le sanzioni statunitensi e ora l’epidemia COVID-19.

Inoltre, Aksienionok spinge esplicitamente per una riforma politica in vista delle elezioni presidenziali del 2021 in Siria. 

Riporto qui alcuni stralci del suo intervento:

“Le difficili circostanze costringono Damasco a valutare correttamente i rischi e sviluppare una strategia a lungo termine …”

“… La nuova realtà militare non può essere sostenibile senza la ricostruzione economica e l’istituzione di un sistema politico che si basi su una base veramente inclusiva e rifletta un compromesso internazionale. “

“Tuttavia, Damasco non è disposto a mostrare un pensiero e una flessibilità a lungo termine, contando su … una soluzione militare con il supporto dei suoi alleati e sulla ricezione di assistenza finanziaria ed economica incondizionata, come ai tempi del conflitto sovietico-americano nel Medio Oriente”

“Mentre il conflitto in Siria si attenua, è diventato ancora più evidente la riluttanza dell’incapacità della leadership di Damasco di stabilire un sistema di governance che sposterà le condizioni da un’economia di guerra a un’economia normale basata su legami commerciali ed economici”.

“Anche le aree sotto il controllo del governo continuano a essere governate dalle loro stesse leggi: confische da commercianti, transito di merci, convogli umanitari, sono a  beneficio di una coorte formata da funzionari privilegiati dell’esercito e forze di sicurezza, intermediari e uomini d’affari fedeli alla leadership. ”

“Durante gli anni della guerra, sono emersi centri di influenza e strutture ombra che non sono interessati alla transizione verso uno sviluppo economico pacifico …”

“… Anche se ci sono desideri di riforma tra uomini d’affari, settori dell’economia non bellica e alcune parti dell’apparato statale, l’atmosfera di paura pervasiva e il dominio della polizia segreta, questi desideri non sono espressi pubblicamente. “

Aksienionok conclude dicendo che a causa di tutto questo  “i pochi sostenitori della Siria sono incapaci di finanziarne la ricostruzione, a meno che non sia attuata una necessaria transizione politica con elezioni reali tenute in linea con le richieste della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell’ONU”.

Lo stesso autore ha pubblicato un articolo simile in inglese ( https://valdaiclub.com/a/highlights/war-the-economy-and-politics-in-syria-broken-links/  )

E’ da notare che la totalità di questi  articoli non accusano Assad  ma lamentano la sua debolezza perché vasti settori della sua amministrazione – sfuggiti al suo controllo –  profitterebbero della situazione e altri ambienti non sarebbero interessati ad una soluzione mediata per uscire dalla crisi.

Le dinamiche denunciate – come sempre accade – sono circostanze abituali nei paesi che affrontano anni e anni di guerra. Nessun altro paese al mondo credo avrebbe resistito e sopportato tanta inimicizia all’esterno e fatto fronte a nemici così potenti e fanatici, senza fratture al proprio interno.
E’ l’eterna lotta dell’uomo di fronte alla scelta del male ed il bene. Ma nessuno è indenne in Occidente dalla responsabilità morale di aver contribuito a tutto questo, in un paese che un tempo si stava progressivamente modernizzando nel senso di un sistema più pluralista e democratico.

patrizioricci by @vietatoparlare

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segue, vedi anche: Siria – “A nessuno piace parlare di corruzione del proprio Paese…ma non l’abbiamo difeso perché perfetto”

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