Il Dipartimento di Stato è preoccupato per i piani di Ankara di condurre un’operazione in Siria
Secondo il presidente turco Recep Erdogan, le forze armate turche stanno per lanciare una nuova operazione nel nord della Siria, nella zona ad est dell’Eufrate. Come noto questa zona attualmente è sotto il controllo delle forze curde che godono della protezione statunitense. Washington non permette al governo siriano di riprendere possesso del suddetto territorio (con grave nocumento per l’economia nazionale giacchè si tratta di un territorio che racchiude la maggior parte dei pozzi petroliferi).
Turkey to launch offensive in Kurdish-controlled area in northern Syria: Erdogan https://t.co/tpOTSPkAkj pic.twitter.com/isekBRD3cB
— Reuters U.S. News (@ReutersUS) August 4, 2019
L’agenzia Reuters riferisce che il presidente turco Erdogan ha affermato:
“Siamo entrati in Afrin, Jarablus e Al-Bab. Ora andremo a est dell’Eufrate ”.
Il capo di stato turco ha aggiunto che Wahngton e Mosca sono state informate in anticipo dell’operazione pianificata.
Ma reazione degli Stati Uniti non sembra amichevole: il 4 agosto , il capo del servizio stampa del Dipartimento di Stato americano, Morgan Ortegus, ha dichiarato che Washington è preoccupata per i piani delle autorità turche e ritiene inaccettabili tali azioni .
Ortegus ha proseguito dicendo che gli Stati Uniti considera inaccettabile “qualsiasi azione di questo tipo” e pertanto “invitano nuovamente la Turchia a lavorare con noi su un approccio comune”.
Il capo del servizio stampa del Dipartimento di Stato americano ha detto che:
“Tali operazioni militari unilaterali nella Siria nord-orientale destano serie preoccupazioni, specialmente quando le truppe americane potrebbero essere nelle vicinanze mentre continuano le nostre operazioni siriane locali e locali contro i resti dell’ISIS (gruppo terroristico dello Stato Islamico)”,
E’ da ricordare che pochi giorni fa il SOHR ha riferito che un gruppo considerevole di ex combattenti dell’ISIS è incorporato proprio nelle forze anti-Isis filo americane del Syrian democratic Force (SDF).
E’ anche opportuno ricordare che recentemente l’inviato speciale per la Siria Jeffrey ha detto che gli USA non permetteranno MAI il ritorno di questi territori sotto Damasco (quindi la presenza dei rimasugli dell’ISIS non c’entra).
Oggi sempre gli USA dicono che sono ad est dell’Eufrate per combattere l’ISIS. Ma appena ieri hanno detto che sono lì per ostacolare il ritorno alla normalità della Siria e inoltre si è rilevato che arruolano centinaia di elementi dell’ISIS (che si vantano di aver massacrato civili e che gli USA dovrebbero combattere).
E’ molto singolare quindi che Ortegus abbia così concluso, raggiungendo un altro record di ipocrisia:
“Consideriamo questo dialogo l’unico modo per garantire la sicurezza della zona di confine (…). Qualsiasi operazione militare non coordinata in Turchia minerà questo interesse comune “.
…anche uno spettatore disattento rileva facilmente che che le dichiarazioni statunitensi sono fortemente contraddittorie.
[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″ align=”left”]Nota a margine:[/su_heading]
Per concludere permettetemi un appello: giornaloni italiani ci siete? Non seguite solo le vicende di Salvini al mare! O le vicende della prossima crisi di governo che siete i primi ad auspicare da mesi.
patrizio ricci by @vietatoparlare.it