E’ iniziata nella notte tra giovedì e venerdì l’operazione turca ‘ramo d’ulivo’ contro le forze curde. Colpiti finora 153 obiettivi delle Unità Popolari di protezione (YPG) e della “Unione Democratica” (PYD) e “Partito dei lavoratori” (PKK).
Nell’operazione sono stati utilizzati 72 aerei. Il YPG ha diffuso una dichiarazione affermando che l’aviazione turca ha colpito “con l’approvazione della Russia” e quella di Damasco (secondo i vertici del YPG è stato avvisata a sua volta tramite Mosca), e quindi ritiene anche “la Russia responsabile della morte di 10 civili in Afrin”. Però il governo siriano ha condannato fortemente l’attacco e la Russia ha chiesto all’Onu lo stop dell’attacco.
Secondo i dati preliminari, veicoli blindati, forze speciali e la fanteria delle Forze armate della Turchia sono penetrati in territorio siriano per 5 Km. La reazione turca è stata innescata dal comunicazione del Pentagono che sta lavorando per la costituzione di un esercito costituito a maggioranza da forze curde che avrà il compito di controllare le frontiere turche ed irachene.
Turkish F-16 jets leave #Afrin wreathed in black smoke https://t.co/dFuPQpe5ke pic.twitter.com/duE47VEutN
— RT (@RT_com) 21 gennaio 2018
Secondo quando comunicato dal primo ministro Binali Yıldırım l’operazione delle Forze Armate “Olive Branch” contro i curdi si svolgerà in quattro fasi; l’intenzione è “di creare una “zona di sicurezza di 30 chilometri che sarà spogliata dai terroristi”. L’agenzia Andolu riferisce l’operazione in corso permetterà “di liberare la popolazione curda, Turkmena e araba della regione della pressione e della violenza esercitata da parte di gruppi curdi e gruppi simili.”
The people of #Afrin, the only place in Syria which has not experienced the destruction and turmoil caused by the Civil War are feeling the full brutality of a NATO ally – Turkey using airstrikes, proxy jihadists on Kurds #DefendAfrin pic.twitter.com/eLV8eJIgvL
— Êzda (@EzdaKurd) 21 gennaio 2018
Secondo fonti turche le forze armate di Ankara si sono avvalse nell’operazione dei ‘ribelli’, ovvero hanno sostenuto l’attacco dell’esercito libero siriano presente vicino ad Afrin. In particolare, gli aerei turchi hanno colpito l’aeroporto di Minnig nella Siria nord-occidentale, che è sotto il controllo di YPG.
Saddening photo of a 9-year old boy who got caught up in a #Turkish airstrike in #Afrin, Syria. #DefendAfrin pic.twitter.com/DBO7fAXMG6
— Êzda (@EzdaKurd) 21 gennaio 2018
Intanto si segnala che nel sud della Siria “le truppe d’assalto ‘Tigre’ sotto il comando del generale Hassan Suhel con le milizie di Difesa Popolare l’esercito siriano, stanno avanzando lungo il percorso di Hama – Aleppo dopo aver conquistato l’aeroporto di strategico di Abu Duhur ed aver chiuso in una sacca i terroristi ex-al Nusra e dello Stato Islamico.