SIRIA – L’aggressione dei pro-iraniani alle truppe statunitensi e il silenzio sull’occupazione USA in Siria

Dal 7 ottobre 2023, le strutture statunitensi nella regione hanno subito oltre 160 attacchi, fortunatamente non mortali. Tuttavia, l’assalto più grave è stato condotto dalla Resistenza Islamica dell’Iraq sulla base di al-Tanf in Siria, che ufficialmente la Casa Bianca ha attribuito a un avamposto in Giordania. Questo attacco ha causato la morte di tre soldati americani e il ferimento di oltre 40 militari.

In risposta, gli Stati Uniti hanno promesso una reazione significativa e coordinata. Nel frattempo, l’Iran rimane in stato di allerta, e Kataib Hezbollah, una delle principali milizie sciite in Iraq, ha annunciato la sospensione di tutte le operazioni ostili contro le forze americane in Iraq e Siria. Il segretario generale delle Brigate Hezbollah, Abu Hussein al-Hamidawi, ha dichiarato che questa decisione è stata presa per non mettere in imbarazzo il governo iracheno.

Prima di questa sospensione, Kataib Hezbollah aveva intensificato gli attacchi contro gli Stati Uniti, citando il loro ruolo nella risposta israeliana a Gaza dal 7 ottobre 2023. Tuttavia, hanno affermato che continueranno a difendere Gaza con altri mezzi e hanno consigliato ai combattenti delle Brigate Hezbollah di adottare misure di difesa passiva.

Tuttavia, la risposta dell’amministrazione americana al comunicato di sospensione degli attacchi alle basi USA in Medioriente è che “è troppo tardi” e che “Biden ha già preso la decisione”.

ll Pentagono sostiene che ci siano stati altri tre attacchi dopo quello avvenuto in Giordania il 28 gennaio.

“Li ritengo responsabili nel senso che stanno fornendo le armi alle persone che lo hanno fatto” , ha detto il presidente americano Joe Biden, aggiungendo che non vuole però “una guerra più ampia” nella regione.

Considerazioni

I media persistono a diffondere la notizia dell’attacco alla base USA Torre 22 ma evitando particolari imbarazzanti.

È interessante osservare come i media persistano nell’affermare che l’attacco sia avvenuto in Giordania, nonostante la base “Torre 22” sia strettamente collegata, alle dipendenze e molto vicina alla base statunitense di al Tanf in Siria: essa ha permesso alle milizie operanti in Siria di ritirarsi in territorio giordano, nelle basi americane, evitando così di essere inseguiti dall’esercito di Damasco (pena la reazione statunitense che ha interdetto 50km di territorio siriano tutt’intorno alla base di al Tanf). Questa tattica ha offerto loro una sorta di santuario sotto la diretta supervisione degli Stati Uniti.

Di conseguenza, gli attacchi contro gli interessi statunitensi in Giordania o in Siria sembrano avere l’obiettivo esplicito di contrastare l’occupazione militare americana in territorio siriano. Ovviamente, l’attacco della resistenza irachena risponde alla duplice occupazione USA in Siria ed in Iraq, oltre che alla inusitata situazione in Gaza, ove l’esercito israeliano ha carta bianca per fare qualsiasi cosa e adottare qualsiasi condotta.

Inoltre è utile sapere che altro compito della base di al Tanf, oltre quello di organizzare una spina al fianco del governo siriano e dei siriani, è di interrompere un importante arteria di collegamento commerciale tra Iraq e Siria. Questo allo scopo di far implodere del tutto l’economia siriana.

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Nell’infografica è possibile vedere chiaramente la posizione di Torre 22

A fronte di tutto questo, sembra che da parte dei media e da parte delle istituzioni, vi sia una preferenza nel non fornire spiegazioni dettagliate su questi eventi, optando piuttosto per una narrazione semplificata che localizza l’aggressione in Giordania. Probabilmente l’establishment ha valutato che è meglio non dare spiegazioni e dire semplicemente che l’aggressione è avvenuta in Giordania evitando pericolose prese di coscienza da parte dell’opinione pubblica.

Possibile reazione USA su parte del territorio siriano a propria ‘protezione’ con occupazione di altro territorio siriano da parte di forze pro-USA

È importante notare uno scenario: la pubblicazione russa Ryabar valuta se gli Stati Uniti iniziassero ad attaccare l’Iran o i suoi alleati in Iraq/Siria, la Giordania potrebbe usare l’incidente come casus belli per un’operazione transfrontaliera nella provincia siriana di Es-Suwayda, dove sono presenti formazioni filo-iraniane e reti di contrabbando. Questo potrebbe creare un ulteriore punto di tensione, seguendo l’esempio degli Stati Uniti e degli ultraortodossi israeliani che esercitano pressione sul re di Giordania a causa della crisi in Cisgiordania.

Qualunque sia la reazione USA, Ryabar sostiene che un piano per prendere il controllo di Es-Suwayda è stato sviluppato e sta entrando in una fase attiva, con l’unica incognita che rimane l’implementazione pratica di tale piano.

 

 

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