La SIRIA dove l’informazione è una merce rara e la verità un nemico.

Al-Bouti, figura di spicco del mondo islamico, era noto per le sue posizioni moderate e pacifiste.
Al-Bouti, figura di spicco del mondo islamico, era noto per le sue posizioni moderate e pacifiste.

autore: Patrizio Ricci

– Ansa: Siria: “Ucciso anche dignitario religioso filo-Assad. “
– Androkronos: ” attentato a Damasco colpito il regime”,
– Rainews24.it: “Attentato a Damasco, colpito il regime

Un attentatore suicida si è fatto esplodere durante una lezione di religione coranica all’interno della moschea Al-Iman di Damasco. Come al solito, la lettura del fatto è falsa e spregiudicata. Per l’informazione l’omicidio è ‘un colpo contro il regime’. Quindi , secondo il giudizio predominante di univoco  sostegno all’opposizione armata (per la maggior parte formata, appunto da Jahdisti), un fatto positivo.

L’imam Sheikh Mohammad Said al-Bouti  che Repubblica riporta come ” famoso per sermoni anti-jihadisti” , era considerato “conciliante” verso Assad : è bastato questo per farlo saltare in aria, insieme a 42 fedeli . In realtà Al-Bouti, figura di spicco del mondo islamico, era noto per le sue posizioni moderate e pacifiste.

A riguardo alle posizioni del religioso era contro gli jadisti ma non supportava Assad, le ha ribadito il Gran Muftì Hassoun in occasione della condanna pubblica all’attentato: “non supportiamo l’autorità o il potere, ma il Paese”

[pullquote]Il giudizio contenuto nel riportare la notizia è grottesco,  la descrizione degli avvenimenti è viziata dal significato che si vuol imporre .[/pullquote]

Tuttavia anche questo non sembra sufficiente per farsi delle domande, per approfondire: i titoli delle agenzie di stampa e dei giornali riportano lo stesso slogan, sembrano copiati l’uno dall’altro. Dall’inizio della rivolta, sul campo di battaglia sono cambiate molte cose, ma questo evidentemente è un particolare trascurabile per i media, sarebbe fare troppa fatica stare dietro agli avvenimenti e cambiare posizione. Anzi il pensiero è  immutabile anche di fronte ad avvenimenti di segno contrario.
L’informazione ha ormai raggiunto i livelli dei vecchi cinegiornali fascisti, fortemente ideologizzata: prevale la necessità che le vicende siano descritte alla pubblica opinione per ‘indirizzarla’ o almeno non ostacolare la vittoria finale, le sorti progressive e luminose della resistenza jadista. La gente è troppo  pigra per imparare il contrario: il conflitto siriano è storia di quotidiana distruzione e alla fine, porterà la vittoria di un nuovo potere e non della pace.

Per dare credibilità all’indirizzo prevalente dell’informazione (che identifica al Qaeda con la nostra lotta di liberazione partigiana, vedi le continue dichiarazioni  avvelenate di Dall’Oglio),  si usa ogni mezzo; gli inviati sul posto  servono solo a far diventare più credibile e veritiero qualcosa che nella stessa narrazione è ormai una contraddizione in termini: questo è l’aspetto più raccapricciante. E’ un falso umanitarismo che ricerca una giustizia umana spinta negli ultimi anni, fino al paradosso che moltiplica i mali che si vorrebbe eliminare .

[pullquote]Le primavere arabe non hanno sortito alcun effetto positivo in termini di democrazia, e per questo in Libia è caduto il silenzio. Il caso siriano è il caso più eclatante e palese di un tentativo esterno di cambio di ‘governance’. La nuova dottrina occidentale negli ultimi anni ha fatto ricorso alla conflittualità locale per facilitare e appoggiare le ribellioni sostituendo i dittatori con altri più favorevoli ai propri interessi.[/pullquote]

Le primavere arabe non hanno sortito alcun effetto positivo in termini di democrazia, e per questo in Libia è caduto il silenzio. Il caso siriano è il caso più eclatante e palese di un tentativo esterno di cambio di ‘governance’. La nuova dottrina occidentale negli ultimi anni ha fatto ricorso alla conflittualità locale per facilitare e appoggiare le ribellioni sostituendo i dittatori con altri più favorevoli ai propri interessi.

Conosciamo che questi tentativi di rovesciare governi ci sono sempre stati, tuttavia sconcerta la mancanza di libertà di giudizio della società civile. Predominante è una visione della realtà,  un giudizio malato dell’origine,  incapace di leggere dietro ai fatti, di commuoversi di fronte agli avvenimenti, di cambiare idea. In questa visione univoca della realtà c’è un solo nemico da abbattere ed è sempre esterno a se stessi. E’ così difficile capire che dietro le  le autobombe e gli attentati non c’è lo stesso ‘anelito’ di libertà del Mazzini ? (*)

L’esito finale, è già in atto sotto i nostri occhi, e alla fine  sarà  ancor più devastant,  ma di questo si è spregiudicatamente incuranti. Per la gente pacifica non dominata dalle ideologie che non ha chiesto tutto questo, non c’è più spazio: il Patriarca Gregorios III e Madre Marie-Agnes de la Croix premono per la riconciliazione: proprio per questo sono odiati. Sono screditati, i perbenisti dicono che sono ‘al soldo di Assad’. Eppure essi (a differenza dei loro detrattori che non hanno fatto nulla per la pace), aiutano il movimento Musallah , operano per la riconciliazione. Mentre altri imbracciano le armi, uccidono, saccheggiano e devastano,  l’odio è rivolto verso chi opera e serve la pace.
C’è una tristezza ulteriore in tutto questo, ma bisogna farsene una ragione: i  loro nemici, i nemici della pace, non sono solo tra le fila degli jadisti ma anche tra i giornalisti italiani che lavorano per Radio Vaticana e Avvenire. Per questi, le bombe se cadono da una parte hanno una valenza positiva , se cadono dall’altra, invece, provocano ‘carneficine’ (in cui si sottolineano ogni volta in modo non disinteressato e sincero il ‘numerico’ dei bambini uccisi).

Lo stesso sospetto sull’uso delle armi chimiche che mesi fa ha provocato  la fortissima reazione internazionale, l’avviso di non superare la ‘linea rossa’ è sempre ‘relativo’. Nel caso che le armi chimiche e le stragi siano adoperate e compiute dagli jadisti tutto viene tollerato: la ‘linea rossa’ viene semplicemente  spostata via via più avanti, sino al punto necessario all’annientamento  di ogni componente contraria all’agenda in atto. Ognuno,  ancorché non combattente, è classificato in ostile ‘da terminare’, solo perché ha un pensiero diverso.   L’evidenza è che qualsiasi cosa accada la si distorca in funzione del fine ultimo che si vuol ottenere.

Ragionevolmente, di fronte a tutto il sangue versato ( che non ha un nome o sigla) ed al male fatto, non si vede come la caduta di Assad possa far  risorgere la speranza e trasformare le rovine in case ( non ci riusciamo neanche noi in Patria). L’odio  potrà presto liberamente realizzare questa la nuova alba: il predominio di una componente religiosa  e di un progetto politico contrario all’uomo,  su tutte le altre. E’ quello che accadrà e c’è da giurare che ci sarà ancora una volta chi si mostrerà  ipocritamente meravigliato.

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(*)= Alcuni potrebbero ‘storcere il naso’ con il  paragone con il Mazzini. Certo,  non era uno stinco di santo, anzi era contro la Chiesa. Tuttavia la figura del Mazzini pur procedendo in sentieri fortemente opinabili,  dalla storiografia nazionale è in genere sentita in maniera positiva: è certo che con una qualsiasi figura dei nostri ‘patrioti risorgimentali’  e quello che sta succedendo in Siria c’è un abisso.