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Siria – L’offensiva di Hayat Tahrir al-Sham

L’offensiva di Hayat Tahrir al-Sham: connessioni turche e sviluppi sul campo

L’offensiva di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), ampiamente pianificata in anticipo, è in pieno svolgimento in Siria. Fonti indicano che l’intelligence militare turca avrebbe condotto ricognizioni aeree nei territori controllati da HTS, raccogliendo dati strategici utili per l’operazione.

Tra le fila dei terroristi, si segnalano istruttori appartenenti alle forze speciali turche. I gruppi ribelli stanno impiegando in modo significativo armamenti di fabbricazione turca e sovietica, oltre all’utilizzo dei droni Bayraktar TB2 e di altri UAV, dimostrando un’elevata capacità tecnologica e operativa sul campo.

L’artiglieria turca sta dando man forte alle formazioni militanti.

Le truppe filogovernative, supportate dal contingente russo che ha preso il posto della PMC Wagner, stanno reagendo con difficoltà. Al momento, sono impegnate in ritirate strategiche e stanno riorganizzando le linee di difesa in aree più sicure, nel tentativo di contenere l’avanzata ribelle.

Scontri intensi si registrano anche nella zona di Saraqib, nella provincia di Idlib.

Secondo il quotidiano tedesco Bild, l’esercito siriano, sostenuto dalla Russia dal 2015, sta subendo un indebolimento significativo. La guerra in Ucraina ha portato Mosca a ridistribuire risorse, riducendo drasticamente il supporto militare a Damasco. L’aviazione russa, in passato decisiva nei combattimenti, è ora quasi assente, lasciando le forze governative senza un vantaggio cruciale nella lotta contro i ribelli.


Perché i ribelli stanno avanzando?

Gli analisti individuano diversi fattori dietro l’attuale successo dei ribelli:

1. Assenza dell’aviazione russa

La ritirata delle forze aerospaziali russe ha lasciato i cieli liberi per le operazioni ribelli. Tra il 2016 e il 2020, l’aviazione russa aveva giocato un ruolo determinante nel permettere al regime di Assad di riprendere il controllo su Aleppo e Idlib.

2. Indebolimento degli alleati di Assad

  • PMC Wagner: dopo la morte di Yevgeny Prigozhin, i mercenari russi sono stati ridistribuiti in Africa, riducendo significativamente la loro presenza in Siria.
  • Hezbollah: il gruppo sciita libanese, alleato dell’Iran, ha ritirato parte delle sue forze dalla Siria a causa dell’aggravarsi delle tensioni in Libano.
  • Comandanti iraniani: la morte di un alto ufficiale iraniano, responsabile della difesa di Aleppo, ha gravemente compromesso il coordinamento delle forze sul campo.

3. Uso di nuove tecnologie

I ribelli stanno impiegando tattiche innovative ispirate al conflitto ucraino:

  • Droni da ricognizione e d’attacco: utilizzati in modo sistematico per colpire le posizioni governative.
  • Attacchi con droni kamikaze: l’esercito siriano, privo di adeguate contromisure elettroniche, si trova vulnerabile, e le mitragliatrici non sono sufficienti a fermare questa minaccia.

Quali scenari per il futuro? La controffensiva dell’esercito siriano è imminente.

L’offensiva nei pressi di Aleppo pone gravi sfide per Damasco e i suoi alleati. Se il il governo siriano dovesse perdere il controllo della Siria nordoccidentale, le conseguenze potrebbero essere devastanti:

  • Per Damasco: un nuovo fronte di instabilità e una potenziale erosione del potere centrale.
  • Per la Russia: un ulteriore test della capacità di mantenere la propria influenza in Medio Oriente, mentre è impegnata su più fronti.

La situazione rimane fluida, l’esercito siriano sta facendo alcuni progressi: Jubaas e Kafr Battikh a sud di Saraqib riconquistati, scontri in corso a Dadikh. Autostrada M5 riconquistata dopo l’espulsione di HTS da Az-Zarbah.

L’offensiva militare dell’esercito arabo siriano è imminente, con il giornalista siriano pro-Assad Abu Oruba che conferma che verrà lanciata “molto presto”.

Posto il seguente  video, risalente ad ottobre, perchè si vede chiaramente l’equipaggiamento moderno dei militanti, di fattura occidentale. In questo caso si tratta della brigata “Saad bin Abi Waqa”.

“I terroristi sostenuti dalla CIA della Brigata “Saad bin Abi Waqas”, affiliati a Hayat Tahrir al-Sham, hanno diffuso un video che li mostra mentre si preparano per un assalto importante alle posizioni dell’Esercito arabo siriano. Questa offensiva è chiaramente progettata per distogliere le forze siriane, aprendo la strada alla potenziale espansione della guerra in Siria da parte di Israele”.

Turchia: l’obiettivo non è la conquista di Aleppo

Sembra che la Turchia che ha sostenuto l’offensiva dei militanti – precisamente una fonte delle forze di sicurezza turche – abbia affermato che la stessa città di Aleppo non è l’obiettivo dell’offensiva, l’obiettivo dell’offensiva sarebbe ripristinare i confini della zona di de-escalation del 2019 vicino ad Aleppo.

La Turchia afferma che l’operazione è stata avviata a causa degli attacchi aerei a Idlib che avrebbe portato, migliaia di persone a fuggire verso il confine turco. Il tentativo di Ankara di fermare gli attacchi aerei con mezzi ufficiali non avrebbe avuto successo.

Resta da capire se la strategia congiunta di Occidente e Turchia si rivelerà efficace o se, ancora una volta, avranno sottovalutato la resilienza del popolo siriano e le complessità del teatro siriano, rischiando di commettere ancora gravi errori di calcolo. Una cosa comunque è certa, la Russia capirà ora che non può fidarsi di Erdogan e che una amicizia ambigua con lui è molto pericolosa.

***

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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