Non dimentichiamo, in quest’aria di finto egualitarismo, di difesa della legalità e dei diritti umani, che la “Comunità Internazionale” ha la responsabilità morale e pratica del rapimento delle suore di clausura di Maloula. Infatti, la ‘Comuità internazionale’ appoggia gli estremisti islamici, li supporta e li finanzia: per essa l’ostacolo alla pace sarebbe semmai la divisione interna tra i vari gruppi che li costituiscono, ma NON la loro persistenza sul suolo siriano, NON i crimini commessi, … come questo.
Vietato Parlare.it
da Tempi, di Leone Grotti:
Siria. Paura per le suore di Maloula: i negoziatori hanno perso i contatti …
«Abbiamo perso i contatti con i rapitori delle suore di Maloula, con cui mi sentivo regolarmente fino a ieri». Così uno dei negoziatori, che è rimasto anonimo, ha parlato ieri all’agenzia Afp. Le 13 suore siriane del monastero di Santa Tecla sono state rapite lo scorso 2 dicembre da un gruppo di ribelli e terroristi islamici e portate a Yabroud, da dove hanno realizzato due filmati: uno il 9 febbraio, l’altro il 6 dicembre.
«SONO STATE TRASFERITE». L’esercito di Assad da settimane sta cercando di espugnare la città di Yabroud, vicina al confine con il Libano. «Molto probabilmente sono state trasferite nella regione tra Yabroud e il confine libanese. Stiamo provando a contattarli per assicurarci che siano al sicuro».
Nell’ultimo video diffuso dalle suore, a cui i terroristi che si battono contro Assad hanno impedito anche solo di tenere al collo le croci caratteristiche del loro ordine, i rapitori hanno chiesto una serie di condizioni per il rilascio delle religiose: «Tutte le donne imprigionate nelle prigioni siriane devono essere liberate». Secondo la fonte di Afp, i ribelli hanno anche chiesto che l’esercito abbandoni i siti religiosi cristiani, che del cibo sia inviato nelle zone occupate dai ribelli insieme «a richieste militari per la battaglia di Yabroud». Tutte richieste «difficili da soddisfare».
MARTIRIO DI MALOULA. Maloula ha vissuto un calvario, di cui il rapimento delle suore è solo l’ultimo strascico. Dopo essere stata attaccata lo scorso 4 settembre da terroristi islamici, l’80 per cento degli abitanti è fuggito a Damasco e da quel momento Maloula è stata ridefinita la “terra dei martiri”. Una suora che cura i feriti nella capitale ha fatto conoscere al mondo il martirio di Sarkis, ucciso a sangue freddo perché cristiano insieme ad altre due persone.
Le campane di tutte le chiese della città sono state smontate, l’area del monastero di Santa Tecla e San Sergio bruciata, le tombe del cimitero dissacrate e due croci di altrettante chiese distrutte. Maloula è considerata la culla del cristianesimo in Siria.
I commenti sono chiusi.