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Deir ez-Zor. 23/04/2019 – Brevemente riportiamo un sunto sugli ultimi attacchi dell’aeronautica USA sulla base aerea di Deir ez-Zor.
1. La scorsa notte, si iniziarono a ricevere rapporti (principalmente dalla Syrian Democratic Force- SDF) secondo i quali presumibilmente l’aviazione americana avrebbe colpito la base aerea di Deir ez-Zor (sono state annunciate due esplosioni) e i gli alleati iraniani (compresi la milizia irachena di Hashd Shaabi) presso la località di Abu- Kemal.
2. Tali circostanze sono state negate da fonti siriane, che sottolineano che non ci sono stati bombardamenti USA -ma che le diverse esplosioni sentite, sono legate all’ISIS. È anche impossibile escludere l’opzione con un attacco israeliano (l’anno scorso c’è stato un bombardamento di Tel Aviv nell’area di Abu Kemal).
3. Vale la pena notare che la settimana scorsa sono circolate voci secondo le quali gli Stati Uniti stavano preparando provocazioni militari nella zona di Abu Kemal (per mezzo delle milizie che controllano) al fine di testare la stabilità del ponte terrestre iraniano nell’interesse al sostegno alle azioni dell’ISIS nella Siria orientale.
4. Anche nelle ultime due settimane, c’è stato un aumento dei residui dell’ISIS su entrambe le rive dell’Eufrate, sia nel territorio controllato dall’ SDF sia sul territorio controllato dall’esercito siriano, (le perdite nelle ultime settimane sono state diverse decine di morti e feriti). L’attività ISIS è associata ad attacchi terroristici.
5. Vale la pena notare che lo sceicco Nasrallah ha negato le accuse nella pubblicazione Al-Arabiya sui presunti scontri dell’esercito russo e dell’IRGC nella zona di Aleppo, che sono stati descritti come una vera e propria guerra. Secondo Nasrallah, tutto questo è il ‘falso più pulito’ proveniente dai nemici di Siria e Iran.
In generale, dopo gli eventi di Deir-ez-Zor, devi aspettare solo come questo accadrà, ma che accadrà questo è fuori dubbio – in un modo o nell’altro, la pressione verrà esercitata sulla via che collega Teheran con Beirut (usando il territorio curdo del ‘Rojawa’ ) inserita del corso strategico statunitense che prevede una escalation e qundi un peggioramento delle relazioni con l’Iran.
L’Iran certamente a tali provocazioni risponderà e molto probabilmente ci si può aspettare una risposta in Iraq, dove sono in corso i preparativi per creare problemi sistemici alla presenza di truppe americane in questo paese. Gli Stati Uniti, a loro volta, speculeranno sulla minaccia della balcanizzazione siriana per indebolire la posizione della Federazione Russa e l’influenza iraniana.
La politica delle provocazioni militari per gli Stati Uniti sembra inevitabile, poiché non è possibile raggiungere un completo blocco economico dell’Iran giacchè l’Europa sabota parzialmente il regime delle sanzioni.
Inoltre, l’Iran ha rafforzato la presenza dei suoi delegati sia nella regione di Abu Kemal che nel territorio iracheno nella provincia di Anbar e vicino alla città di Al-Qaim, compreso l’uso dei suoi delegati iracheni. Il nuovo capo del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche è noto per aver affermato la necessità di liberare il pianeta dalla presenza inquinante di Stati Uniti e Israele.
Tutto ciò promette un ulteriore rafforzamento della guerra ibrida tra Stati Uniti, Israele e Iran in tutto il Medio Oriente.
Va aggiunto che la politica aggressiva degli Stati Uniti spingerà inevitabilmente l’Iran a riprendere il programma di armi nucleari (che in questa fase viene trattenuto dall’Europa e dalla Russia, che attenua le conseguenze delle sanzioni per l’Iran). Come ha mostrato l’esempio della RPDC, con la disponibilità di assistenza esterna, un paese può ottenere un club nucleare in pochi anni. Ma con l’ulteriore istituzionalizzazione del conflitto, il pensiero della necessità di un ultimatum di armi di distruzione di massa visiterà sempre più i capi degli strateghi di Teheran.