Siria: una nuova forza prende il posto dell’ISIS

Le 20 famiglie cristiane armene indicate  nell’articolo che propongo qui di seguito, si riferiscono solo alla città di Tell Abyad situata nella parte nord -est della  Siria (interessata dell’invasione turca). Tuttavia sono  oltre 700 famiglie cristiane recentemente fuggite dalle città di Afrin, Ras al-Ain e Tell Abyad, nel nord della Siria, in fuga dagli attacchi di gruppi siriani armati sostenuti dalla Turchia, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa siriana NAP citando i ministri delle chiese cristiane.

L’agenzia Interfax russa dice che le famiglie cristiane, per ora si sono riversate quasi tutte sulla città di Kobani che si trova al di fuori dell’area che i turchi hanno auto dichiarato ‘fascia di sicurezza’ .

Il patriarca della Chiesa cattolica siriaca Ignace Joseph III Younan ha supplicato “la pace immediata e duratura nella Siria nord-orientale e la conservazione di vite innocenti, specialmente per i cristiani, che sono la componente originale e fondante della Siria” e celebrando la messa il 13 ottobre nella chiesa patriarcale della Vergine Maria a Roma alla presenza di persone sradicate negli anni dalla Siria e dall’Iraq, ha detto: “Noi cristiani d’Oriente siamo trascurati e abbandonati da questo mondo, che cerca i suoi immediati interessi materiali “.

Anche Amnesty International afferma che l’esercito turco e i suoi gruppi armati siriani alleati – durante l’offensiva nel nord-est della Siria – hanno dimostrato un “vergognoso disprezzo per la vita civile” .  Ad esempio, tre infermiere di una squadra di ambulanze in servizio a Suluk, vicino a Tal Abyad, sono state  uccise dalle forze militanti siriane alleate con la Turchia. I loro corpi sono stati trovati mutilati nel sistema fognario dell’acqua. Questi incidenti e altri dimostrano violazioni di un cessate il fuoco mediato con la Turchia.

La fonte Crux Now riferisce che il  gruppo dell’Esercito dell’Islam ha pubblicato un video il 21 ottobre in cui esortava i suoi membri “a trattare i cristiani come cittadini di seconda classe nelle aree prese in consegna dalle forze turche e a pagare” jizya “, una tassa di protezione riscossa sulle minoranze religiose”.

La stessa fonte riferisce che Amnesty International segnala  “gravi violazioni e crimini di guerra” tra cui “uccisioni sommarie e attacchi illegali che hanno ucciso e ferito civili“, secondo il resoconto del 18 ottobre, basato sulla testimonianza di 17 persone, tra cui operatori sanitari e di soccorso, civili sfollati, giornalisti e operatori umanitari.

Amnesty ha dichiarato di aver scoperto “prove schiaccianti di assalti indiscriminati nelle aree residenziali, inclusi attacchi a una casa, una panetteria e una scuola, condotti dalla Turchia e dai gruppi armati siriani alleati“. Ha anche condannato i “raccapriccianti dettagli di un sommario omicidio a sangue freddo di un importante politico siriano-curdo, Hevrin Khalaf, da parte dei membri del gruppo militante siriano Ahrar al-Sharqiya”.

@vietatoparlare

[su_divider]

Siria: una nuova forza prende il posto dell’ISIS

Due settimane fa, i media turchi hanno ripetuto la versione preparata dalla troupe cinematografica dell’Opposizione siriana di Aleppo Today (Aleppo Today, versione araba di Aleppo Al-Yaum).

I giornalisti di questo canale televisivo via Internet – noti per essere stati ripetutamente coinvolti con i terroristi di Jabhat Al-Nusra  e altri gruppi radicali islamici – si sono improvvisamente preoccupati dello stato della chiesa armena nella città siriana di Tell Abyad.

La Chiesa di Santa Croce è stata saccheggiata nel 2013 da militanti islamici del cosiddetto “Esercito siriano libero” e dai loro alleati del gruppo qaedista ” Jabhat Al-Nusra “. Alcuni di loro si sono poi uniti ai ranghi dell’ISIS , mentre altri (o gli stessi più tardi) sono finiti nel gruppo Ahrar Sharqiya e altre formazioni dell’esercito nazionale siriano (SNA), questi particolari sono noti allo stato maggiore turco.

sna 1

Ebbene sono state milizie jihadiste antigovernative e filo-turche del Syrian National Army (‘SNA), insieme alle unità delle Forze armate turche, a catturare la città curda di Tell Abyad durante l’operazione ”Fonte di pace” il 10 ottobre di quest’anno. 

Nello stesso tempo, la città è stata gravemente danneggiata. Il tempio della Chiesa apostolica armena è stato danneggiato da bombardamenti. Successivamente, dopo che la cittadina è tornata sotto il delle unità di autodifesa curde , la popolazione armena è tornata a Tell Abyad. La chiesa era stata riparata una prima volta nel 2017 ed aveva ripreso i servizi di culto. I fondi per la riparazione della chiesa furono stanziati dalle comunità armene delle città di Aleppo e Kamyshliya, e da lì vennero sacerdoti per celebrare i riti.

map

In totale, prima dell’inizio dell’aggressione turca, 20 famiglie armene vivevano a Tell Abyad. Ma quando sono arrivate le SNA e forze speciali turche sono fuggite nuovamente dalla città .

Anche se il rapporto di “Aleppo Today” diffuso dai media turchi, dice che il comando turco si è fatto carico di  eseguire le successive riparazioni della chiesa armena a proprie spese, non c’è nessuno che possa andare al tempio. Temendo per la propria vita, gli armeni non vogliono tornare a Tell Abyad catturato dai turchi e dai militanti.

[Semplicemente, visto quanto è successo nell’analoga invasione ad Afrin] Non credono agli pseudo-giornalisti di Aleppo Today. Questi alleati dei jihadisti non hanno raccontato nulla dell’antica chiesa armena dei Quaranta martiri, fatta saltare in aria dai militanti di Aleppo nel 2014. Ma [in quell’occasione] su istruzioni dei turchi, hanno montato una storia falsa secondo la quale il quartier generale delle milizie curde,  si trovava nella chiesa della Santa Croce a Tell Abyad.

Ciò che appare è che nella zona di occupazione turca, sta accadendo esattamente ciò che è accaduto nei territori catturati di “Nusra”, o ISIS:  nella lingua dei documenti delle Nazioni Unite, questo è chiamato “un cambiamento violento nella composizione etno-demografica della popolazione“. Tutte le minoranze etniche e religiose, così come gli oppositori jihadisti arabi, lasciano le aree occupate semplicemente per salvarsi la vita.

La rete è piena di vicende personali che descrive la sorte  chi non è riuscito a fuggire questi militanti, che non risparmiano né donne né adolescenti, reprimendoli brutalmente .

[su_divider]

tratto da Rusvesna.su/news

Traduzione: Vietato Parlare

Lascia un commento