Dall’inizio di agosto la Russia effettua attacchi aerei mirati contro obiettivi del Partito islamico del Turkestan e Hayat Tahrir al-Sham nella provincia di Idlib ed in altre aree più a nord. Questi obiettivi, in più di una occasione, erano posti vicino ai posti di osservazione turchi e lungo il confine siriano-turco.
La cosiddetta opposizione siriana afferma che i più recenti bombardamenti russi, sono avvenuti contro le infrastrutture e i mezzi dei militanti nell’area delle alture di Sheikh-Baar, a nord-ovest del centro amministrativo della provincia di Idlib.
E’ da segnalare che le forze aeree russe ieri hanno effettuato attacchi nell’area dell’insediamento di Binnish, a pochi chilometri a nord-est della città di Idlib. Nella stessa aerea un drone d’attacco statunitense ha colpito un’auto nella quale, come ha detto il Pentagono, viaggiava uno dei capi del gruppo terroristico Al-Qaeda. Questo gruppo è supportato ampiamente dalla Turchia.
Ora posso solo dire che è stato colpito vicino a Idlib in Siria. Il comando ha riferito che era uno dei leader di Al-Qaeda, al momento non ho più informazioni”, ha detto in un briefing il portavoce del Pentagono John Kirby
E’ da notare che sia l’attacco USA nell’area di Binnish quanto quello russo su su obiettivi posti sulle alture di Sheikh-Baar sono stati effettuati nello stesso giorno. La distanza tra queste aree è molto piccola – circa 6 km.
Senza un certo tipo di coordinamento tra forze aerospaziali russe e quelle americane le operazioni non sarebbero potute avvenire. Questo sia per non intralciarsi vicendevolmente, sia per poter compiere le missioni aeree in sicurezza. Il contatto probabilmente c’è stato, anche forse limitato alla comunicazione delle rispettive operazioni.
E’ da segnalare che è la prima volta che gli attacchi statunitensi e russi contro Idlib si sono verificati a intervalli di poche ore tra di loro, vedremo in seguito se questi fatti sono solo casuali, oppure hanno anche un qualche significato di cambiamento poltico. D’altra parte ci sono implicazioni. Ad esempio, l’attacco USA vicino ad Idlib contro un obiettivo di al Qaeda (ovvero al Nusra/Tharir al Sham) è evidentemente l’indiretto riconoscimento della presenza di gruppi terroristici nel territorio amministrato dalla Turchia.
La Russia vuole che la Turchia si ritiri dalla Siria e sta agendo di conseguenza
Secondo il quotidiano al Monitor, gli attacchi aerei russi sulle regioni meridionali della provincia di Idlib testimoniano che la parte russa non intende più soprassedere al non rispetto di quanto concordato con Ankara e sta cominciando con azioni proattive per supplire alle ambiguità della parte turca.
Al Monitor ricorda che il presidente russo Putin, durante la recente visita di Bashar al Assad a Mosca, ha chiesto il ritiro delle truppe straniere dalla Siria. Putin ha affermato che il problema principale in Siria, è rappresentato dalla presenza di forze straniere senza permesso o mandato Onu, accennando a Turchia e Stati Uniti.
Al Monitor, ritiene che Erdogan dovrà presto prendere una decisione non più ambigua, pena il conflitto diretto con la Russia.
Sullo sfondo dei cambiamenti in corso, Erdogan vola a Mosca per colloqui con Putin
La pubblicazione News Front riferisce che il segretario stampa del presidente russo Dmitry Peskov ha confermato le recedenti notizie apparse sui media turchi secondo cui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan effettuerà una visita di lavoro a Mosca entro la fine del mese.
Secondo Peskov, “si sta preparando una visita di lavoro del Presidente della Turchia nella Federazione Russa” e “l’agenda dei colloqui è la più ampia, a cominciare dalle relazioni bilaterali – e questa è una relazione molto sfaccettata, e, naturalmente, si discuterà della Siria e di altri conflitti regionali”. Nello stesso tempo, l’edizione turca di Habertürk chiarisce che Erdogan sarà in Russia dopo la visita a New York in occasione della sessione Onu e dell’apertura della House of Turkey, nonché dell’incontro e delle trattative con il presidente Usa Joe Biden”.
News Front aggiunge che ” esperti turchi sostengono che Erdogan debba consultarsi con Biden in quanto Ankara, dopo i colloqui di Putin con il leader americano a Ginevra, ha avvertito alcuni cambiamenti nella politica russa in Medio Oriente in generale e nei confronti della Siria in particolare. I turchi non considerano una semplice coincidenza il fatto che recentemente il ministro degli Esteri israeliano e il re di Giordania si siano recati in visita a Mosca, e associano ciò all’elaborazione da parte di Mosca di un nuovo piano per un insediamento siriano. Inoltre, hanno anche attirato l’attenzione sulla dichiarazione “inaspettata” di Putin sulla presenza illegale di forze straniere in Siria”, ove per ‘illegale’, si intende la presenza delle forze turche e statunitensi.
Il tentativo delle Russia di lunga data è il riavvicinamento di Siria e Turchia. Molto probabilmente, è da leggere in questo contesto la recente visita del presidente Assad a Mosca.
Il momento è favorevole, dato che la popolazione turca comincia ad essere insofferente della situazione, le elezioni si avvicinano e la Russia non può rischiare che la situazione in Siria di degradi ancora pericolosamente. Inoltre, Putin è cosciente che la Turchia è ora presente in molte aree nel mondo e una mancata collaborazione potrebbe nuocere anche in altre aree cruciali.
D’altra parte Erdogan starà riflettendo sul da farsi, visto anche che tre soldati turchi sono stati uccisi il 12 settembre in un attentato dinamitardo a Idlib da forze estremiste da lui stesso sostenute.
Sono i suoi errori che si palesano. Ma soprattutto, la Siria è allo stremo e il conflitto va concluso velocemente, le potenze straniere non possono permanere sul territorio all’infinito sottraendo risorse indispensabili al paese e organizzando una continua e logorante attività di guerriglia contro il legittimo governo e la popolazione (stremata da anni e anni di guerra e di sanzioni). La Siria non può permetterselo, la Russia ed i suoi alleati neanche, vista anche la situazione di confronto mondiale, sempre più acutizzata.
patrizioricci by @vietatoparlare