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Riprendiamo la narrazione ed il commento dei fatti che avvengono nel nostro Medio Oriente, che ormai ci è sempre più familiare, impariamo a conoscere le città la loro posizione ed importanza; un giorno sarebbe davvero interessante vedere come ricostruiranno tutto e si cancelleranno i segni di tanta distruzione.
Prima di leggere, una considerazione: nel momento in cui il serpente sembra chiuso all’angolo e sul punto di morire, sferra il suo morso più velenoso.
Tanti scrivono da settimane, titoli inneggianti alla vittoria di Assad ecc. ecc., quasi a fare a gara a chi lo abbia scritto prima; eppure io temo più ora, che la situazione volge tanto a favore delle forze siriane, temo più ora che la vittoria pare vicina, temo più ora che i tanti nemici cedano alla rabbia e ira e gettino la maschera intervenendo direttamente e cerchino in ogni modo di eliminare tutti i vertici del governo siriano e dei legami familiari e tribali che ne hanno permesso la straordinaria coesione e forza di fronte a nemici tanto più forti e potenti.
Passiamo alla rassegna dei bollettini già postati sui social media, che vi raccolgo in questa SITREP al fine di presentare la situazione nella sua evoluzione recente; poi esamineremo l’attualità con le nostre considerazioni in merito.
Chiaramente data l’importanza di questo specifico fronte proseguiremo nel seguirlo tralasciando per il momento i secondari eventi di altri fronti.
Dopo la rottura dell’assedio, la via di comunicazione è aperta.
Sono arrivati in Deir Ezzour una quarantina di camion di aiuti umanitari per la popolazione che era assediata, un bene atteso davvero da molto tempo.
L’esercito siriano, forte dei rinforzi giunti via terra, dopo la rottura dell’assedio e dell’importantissimo supporto delle aviazioni russa e siriana, ha imposto il suo controllo sull’intero cimitero della città, si è quindi avvicinato molto alla zona isolata dell’aeroporto: manca poco per il completo ricongiungimento delle difese della città.
Nel frattempo, sono cessate le resistenze dell’ISIS all’interno del villaggio di Ash Shula: credo che abbiano già usurato le loro forze nei contrattacchi dei giorni passati per mantenerne il controllo, data la sua posizione strategica, e a causa dei pesanti bombardamenti, anche con missili Kalibr russi partiti dalle fregate lanciamissili nel Mediterraneo; l’esercito siriano aggiunge quindi un’importantissima tessera al mosaico della liberazione della città. La strada M20 è essenziale per il ripristino delle forniture di generi di prima necessità per la popolazione civile tanto provata dagli anni di un assedio sanguinoso. Ash Shula era l’ultimo villaggio che divideva, come punto di resistenza dell’ISIS, la strada dalla sua ultima destinazione, Deir Ezzour; al momento dunque si trova un tratto desertico che mal si s’addice alla sua difesa: ISIS non avrà modo di tenerlo e dovrà, giocoforza, arretrare cedendo il passo ai Siriani.
I media occidentali proseguono nel mettersi in ridicolo, da un lato, nel non dare risalto all’importanza della fine dell’assedio di questa città martire, dall’altro nel dare invece peso ad un rapporto delle Nazioni Unite, tanto ridicolo quanto fazioso, che ammettendo di essere basato su testimonianze raccolte per telefono (nessuno si è mai voluto recare sul posto) e su documentazioni di analisi eseguite in Paesi confinanti (la Turchia) e non sul luogo dei fatti; non vi è infatti alcuna certezza sui campioni presi, ma si è comunque, e con una tempistica più che sospetta, permessa di attribuire una responsabilità alla Siria per degli attacchi chimici dei quali non esiste nemmeno una prova tangibile che siano mai stati effettuati; vi sono solo filmati diffusi ad arte da Al Qaeda, e non credo che Al Qaeda possa rappresentare mai una fonte degna di alcuna fede, almeno per chi non ne sia genitore.
Ascoltare poi le voci scomposte degli USA, Trump, e della Francia, Macron, Paesi entrambi pesantemente coinvolti nell’organizzazione e nel sostegno di questa guerra contro la Siria, che denunciano queste finzioni come fossero vere, anche ora che questo Paese si sta finalmente pacificando, suona davvero alle mie orecchie, come a quelle di chiunque sia in buonafede, come un insulto inaccettabile alla ragione, al buonsenso, alle vittime da loro causate, ed alla storia.
Ottima la notizia dell’eliminazione di un bunker, sede di un comando ISIS in Deir Ezzour, ad opera di un bombardamento aereo russo, effettuato utilizzando un ordigno specificatamente studiato per distruggere i bunker, non so se sia simile alle note “bunker buster” americane o no, ma l’esito è stato analogo: 40 le vittime calcolate, tra cui due esponenti di spicco delle gerarchie ISIS, Gulmurod Khalimov, tagiko, ministro della guerra, e successore del defunto Abu Omar Al Shishani. Importante la storia di costui perché dal 2003 fino a tutto il 2014, compiva cicli regolari di corsi militari, da ufficiale delle forze speciali del Tagikistan, negli Stati Uniti d’America e nel Tagikistan; una volta completata la sua formazione, ad inizio 2015, ha raggiunto il Califfato dove ha ricevuto immediatamente incarichi di altissimo livello.
L’altra vittima di primissimo piano è Abu Muhammad al-Shimali, al secolo Tarad Muhammad al-Jarba, nato iracheno, ma con passaporto dell’Arabia Saudita, responsabile del reclutamento di miliziani dall’estero per conto dell’ISIS; nel 2005 era già noto come esponente di spicco di un’altra ben nota organizzazione terroristica, Al Qaeda; si occupava non solo del reclutamento, ma anche di tutta la rete logistica lungo i percorsi per entrare in Siria sia dalla Turchia che da altri Paesi, ed era anche indiziato di un possibile coinvolgimento nell’organizzazione degli attentati di Parigi del 2015.
La storia di queste due autorità del Daesh non è meno importante della loro eliminazione, e ci dice sicuramente molto su come sia nata e si sia evoluta la guerra in Siria.
Stefano Orsi
Dopo la conquista di Ash Shula, come ho scritto nel precedente aggiornamento, le forze ISIS non hanno più un punto di resistenza lungo il tratto della M20 che divide Ash Shula dalla città di Deir Ezzour. Le forze siriane, dopo aver ottenuto il pieno controllo del summenzionato villaggio, stanno avanzando verso la città; a 10 km da Ash Shula stanno ingaggiando battaglia contro le difese ISIS che cercano di rallentarne l’avanzata, ma come ho spiegato, la conformazione del territorio mal si s’addice alla difesa, senza strutture difensive che non hanno avuto il tempo di approntare.
L’aviazione russa e quella siriana appoggiano questa avanzata, e sono segnalati anche elicotteri russi operanti sul fronte avanzato.
Conquistato il controllo sulla M20, i rifornimenti alla città potranno affluire copiosi.
Sono arrivate notizie anche della liberazione di un importante terminal petrolifero a sud est di Ash Shula: anche questa un’ottima notizia, allargare la fascia liberata a sud significa garantire la sicurezza del passaggio lungo la M20.
Pochi minuti sono passati dall’ultimo aggiornamento, mi è bastato allargare le ricerche per trovare conferma di ciò che temevo si realizzasse.
Le truppe curde dell’SDF, dirette dagli USA, come già fecero in passato allargando a dismisura il territorio siriano da loro occupato, approfittano nuovamente del ritiro delle truppe ISIS da quel fronte: queste ultime da sempre preferiscono ritirasi da questi territori per proseguire i combattimenti contro le truppe siriane; stanno avanzando lungo il fiume Khabur, hanno occupato, pare senza colpo ferire, i villaggi fino all’altezza di Marqadah, lungo l’autostrada 7; un pessimo segnale per il futuro andamento della guerra in Siria: l’occupazione illegittima ed immotivata di una così grande fetta della Siria da parte di milizie guidate da potenze estere, non possono che provocare un ulteriore inasprimento dei combattimenti nella fase successiva alla totale sconfitta del Daesh.
Le forze siriane si aspettavano questa mossa, che sa di vigliaccheria: di sicuro non scendono a sud per portare aiuto alle truppe siriane, come non hanno mai fatto finora, benché alla bisogna, invece, non si siano mai fatti scrupoli nel richiedere aiuto alla Siria per essere difesi dal’ISIS, con abbondante fornitura di armi e munizioni, o dai Turchi e filo-turchi nel settore di Afrin; e ora questa mossa, che come sempre si apre a diverse interpretazioni, nessuna delle quali purtroppo è ottimistica.
Nei giorni scorsi abbiamo visto le truppe siriane che trasportavano verso il fronte attrezzature per l’attraversamento di corsi d’acqua per ingenti truppe e mezzi pesanti: questo potrebbe aver giocato un ruolo nello spingere le SDF-YPG ad avanzare, temendo che i siriani liberassero i territori ad est dell’Eufrate. Nella mia analisi questo fattore aggiunge più motivi di preoccupazioni che sollievo per l’ulteriore difficoltà in cui ISIS si sta trovando, ma resto sempre legato ad un antico verso del sommo Virgilio : Timeo Danaos et dona ferentes [Temo i Danai anche quando portano doni].
Altro fattore destabilizzante: forze aeree Usa hanno colpito le difese ISIS ad Marqadah (anche da qui si ritireranno per combattere ad ovest) e avanzano truppe YPG lungo il confine iracheno, alla velocità dei mezzi in perlustrazione, ovvero incontrando nulla resistenza.
Lungo la ferrovia che scende da Ash Shaddady verso Deir Ezzour, le forze curde sarebbero arrivate senza alcuna resistenza, evidente segnale di ritirata completa delle milizie ISIS da questi settori, e sarebbero giunte alla distanza di circa 25 Km da Deir Ezzour.
Questo inizia a spiegarci dove ISIS avesse prelevato le truppe necessarie all’offensiva sui settori del fronte di Ma’dan.
Attendo comunque conferma da fonti russe, ma temo si tratti di fatti a breve verificabili.
Stefano Orsi
Nella notte abbiamo dovuto dare la notizia dell’improvvisa, ma attesa, avanzata delle forze SDF, che si sono portate fino ad Hujaif, avanzando tra la strada che proviene da Habu Kashab e la ferrovia che scende da Ash Shaddadi; pare stiano anche avanzando lungo il fiume Khabur e il confine Iracheno, il tutto trovando o nessuna o minima resistenza da parte ISIS, che deve aver lasciato loro questi territori richiamando i miliziani verso Deir Ezzour per combattere o rallentare le truppe siriane.
È chiaro sempre più chi in Siria stia “realmente” combattendo ISIS e chi invece sia da essa favorito nella sua occupazione di suolo siriano.
Sono stati confermati da più fonti le missioni USA di prelevamento di personale ISIS di alto livello dalle zone da essa occupate: sono documentati almeno due episodi, il primo durante le offensive ISIS sul fronte di Ma’dan, avvenuto presso Hammat ash Shamiyah, mentre il secondo, pochi giorni fa alla periferia ovest di Mayadin; fatti che, uniti alla storia personale del ministro della guerra ucciso da bombardamenti russi ieri, ufficiale delle truppe speciali Tagike, addestrato per molti anni dalle forze speciali USA fino a tutto il 2014 sia in Tagikistan che negli States, per poi assurgere ad alto esponente del Califfato, getterebbero una sinistra e preoccupante ombra di sospetto (uso condizionale ed eufemismo per pietà umana) sulle politiche degli Stati Uniti perseguite durante l’amministrazione Obama.
Per venire ai fronti, ecco le ultime SITREP scritte e in video:
https://www.youtube.com/watch?v=Jibtn7KPjlg
http://sakeritalia.it/…/la-grande-battaglia-per-deir-ezzou…/
Abbiamo spiegato infatti le due opzioni tattiche per la battaglia da parte siriana per riunificare le due metà in cui sono divise le difese della città: la prima attaccando direttamente dal cimitero, e lo stanno facendo con buoni risultati; hanno liberato diversi tratti del corridoio. La seconda attaccando, dopo l’avvenuta liberazione ieri del villaggio di Ash Shula, verso sud, liberando una serie di importanti terminal petroliferi e portandosi nei pressi delle difese dell’aeroporto; il terminal di Tayeem è stato ripreso oggi, pertanto sono stati in grado non solo di respingere gli attacchi del Califfato di ieri sera sul terminal vicino ad ash Shula, ma immediatamente dopo, di avanzare verso il successivo obbiettivo.
Manca quindi davvero pochissimo al pieno ricongiungimento delle difese ed alla totale messa in sicurezza del tratto di M20 che va da ash Shula alla città, con possibilità di dare il via ad un regolare piano di rifornimenti costanti per la martoriata città.
Spero ancora riescano ad attraversare il fiume e ad aggirare da nord la città per favorirne la liberazione, ma certamente le oscure manovre delle truppe Usa guidate delle SDF, non aiutano la sconfitta dell’ISIS.
Nel frattempo, grazie al costante supporto delle aviazioni russa e siriana, le truppe siriane avanzano oltre il cimitero e si avvicinano ancora alla riunificazione; oggi ci sono giunte le immagini della presenza di forze speciali russe impegnate in prima linea nella difficile battaglia.
Stefano Orsi
In questo preciso momento Hezbollah ed altri siti rilanciano la notizia che le truppe siriane siano entrate nell’area dell’aeroporto, sia dal cimitero che dal fronte in avanzata da Ash Shula; pertanto le difese siriane della città sono nuovamente unite e meglio gestibili, mentre l’area interna, chiusa in una sacca, è in corso di bonifica da eventuali “sfigati” rimasti chiusi al suo interno: buona parte deve già essere fuggita.
Grande giornata anche oggi.
Stefano Orsi
NDR: alla verifica appariva evidente che se chiusura c’è stata, ad essa non è seguita poi la sua stabilizzazione, probabilmente al fine di favorire l’eventuale fuoriuscita di miliziani dalla sacca.
Continuo il monitoraggio degli sviluppi sul campo di battaglia.
Ancora nella notte non risulta del tutto chiuso il corridoio che separa le forze siriane.
Quindi si da il via alla bonifica del settore chiuso tra le zone liberate e la strada M20, che da ora in avanti sarà del tutto praticabile.
Inoltre ISIS dovrebbe aver iniziato la totale smobilitazione dell’area desertica a sud di Al Sukhna, e le forze siriane potranno muoversi più agevolmente e stringere sul fiume Eufrate.
Nel frattempo le truppe siriane parlano di resa da parte dei miliziani ISIS: le Unità Tigre hanno riferito di aver catturato numerosi carri con gli equipaggi all’interno, altri si sono dati alla fuga verso la parte della città occupata.
Le truppe siriane stanno avanzando anche verso la città da liberare: è stata presa la stazione dei bus e alcuni quartieri confinanti con l’area del vecchio aeroporto; se il panico e la disorganizzazione hanno preso il sopravvento tra le loro fila, con un’azione tanto rischiosa quanto folle le truppe siriane potrebbero prendere d’infilata tutta la città in poche ore.
Cosa sta accadendo invece in queste ore al di la del fiume?
Le forze SDF proseguono nella loro marcia di avvicinamento verso Deir Ezzour: pare non abbiano trovato alcuna resistenza finora, tant’è che hanno coperto decine di chilometri in poche ore senza mai rallentare; è ormai evidente che i territori che hanno attraversato fossero stati interamente, o quasi, abbandonati dalle milizie jihadiste; ora la distanza stimata delle SDF-YPG dalla città non supera i 10 K: avrebbero raggiunto l’area industriale che si trova ad est della città, praticamente è una periferia oltre il fiume.
Più ad est invece si muovono attraverso il deserto per raggiungere Marqadah, località che, come abbiamo scritto, è stata già “ammorbidita” da bombardamenti americani.
Potranno quindi i siriani accettare questa illegittima occupazione, che fatta in questi modi e tempi si configura più come un atto di puro sciacallaggio? Nessuno di loro infatti si è mosso nelle settimane e mesi in cui l’esercito siriano combatteva ferocemente per distruggere le forze ISIS, mentre sul fronte orientale non si muoveva una foglia; ora assistiamo ad un deliberato atto di “consegna”, permettetemi di scriverlo, di vera e propria consegna della parte est della Siria, ma non da parte di un patto tra USA – Russia-Siria ecc., ma da parte dell’ISIS verso una delle parti in conflitto.
I comandi del Califfato hanno compiuto una scelta precisa, hanno abbandonato un fronte, richiamando tutte le truppe, o quasi, da quei territori, per combattere il loro unico vero nemico, la Siria. Cade qui il velo ipocrita di ritenere il Califfato come entità autonoma: esso non lo è mai stato, a mio dire e stando ai fatti. L’ISIS anche in queste ore mostra di non combattere per un Califfato, ma di combattere la Siria in se, lo si evince da come ha condotto queste ultime settimane di battaglia, compiendo continui contrattacchi ed insistendo nonostante le perdite subite e l’inefficacia dei loro sforzi, quando ogni logica invece consigliava di ritirarsi man mano con piccoli contrattacchi di rallentamento per conservare i mezzi, le truppe le riserve degli arsenali, e rinforzarsi man mano che si arretrava, e invece no. L’esempio che più calza è il contrattacco di Ma’Dan, fatto in direzione di Raqqa, quasi a simboleggiare che volessero avanzare fino alla loro ex capitale; pura follia, perdite pesanti per i siriani, che nel settore avevano truppe ausiliarie, ma altrettanto pesanti in uomini e mezzi per il Daesh, e senza aver ottenuto nulla, in quanto i precedenti movimenti delle Unità Tigre già suggerivano che l’attacco principale sarebbe avvenuto da ovest e nord-ovest, e così è stato, senza rallentamenti e senza incertezze.
Come mai allora questa follia?
L’unica spiegazione risiede in quanto ho cercato di far emergere: ISIS, creazione wahabita nata per volere e potere economico di sovrani arabi, risponde ai suoi padroni, ora come prima, e questi padroni hanno potenti alleati che ordinano le strategie da perseguire per eliminare anche le truppe superstiti ma ormai inservibili, essendosi ormai bruciati l’immagine da tempo: prima erano pacifici ribelli del “regime” di Assad, quante volte lo abbiamo udito.
I vertici militari di un Califfato asserviti al volere di potenze estere, operano in questo modo, rallentano il nemico del padrone, rallentandolo e liberano la strada ai nuovi servi del medesimo padrone. La rivelazione del passato del ministro della guerra del Daesh, come ho scritto poc’anzi, Tagiko addestrato per anni negli Stati Uniti fino al 2014, che dopo pochi mesi dal termine del suo addestramento scompare e riappare come esponente di massimo rilievo del “nemico n.1” del suo addestratore?? Un colpo da maestro. I casi sarebbero due: o i servizi segreti e le forze speciali USA sono totalmente folli ed incapaci, o lo sono tutti coloro che pur occupandosi di stampa”libera” nemmeno si pongono una semplice domanda, come quelle che ci siamo posti noi ora.
Ripensiamo al bombardamento sulle postazioni difensive siriane in Deir Ezzour di pochi mesi fa, 9 se non erro, a Jabahl Tardeh, che costò la vita di più di 100 soldati siriani, ed altrettanti feriti; attacco aereo non casuale, ripetuto fino a distruggere la linea difensiva, che infatti cadde e subito; i miliziani jihadisti partirono all’attacco prontissimi, forse troppo, per approfittare di tanta “manna dal cielo”, e così la città ebbe le difese spezzate e nell’ora più cupa venne chiamato il gen. Issam Zahareddine a salvare dal disastro l’intera sorte di decine di migliaia di anime.
Si armarono anche i civili, le donne, ma nessuno si arrese, e la spinta offensiva dei “Takfiri” si esaurì, e con mille difficoltà in più per gestire le difese spezzate, riuscirono a resistere, contro ogni logica ed ogni previsione.
E oggi che queste difese sono tornate unite, vediamo nuovamente lo stesso generale riabbracciare i suoi uomini rimasti a lottare di là; ora combattono nuovamente fianco a fianco e non basteranno semplici escamotage, come l’avanzata SDF, ad impedire la riunificazione della Siria sotto la stessa bandiera. Credo proprio che la guerra proseguirà, forse con altri metodi: la diplomazia ha dimostrato di saper riportare sotto la bandiera siriana più di 250 tra gruppi e comunità “ribelli”, che ora combattono con i soldati dell’esercito; così domani, una volta sconfitta l’ISIS ed eliminata ogni sua traccia dalla Siria, vedremo come risolvere la difficile situazione che gli USA stanno ricreando pur di non riconoscere la loro sconfitta. La loro strategia è chiara, sostituire al servo sconfitto, e con l’immagine compromessa, dei nuovi servi con un’immagine candida per proseguire la lotta o spezzare un paese che per loro equivarrebbe ad una mezza vittoria. Vedremo quel che accadrà e vedremo anche come Israele deciderà le sue prossime mosse: dopo un inutile bombardamento su un capannone utilizzato come deposito militare iraniano, presumo, di certo non per armi chimiche, visto che non vi è stata ne fuga ne traccia di nulla nei dintorni…
Chiudo con una considerazione a proposito della sentenza dell’agenzia delle Nazioni Unite sul presunto attacco chimico di Khan Touman:
“”Gli investigatori dell’Onu, che non hanno mai messo piede in Siria, hanno affermato di aver basato i propri risultati su fotografie dei resti delle bombe, immagini satellitari, e sui racconti dei testimoni oculari.”
Il discorso si esaurisce qui, è una “cagata pazzesca”, nessuna commissione d’inchiesta si è mai recata sul posto a prelevare campioni, a controllare la veridicità dei fatti, ad esaminare i cadaveri seppelliti sul posto. Che cosa hanno fatto?? Che razza di commissione è?? Chi hanno interrogato?? Lo dicono loro ai terroristi di Al Qaeda che hanno messo in scena lo psicodramma e lo hanno poi filmato e diffuso, come già fecero nel 2012 alla periferia di Damasco.
Altro fattore, la notizia viene diffusa ad arte il giorno successivo la rottura dell’assedio di Deir Ezzour da parte delle forze armate siriane, che più di tutti stanno combattendo da anni il Califfato ed Al Qaeda.
Ricordo inoltre a tutti che sempre è stata richiesta, sia da parte siriana che da parte russa, la presenza sul posto di una commissione che verificasse nei dettagli la versione preparata da al Qaeda e servita a tutti i media occidentali, ma l’ONU si è sempre rifiutata di inviare degli investigatori a fare davvero il loro lavoro.
E in Occidente non c’è nessun giornalista a porsi delle domande sui metodi di indagine seguiti da questa sorta di grottesca commissione??”
Tratto da un mio post a commento dell’articolo che dava la notizia dell’esito del “lavoro” della commissione, davvero esemplare come metodo scientifico di indagine: Sherlock Holmes ne rimarrebbe davvero impressionato.
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