Ci troviamo ad un punto cruciale di queste settimane di guerra in Siria. La battaglia per Afrin sta mostrando un triste epilogo per le milizie curde che hanno rifiutato l’aiuto siriano (non accettarono infatti le buone condizioni offerte subito dal governo) per tornare sotto la bandiera della Siria. Consegna delle armi, inquadramento sotto comando siriano delle milizie YPG trasformandole in NDF, riservisti sotto comando siriano, e passaggio del governo locale alle autorità siriane, il tutto per togliere ogni alibi ai turchi e portarli ad una desistenza dalla guerra.
In questi giorni abbiamo visto molti miliziani siriani correre in aiuto delle forze curde, con le bandiere siriane sono stati accolti come eroi in Afrin. Si sono portati presso cittadine che rischiavano di cadere, hanno combattuto e sono morti al fianco dei fratelli curdi-siriani. Ci chiediamo cosa abbia spinto i comandi curdi nella loro ottusa testardaggine, che è costata così tante vite. Le cittadine periferiche sono cadute una dopo l’altra, l’ultima oggi, Jandaris. Momenti fa è stata completamente occupata dalle FSA forze terroristiche composte da miliziani jihadisti, al soldo della Turchia. Le stesse che occupavano Aleppo est e che occupano ancora diverse città nella sacca del Ghouta est.
Ora le forze filoturche si trovano da nord a meno di 5 Km dalla periferia di Afrin, da sud invece a circa 8 Km dalla periferia di Afrin.
La popolazione sta fuggendo in massa, le strade sono intasate di vetture e cittadini che con mezzi di fortuna cercano di raggiungere i territori più vicini difesi dall’esercito siriano.
Ecco fino a questo punto i telegiornali occidentali, o almeno italiani, ci arrivano, ci fanno vedere i civili in fuga, ma al momento di dirci dove stiano andando, ecco che qualcosa nella loro testa si inceppa e va in tilt. Per loro ammettere che i siriani si sentano difesi dall’esercito siriano è un concetto troppo complesso e inaccettabile, dopo aver passato anni a dipingere l’esercito come “milizie fedeli ad Assad” odiate dalla popolazione. Ecco, ora è davvero troppo per loro dover ammettere i tanti errori da loro commessi e si tacciono. Questa gente disperata fugge verso il nulla.
Ghouta est
Questa notte le Unità Tigre hanno tentato di forzare le ultime difese che li separavano dal fronte occidentale a sud di Harasta. Una volta presa Beit Sawa si sono lanciate in avanti, aggirando da sud Madyara. Probabilmente si sono accorti di rischiare il fuoco incrociato delle postazioni jihadiste e hanno desistito. Oggi potrebbe rivelarsi il giorno decisivo per spezzare in due la sacca.
Vi rimando ora agli aggiornamenti dei giorni scorsi in modo che possiate vedere come i progressi siano stati davvero notevoli.
Vi posto anche il video del commento parlato della situazione in Siria in modo che possiate vedere le tante mappe che prepariamo.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 3-3-2018 ore 23.40
Sacca del Ghouta est
Grande giornata per l’esercito siriano.
Dopo giorni di continua pressione offensiva, ad elevata intensità di fuoco, le forze siriane si erano portate ieri sulla base 274, base strategicamente importante, sia come simbolo, sia perché ultima linea di difesa fortificata delle forze jihadiste.
Presa la base infatti oggi sono crollate di botto le difese interne che, non avendo più posizioni fortificate e trincerate da opporre, si ritirano di fronte all’avanzata guidata dalle Unità Tigre, forze speciali siriane.
Al momento le postazioni avanzate si sono attestate con combattimenti sostenuti presso Ar Raynah, già liberata per metà e Al Shaffoniyah. Le avanguardie stanno ora combattendo di fronte alle cittadine di Beit Sawa e Mesraba, una avanzata davvero imperiosa ed inattesa.
Appare quindi chiaramente la strategia siriana: vogliono separare in due la sacca del Ghouta, avanzando verso la base a sud-est di Harasta, raggiungendo il saliente difeso da truppe siriane.
Il crollo di queste linee interne ha indebolito fortemente la resistenza degli jihadisti all’interno di Nusarabiyah, che si sono dovuti ritirare non appena attaccati in forze dall’esercito siriano, 8 ore fa.
Caduta Nusarabiyah anche i difensori di Utaya hanno ceduto ai siriani il controllo di questa cittadina, con una avanzata che non ha precedenti nel Ghouta est, sacca dove si combatte da anni.
Ognuno di questi attacchi ha ricevuto adeguato supporto da parte delle aviazioni sia siriana che naturalmente russa.
Proseguono i violentissimi scontri a fuoco nel tremendo scenario casa per casa di Harasta dove la 4° divisione sta combattendo tenacemente guadagnando metro dopo metro in uno scontro davvero sanguinoso.
Son segnalati diversi scontri a fuoco interni tra le milizie jihadiste che occupano con violenza queste città da anni e le popolazioni locali che sentono vicina la liberazione e si rivoltano armi alla mano contro i loro aguzzini.
Speriamo che domani ci attendano altre ottime notizie.
Nel frattempo vi rimando alle sitrep scritta del 2-marzo-2018 per leggere come si sia evoluta la situazione su altri fronti e in particolare del pericolo di una simulazione di attacco chimico.
http://sakeritalia.it/…/situazione-operativa-sui-fronti-si…/
Vi segnalo anche i violentissimi bombardamenti delle aviazioni siriana e russa sulla sacca di Idlib, nel settore a nord di Hama. Sono state colpite Kafr Zita e Ltamenah, preludio forse di un attacco siriano su questo settore. E’ stato colpito un deposito di munizioni sotterraneo a Kafr Zita, ad opera dei precisissimi caccia russi.
Nel settore di Afrin segnalo invece la caduta di Rajo che era difesa anche da truppe siriane NDF, la prossima offensiva turca sarà su Jandaris che in parte è già circondata.
Per oggi è tutto, domani sarò impegnato tutto il giorno nelle operazioni dei seggi elettorali, vi auguro una buona domenica e un buon voto.
aggiornamento flash dai fronti siriani del 6-3-2018
Cantone di Afrin
Momenti fa è arrivata la notizia che le truppe FSA , affiancate da forze speciali turche, si appresterebbero ad entrare nella cittadina curda di Jandaris, località strategica ormai semi circondata ed indifendibile.
Speriamo che le difese tengano o che almeno riescano ad evacuarle per formare una nuova linea di difesa verso Afrin.
Al momento proseguono sulle difese curde, affiancate da milizie NDF siriane, i bombardamenti preparatori da parte dell’aviazione turca.
Dopo la caduta di Rajo, Jandaris sarebbe la seconda cittadina a cadere, ma aprirebbe la strada per Afrin dal sud del cantone.
Anche Sheik al Hadid è stata catturata dall’esercito turco, in questo modo tutti i confini turco-siriani, sono stati conquistati e il primo obbiettivo turco può dirsi completato.
Ghouta est
L’avanzata siriana è proseguita decisa per tutta la giornata di ieri, la strategia appare chiaramente quella immaginata di tagliare in due o forse in tre la sacca, separando anche Harasta da Duma e Jobar.
Al momento attendiamo il prossimo colpo e spallata alle difese per arrivare a ridosso di Mesraba, dove proseguono gli scontri tra alcune fazioni di jihadisti. Possibile che alcune ricerchino un accordo immediato con i siriani e le altre no.
Manbij
Segnalati movimenti di ingenti truppe curde YPG che dalle regioni occupate della Siria orientale starebbero abbandonando i fronti difesi ormai dalle SDF filoamericane e dalle truppe speciali USA.
Da informazioni trapelate, sembra si stano riposizionando sia su Manbij e anche verso Afrin per rinforzare le difese curde e per procedere, a quanto pare, ad un vero e proprio attacco contro le forze FSA affiancate dalle truppe turche.
La colonna in marcia dai territori siriani occupati verso Afrin sarebbe composta da almeno 1200 combattenti secondo fonti siriane militari.
Proseguiamo nel monitoraggio.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 6-3-2018 ore 20,30
Goutha est
Ancora nuove zone della sacca sono state liberate grazie all’offensiva condotta dalle truppe siriane che sono ora più vicine a Jisree. La notizia più importante riguarda ancora Mesraba, dove la cittadinanza è in lotta contro gli jihadisti. Hanno esposto su palazzi e moschee le bandiere siriane e contattato i comandi dell’esercito siriano perché entrino velocemente in città liberandola.
Poco più a sud, a Hamouriyah e Saqbah, bandiere siriane sventolano sulle piazze principali, su diversi palazzi e moschee, segno che la popolazione accoglie l’esercito ed è in scontro aperto con i terroristi al loro interno.
Questo fatto potrebbe anche allontanare i rischi di vedere ripetuto lo scenario di un attacco chimico scatenato dai terroristi per causare l’intervento armato delle potenze occidentali contro l’esercito siriano.
Nel video le forze siriane impegnate nei combattimenti nella sacca.
Afrin
Prendono corpo le notizie della smobilitazione di molte truppe dalle zone occupate dell’est della Siria. Oggi abbiamo dato notizia della partenza di una prima colonna di rinforzo, ora arrivano notizie di altre in preparazione con migliaia di miliziani.
La prima da 1200 miliziani sarebbe composta non da Curdi ma da arabi della fazione armata che risponde al nome di Jaish al Thuwar. Fonti americane, del pentagono, hanno diffuso un comunicato in cui annunciano che le forze curde schierate lungo la valle del fiume Eufrate, impegnate nella lotta contro ISIS, abbandoneranno la zona ritirandosi verso Manbij o Afrin per partecipare alla difesa dei cantoni.
Lo scenario che avevamo ipotizzato con il crescente malcontento curdo per l’immobilismo e prepotenza USA, che da un lato non difendeva i curdi di Afrin e dall’altro minacciava i miliziani YPG che volevano invece difendere i loro fratelli, trova la naturale evoluzione nel distacco dei curdi dai padroni a stelle e strisce. Scelgono di combattere quindi contro le milizie FSA appoggiate dai turchi.
Vedremo come gli USA copriranno la zona ora, la coperta è sempre più corta.
Inoltre pochi giorni fa leggevo della presentazione di una milizia araba che si sta organizzando nella Siria occupata dagli USA per combattere gli invasori.
In questi video potete vedere le FSA che combattono contro le milizie curde. In uno si trovano a ridosso di Jandaris, nell’altro, sempre di oggi, sono a meno di dieci Km da Afrin.
aggiornamento flash dai fronti siriani del 7-3-2018, pomeriggio
Ghouta est
Procede inarrestabile la marcia delle forze armate siriane. Stanno liberando ormai metà della fu sacca del Ghouta. Oggi hanno compiuto uno sforzo extra attaccando le postazioni dei miliziani jihadisti di Beit Sawa, che si erano attestati sul limitare della cerchia urbana, ma le forze siriane hanno avuto in breve tempo ragione della resistenza delle milizie di Jaish al Islam e Faylaq al Rahman che, viste superate le loro difese, si sono dati alla fuga abbandonando la città.
Bene perché così facendo hanno permesso di risparmiare molte vite innocenti.
Nei giorni scorsi è però emerso sempre più come la popolazione locale stia ostacolando le milizie jihadiste ed in molte occasioni si siano anche ribellate alle loro angherie.
Notizia di ieri, le organizzazioni umanitarie che hanno portato gli aiuti a Duma hanno denunciato che i miliziani si sono impadroniti degli aiuti e che la popolazione ha ricevuto ordine di restare chiusa nelle case.
Scene come questa preludono la vendita di questi aiuti a chi possa pagarli a caro prezzo.
Occorre che la liberazione di Duma e delle altre città avvenga nel più breve tempo possibile e che questi cittadini siriani recuperino la loro libertà sotto la bandiera di Damasco.
Al momento la chiusura con il fronte siriano da ovest dista pochissimo, 800 metri circa, poi la sacca sarà divisa in due con Duma e Harasta a nord e Jobar ed Ein Tarma a sud.
In diverse cittadine del sud della sacca stanno esplodendo numerose manifestazioni di rabbia dei cittadini contro i miliziani.
Gli abitanti vogliono che se ne vadano dalle loro città, che si arrendano, loro e gli odiati caschi bianchi, che ormai tutti conoscono come degli attori che si guadagnano da vivere girando finti salvataggi che terminano sempre con una corsa di almeno 400 metri. Ormai non hanno nemmeno la fantasia di cambiare un po’ il copione.
Anche a Amoriyah e Saqbah sono i corso manifestazioni e in diverse piazze, palazzi e moschee sventolano le bandiere siriane in aperta sfida contro i miliziani.
Manca poco e tutte queste città verranno liberate definitivamente dai terroristi integralisti finanziati e protetti per anni da potenze straniere anche occidentali.
Afrin
Se dal lato del Ghouta le notizie buone abbondano, presso Afrin invece le cose precipitano.
Oggi le milizie FSA, terroristi di diverse fazioni sanguinarie ed integraliste, nascoste sotto una bandiera difesa ed esposta in tutta Europa come fosse una bandiera di libertà e non di morte e sofferenza per la popolazione siriana, hanno attaccato diverse cittadine: Katma, Kafr Jana, Metina, la diga del lago Maydanki, Hilubiyè, Al Ciya. Sono tutte cadute sotto il controllo turco. Come avevamo spiegato, raggiungendo il falsopiano e lasciando le montagne impervie alle spalle, le forze guidate dalla Turchia non trovano ostacoli alla loro marcia e travolgono ogni postazione difensiva dei Curdi.
A Kafr Jana sono morte diverse decine di combattenti delle NDF siriane, combattendo fianco a fianco con le milizie curde. Si erano aiutati a vicenda anche anni fa e nessuno di loro lo ha dimenticato.
Ormai temo sia davvero tardi per rinforzi curdi anche consistenti. Afrin dista circa 6 Km dalla linea di fronte in rapida avanzata, e già domani potrebbe essere in vista. Anche da sud le forze filoturche avanzano, Jandaris ha le ore contate. L’assalto, come anticipato ieri, è partito stamane e le truppe di Ankara sono ora dentro la cerchia urbana.
Per ora è tutto
aggiornamento flash dai fronti siriani
8-3-2018
Ghouta est
Dopo la liberazione di Beit Sawa, le forze siriane stanno tentando di aggirare Madyara da sud per ricongiungersi entro domattina col fronte a sud di Harasta e tagliare in due la sacca del Ghouta est.
La manovra è guidata dalle Unità tigre, alla quale si sono uniti i cacciatori dell’ISIS “ISIS Hunters” per dare quel di più che serve in questi frangenti.
Sarebbe un colpo durissimo per le scoraggiate milizie jihadiste.
Aggiornamento flash dai fronti siriani ore 18.00 del 11-3-2018
Ghoutha est
Due ore e mezza fa, circa, al culmine di violenti scontri tra le fazioni terroriste e l’esercito siriano, quest’ultimo ha sfondato le difese nemiche e liberato la cittadina di Medyara, riunendosi alla base siriana di Harasta, nel distretto di Arbeen, oggetto di pesante attacco mesi fa.
Con questo ricongiungimento la sacca del Ghouta est è ufficialmente spezzata in due, presto lo sarà in tre, verrà separata anche Harasta da Duma a nord e dalla sacca di Jobar a sud, da cui è già separata.
Ora vedremo come evolverà la situazione e come le imponenti proteste dei cittadini siriani stanchi di anni di occupazione da parte dei terroristi riusciranno a spingerli verso una mediazione per una resa conveniente a tutti, e principalmente ai civili.
Afrin
Prosegue l’avanzata turca, le truppe FSA, Freedom Syrian Armi, i terroristi cari all’occidente, stanno aggirando ad est la città chiudendola in una sacca che racchiude molti fronti ma dalla quale non vi sarà scampo se non con la resa, alle condizioni turche o il massacro dei miliziani e con essi molti civili.
Sorprende l’assordante silenzio occidentale che accompagna queste operazioni di aggressione e massacro.
La popolazione civile ha ancora una piccola finestra di fuga che verrà chiusa entro poche ore, speriamo si mettano in salvo il maggior numero possibile di essi.
Aggiornamento flash dai fronti siriani sera del 11-3-2018
Afrin
Le FSA turcocomandate, avanzano perentoriamente, non pare incontrino resistenza.
I combattenti curdi delle YPG devono essersi dissanguati nella lotta iniziale, ora in pianura non hanno mezzi alcuni per resistere allo strapotere delle FSA. A questo punto viene da domandarsi se effettivamente le cifre di 3000 miliziani curdi eliminati da parte turca non corrisponda al vero. Ad essi vanno aggiunti le decine di combattenti siriani delle NDF che hanno cercato col loro sacrificio di aiutare i fratelli curdo-siriani di afrin.
Entro pochissimo verrà chiusa l’ultima finestra di fuga per la popolazione ed i miliziani e Afrin sarà ridotta ad una sacca, a quel punto il lavoro di avanzata diverrà un lavoro di coltello.
Allego la mappa aggiornata e un link con il video diffuso della cattura di alcuni combattenti YPG sulle colline ad est della città di Afrin.
https://twitter.com/op_sh…/status/972868440842227712/video/1
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 12-3-2018
Ghouta est
Circa due ore fa l’esercito siriano, dopo aver spezzato in due la sacca del Ghouta est, come avevamo anticipato negli aggiornamenti di ieri, ha proseguito nell’indebolimento dei terroristi. Anche la roccaforte jihadista di Harasta è stata isolata da Duma, in questo modo quella che fu la sacca del Ghouta est è ora divisa in tre parti più deboli.
Ultima fatica in video, prima della presentazione della prossima SITREP scritta che uscirà presumibilmente domani.
Provo una soluzione per garantire maggiore precisione nella spiegazione delle mappe, indicando i punti di cui si sta parlando su uno schermo a parte. Ricordate di mettere il mi piace se gradite il video ed iscrivetevi al canale di SakerItalia, grazie!
Situazione al 13-3-2018
In generale sono giorni estremamente tesi questi che stiamo vivendo. Le minacce americane di colpire duramente la Siria, anche in assenza di qualunque motivo valido per farlo, lasciano sgomenti. La risposta russa è arrivata immediatamente. Alle scomposte frasi assemblate da una delegata USA al Palazzo di Vetro, la Haley, hanno fatto seguito quelle risolute del capo di stato maggiore gen. Valeri Gerassimov: Se verranno messe a rischio le vite dei nostri soldati in qualunque parte della Siria noi risponderemo colpendo anche i vettori dell’attacco.
Se ritorniamo con la mente alle parole del Presidente Russo di qualche giorno fa, presentando i nuovi sistemi d’arma, ecco che davvero potremmo attenderci, a differenza del passato, una netta e risposta russa ad un attacco ingiustificato contro la Siria, da parte americana ma non solo.
Il nuovo missile antinave ipersonico potrebbe già trovarsi in Siria pronto ad essere utilizzato, ma anche se lanciato dal mar nero troverebbe bersagli validi nel settore di mare che può raggiungere.
E per ora non parliamo di armi nucleari che è meglio.
Almeno un Su57 è rimasto in Siria, come sono rimasti tutti i sei Su35 che erano arrivati assieme ai caccia di 5° generazione.
In Siria si trovano anche i MIG31BM di cui ci chiedevamo la funzione, con i video diffusi alcuni giorni fa ci siamo schiariti le idee, sono i vettori dei missili ipersonici antinave Kinzhal.
In questo momento il presidente Trump parla ai suoi soldati da una base di Marines ed usa parole che richiamano al loro coraggio e all’amore che li lega agli USA. Un discorso che prepara loro ed il Paese a qualcosa di più.
Chiusi nel nostro orticello in tv noi alterniamo la brutta vista di un DiMaio o un Salvini o un Renzi, gente che non mi piace e non stimo. Siamo senza un governo e abbiamo all’orizzonte una possibile crisi internazionale, non sarebbe il momento migliore per avere un Gentiloni o una Pinotti al governo ed alla difesa, eppure abbiamo loro. Speriamo per poco.
Il caso del tentato omicidio in GB in cui vittime sono una ex spia russa e sua figlia viene utilizzato come un manganello mediatico contro la Russia. Senza prove viene incolpato un paese per un fatto avvenuto in un altro, dicendo che quel gas sarebbe del tipo prodotto a suo tempo dai russi, quando tutti sappiamo che una sostanza chimica può essere duplicata in laboratorio e anche se fosse, certamente non può dire chi ne abbia fatto uso.
Le pressioni su Russia o Siria potrebbero distogliere lo sguardo dall’Iran ma non dimentichiamo che questa è da sempre il pallino del Presidente Trump.
Oggi ha silurato il suo segretario di stato Tillerson, sostituendolo con l’ex capo della CIA Pompeo, uomo d’azione e guerrafondaio. Certamente non una scelta di pace.
Ghouta est
Divisa quindi in tre parti, i terroristi al suo interno sono di certo indeboliti e le forze siriane avanzano, nei villaggi liberati. Sono stati trovati depositi di materie prime chimiche e attrezzature per lavorare e combinare sostanze differenti e si sospetta possa trattarsi di un laboratorio spartano e rustico per produrre agenti chimici aggressivi.
Il timore che venga inscenato in questi giorni un attacco chimico da parte dei terroristi è altissimo.
Facendone ricadere la colpa sulle truppe di Damasco, darebbero il “LA” ad una azione di aggressione da parte di USA, Francia e GB.
Ad Harasta intanto i gruppi jihadisti hanno aperto una trattativa col governo.
Afrin
La situazione qui appare ormai disperata, il corridoio in uscita dalla città e dalla sacca è rimasto aperto da ieri e in massa la popolazione è fuggita verso le zone controllate dalle truppe siriane e Tall Rifat. Ormai le forze filoturche stanno dilagando e non pare affatto che le truppe curde oppongano resistenza, ma invece si stanno ritirando man mano.
Ormai è una partita persa.
I rinforzi dai settori sotto controllo USA sono arrivati troppo tardi e non serviranno a nulla.
Ora non resta che sperare che almeno i restanti settori vengano passati direttamente al governo siriano affinché si fermino i miliziani jihadisti filoturchi.
Per oggi credo sia tutto, vi invito anche a vedere il video e ad iscrivervi al canale Youtube.
Stefano Orsi
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