Situazione importante quella che andiamo ad esaminare oggi.
Questa è stata una settimana impegnativa, non tanto sul fronte delle battaglia, quanto sulla battaglia mediatica e diplomatica che si è sviluppata a partire dal giorno 12-12-2017.
Iniziamo a vedere la situazione sui fronti attivi e poi passeremo alla guerra delle dichiarazioni.
Fronte di Idlib
La sacca di Idlib è sempre più al centro delle attenzioni da parte della alleanza siriana contro il terrorismo.
Dopo aver eliminato tante sacche che trattenevano molte truppe e eliminato praticamente ogni traccia del ISIS, le forze siriane vanno trasferendosi ai margini della sacca, distribuendosi principalmente dal sud di Aleppo, per evitare eventuali contrattacchi, e poi sul Kanasser, da dove alcune brigate corazzate stanno attaccando il fianco est di Al Qaeda, sul fronte sud troviamo i combattimenti più pesanti.
Il punto di resistenza del fronte qaedista pare essere stato individuato in Rahjan, da giorni e giorni si succedono gli scontri. Nessuna delle parti riesce ad avere ragione dell’altra, anche la 1° divisione costiera dei “ribelli” FSA è stata chiamata qui a difendere questo settore, si tratta di uno dei reparti storici della guerra in Siria, uno dei primi costituito dai “ribelli”.
Il fatto che ora stia combattendo con i qaedisti ci dice molto della reale natura delle FSA e di come sia stata costruita questa guerra per procura, con buona pace per i vari Del Grande che farneticano di ribelli buoni.
Procedendo verso ovest troviamo l’anomalia della sacca, un fronte ISIS di transfughi, fuggiti alla chetichella dall’accerchiamento dei siriani nella sacca di Hama-Homs e risaliti nella sacca attaccando alcuni villaggi occupati da Al Qaeda, riarmandosi di tutto punto. Ora hanno preso il controllo di alcuni villaggi e si stanno espandendo facendo incetta nei depositi di Al Qaeda.
Al Momento non attaccano le SAA ma si concentrano sui terroristi, per cui a tutti va bene così tranne che a chi le sta buscando dagli uni e dagli altri.
Avanzano verso nord incuneandosi tra i due fronti siriani.
Ad ovest di questa infatti vi è un’altra area di combattimenti. Qui troviamo altre unità corazzate siriane che stanno avanzando, hanno ormai oltrepassato tutte le zone che furono il confine della sacca nei mesi precedenti e ora lambiscono alcune aree strategiche, Mushayrifah, Thal Khinzir, Ash Shutayb sono villaggi che stanno resistendo ma che potrebbero presto essere liberati dall’SAA.
Quali i primi obbiettivi dell’offensiva
Innanzitutto SAA intende costringere ad una ritirata le forze di Al Qaeda, penetrando con le sue truppe sempre più in profondità su alcuni fronti separati che man mano si avvicinano, fino al momento in cui gli jihadisti non saranno costretti ad abbandonare le loro posizioni o a restare chiusi in sacche.
Saa intende portarsi con due passi distinti fino alla strada Aleppo-Hama e se riusciranno, in seconda battuta, fino alla successiva che corre in mezzo a Abu Adh Duhur, dove si trova una importante base dell’aeronautica.
Seguiremo con attenzione questo fronte, i rinforzi che arrivano lasciano intendere che vi sarà una continua escalation ma sanno anche che li attende una resistenza pesante.
Nonostante un ritiro parziale, le forze aeree russe non hanno dato tregua ai terroristi colpendone i depositi ed i comandi.
Fronte di Al Abukamal
I siriani procedono nello smantellamento della sacca di Al Sukhna, pian piano avanzano e sondano la presenza ISIS, e poi avanzano ancora, pian piano, nessuno gradisce essere l’ultimo a morire di una guerra…. e come dar loro torto.
Dal lato curdo SDF, la campagna langue, qui di combattimenti intensi non se n’è mai vista neppure l’ombra. Ora le notizie più eclatanti arrivano da possibili dispetti che i piloti americani e russi si farebbero in volo….
Un settore ISIS al confine tra Siria ed Iraq non appare toccato dalle forze SDF-YPG, questo avvalora le voci su uno scambio tra i pozzi di Omar e una zona franca per i terroristi, che del resto vi sono confluiti in massa dal vicino Iraq.
Brutto segnale per la poca affidabilità residuale degli Stati Uniti per gli ebeti che ancora ci credessero.
Fronte del Golan siriano.
Al confine tra il Golan siriano e quello ancora occupato da Israele, c’è una piccola sacca ISIS. Qui alcune brigate siriane avanzano pian piano per eliminarla, nulla di eclatante, solo la vicinanza con Israele rende interessante questo fronte. Infatti questo paese aggressivo spesso attacca i siriani proteggendo i terroristi, vi sono comprovati episodi di aiuti forniti ai feriti e rifornimenti transitati dai territori occupati.
Eventi del giorno 11-12-2017
Il giorno 11- dicembre il Presidente Russo Putin atterra presso la base russa in Siria di Hemeimin, dove ad attenderlo c’era il presidente della Siria Bashar Al Assad.
Insieme hanno ringraziato i soldati Russi, visitato la base ed i comandi e pronunciato un discorso. Zio Vova ha annunciato infine il ritiro delle forze russe dalla Siria, ma attenzione non spaventatevi, i fronti sono enormemente diminuiti di numero e molti caccia ora non servono, inoltre in caso, in poche ore possono rientrare.
Comunque molti reparti stanno rientrando, polizia militare piloti,ecc,
Terminato l’incontro e il discorso, l’aereo presidenziale, sempre scortato dai SU-35, è atterrato al Cairo. Incontro e conferenza stampa col presidente Al Sisi, contratti miliardari, centrali nucleari russe, armi, e una base per l’aviazione russa ad ovest di Alessandria, un colpaccio.
Decollo e nuova meta, Ankara, dove ad attenderlo trova il presidente Erdogan. E’ stato un giro di trionfo, che celebra i grandi successi della diplomazia russa su quella americana.
Allego qui due video, uno che tratta appunto della situazione dei fronti in Siria e del medio oriente, realizzato da me e da Sascha di SakerItalia.it
L’altro video è invece uno speciale realizzato grazie al contributo della giornalista Leni Remedios dal Regno Unito, che ci ha presentato la situazione relativa alla attuale crisi in Israele dopo la decisione di dare corso alla risoluzione del congresso Usa del 1995 che riconosce Gerusalemme come capitale di Israele.
Per oggi è tutto ci ritroveremo la settimana prossima.
Stefano Orsi
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