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Riprendiamo le nostre osservazioni dei fronti attivi nella guerra in Siria, osservando le operazioni sulla sacca di Arsal, sconfineremo in Libano.
Sacca di Arsal
Terminata la rimozione dei terroristi di Al Qaeda, a bordo di autobus verdi, segno distintivo e simbolo della sconfitta, sono riprese con vigore le operazioni belliche congiunte tra Siriani e Libanesi ognuno dal rispettivo lato della frontiera.
Abbiamo già analizzato di come sia una importante operazione per l’esercito libanese, in perfetto coordinamento con le esperte e disciplinate truppe di Hezbollah, e di come il coordinamento con il fronte dal lato siriano stia dando frutti davvero di grande interesse.
Nei giorni scorsi sono giunti su questo fronte, rinforzi siriani, per allargare l’avanzata a tutto il settore siriano, e l’avanzata decisa ottenuta ieri conferma come, rimasti in poche centinaia, i miliziani del Califfato, non riescano più ad opporre una qualche resistenza di pregio.
Il legame tra i due lati dell’avanzata è dato dalle truppe Hezbollah che agiscono da coordinamento tra i due eserciti, essendo presenti su entrambi i lati del confine.
Nei giorni scorsi ho avuto modo di leggere articoli ispirati ad agenzie internazionali che riportavano la notizia dell’iniziativa, omettendo del tutto che fosse in corso da settimane, come ben sanno i nostri lettori, e che fossero impegnate assieme sia le truppe libanesi che quelle siriane, con la massiccia e determinante presenza di Hezbollah. Altra osservazione, le medesime agenzie riportavano di una fantomatica presenza USA su questo settore, che a noi non risulta affatto; nessuna nostra fonte ne riporta o ne ha mai riportato la presenza nemmeno come consiglieri: difficile immaginarli fianco a fianco ad Hezbollah, infatti.
Altro esempio di manipolazione ed omissione di fatti legati alle vicende siriane.
Quella di Arsal è l’ultimo baluardo dei terroristi presente al confine tra Siria e Libano: il difficile lavoro di semplificazione dei fronti interni, da noi sempre messo al primo punto delle priorità per l’esercito siriano, sembra concretizzarsi sempre più. Restano attive le sacche del Goutha est, di Homs ed ora la nuova di Hama ed Homs che prima era un saliente.
Eliminata anche questa sacca, il vantaggio per i siriani sarà duplice: da un lato avranno liberato tutto il loro territorio a cavallo col Libano, rendendo immediatamente disponibile un altro numeroso contingente di soldati da impiegare su altri fronti caldi, e secondariamente avranno eliminato una base strategica finalizzata ai traffici di armi e uomini per i terroristi.
Ancora pochi giorni e vedremo scomparire i confini di questa sacca. Già i primi 200 miliziani ISIS si sono arresi ad Hezbollah: spero ne seguano molti altri. Anche se venissero trasferiti ad altra destinazione, la sconfitta e l’abbandono di tutti i loro equipaggiamenti e depositi peserà sulla possibilità di un effettivo loro nuovo impiego.
Fronti della nuova sacca di Hama-Homs e della Siria centrale
Proseguiamo nel monitoraggio delle operazioni condotte dall’esercito siriano in ordine all’eliminazione della resistenza ISIS nella zona desertica della Siria centrale.
Abbiamo annotato come l’evoluzione di questo fronte abbia concretizzato la manovra da noi auspicata mesi fa per spezzare la resistenza del fronte di Hama ed Homs, tagliando il saliente da Itryiah al settore di Palmira; ora, questo passaggio è stato finalmente creato e le truppe comandate dalle Unità Tigre stanno provvedendo ad allargarne i confini e assicurarne la tenuta.
Abbiamo intanto avuto conferma che il settore a nord, isolato dall’aggiramento da parte delle Unità Tigre, fosse stato effettivamente abbandonato velocemente da ISIS, probabilmente non appena compreso il tentativo da parte siriana di chiuderli in una morsa mortale.
Quindi tutta quell’area che ora vedete contornata da trattini verdi è da considerarsi liberata dai terroristi.
Ovest: prosegue anche l’attacco siriano sui fronte ad est di Subbura; procede l’avanzata siriana, che ora lambisce le roccaforti di Jana Aly-Alybavi, Sulaytiya e Salba; mantenere costante pressione sui fronti obbliga i miliziani a restare sulla difensiva e a non poter spostare truppe per organizzare dei contrattacchi di alleggerimento; oltretutto mantenere saldamente l’iniziativa permette ai siriani di decidere dove spostare gli attacchi in modo da mettere sempre in maggiore difficoltà i terroristi. Fatto non secondario, anzi: una costante offensiva impone ai difensori livelli di utilizzo dei loro depositi di munizioni che a breve potrebbero trovarsi in enorme difficoltà nel mantenere il necessario livello di fuoco di risposta per riuscire ad avere un’efficace risposta agli attacchi dell’esercito siriano.
Se osservate la mappa, in basso vedete segnati dei bombardamenti aerei, quelli sono stati portati nei giorni e nelle settimane passate sia dall’aviazione siriana che da quella russa, che non ha risparmiato nemmeno l’utilizzo di missili da crociera.
In quei siti vi erano stati individuati depositi di munizioni e centri di comando ora resi inservibili.
Nel settore di Al Kadir, zona sud della provincia di Raqqa, ieri è stato segnalato un possibile attacco aereo da parte USA, a dire del giornalista che lo ha riportato e che è stato citato come fonte; ma non ho trovato alcuna conferma da parte dell’esercito siriano, per cui lo metto nei tanti forse di questa guerra; direi comunque che si tratta di un evento se non impossibile, di certo improbabile: finora infatti gli Usa hanno rispettato gli accordi presi dal loro presidente Trump e dal suo omologo russo Putin; non vedo motivo di rompere questo accordo che pare reggere bene.
Spostandosi ancora più ad est, sono proseguiti gli scontri a margine della base T2, i siriani avrebbero ripreso il controllo del villaggio di Humaymiyah, luogo di pesanti scontri nei giorni scorsi.
Settore di Deir Ezzour assediata
Gli uomini sotto il comando del gen. Issam Zahareddine, proseguono la loro serie di attacchi contro le linee degli assedianti, al fine di mantenere, in maniera incredibile e contro ogni ipotesi, l’iniziativa, sebbene circondati e con le difese spezzate in due tra la zona dell’aeroporto e quella della base dell’artiglieria; eppure riescono non solo a rispondere e contenere i quotidiani assalti, ma anche ad infliggere pesanti perdite all’ISIS.
Stefano orsi
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