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Una potente offensiva dell’esercito siriano è in corso mentre vi sto scrivendo. E’ partita sul fronte di Idlib il giorno 26 u.s., e sta dando i suoi frutti.
Vediamo bene le novità di questa settimana.
Questo fronte si divide ulteriormente in diverse iniziative.
Mentre risultano stabili i settori del Khanasser, del sud di Aleppo e del nord est di Hama, la zona direttamente a nord della città appare in fermento.
Una potente offensiva siriana ha aperto un nuovo fronte che si sta spingendo avanti verso Khuwayn Al Kabir, che sarà un altro centro di resistenza qaedista.
Sono già diversi i villaggi liberati in due giorni di pesanti combattimenti: Tamat al Khalifah, Umm Umm Turaykiyah, Al Magarayn, Mmushayrifah, Tall Khinzir e proprio in queste ore si è aggiunta Abu Dali, che se ricorderete resistette diverse settimane ai terroristi di Al Qaeda e, quando cadde, la vendetta dei terroristi si scatenò sui combattenti che vennero tutti massacrati.
I combattimenti sono pesanti, le fila di Al Qaeda sono ben piazzate e oppongono una dura resistenza ma per ora non pare riescano a fermare l’esercito siriano.
Il giorno 26 è stato abbattuto un caccia siriano, grazie all’utilizzo di un manpad, un missile antiaereo da spalla. Probabilmente, dalle immagini diffuse, un 9K38 Igla, sistema di origine sovietica, diffuso ed utilizzato in alcune occasioni anche dai curdi del PK contro gli elicotteri turchi.
Possibile che l’esercito siriano ne avesse in dotazione, così come quello iracheno e che attraverso lo svuotamento dei depositi ne siano stati recuperati diversi.
Il pilota siriano del caccia il-39 si sarebbe lanciato ma una volta catturato è stato ucciso.
Ricordiamo che, dall’intervento russo in Siria, anche un elicottero russo era stato abbattuto proprio nelle vicinanze di questo settore.
Proseguono con grande e cosante frequenza i bombardamenti sulle posizioni dei terroristi da parte delle forze aerospaziali russe, che stanno compiendo un lavoro egregio anche dopo il rientro di parte del dispositivo in patria. Nella foto un cokpit di SU-34 sul quale si addestrano i piloti russi.
In risposta agli attacchi siriani, i terroristi stanno cercando di allargare il conflitto per dividere le forze siriane e diminuirne la capacità offensive, mossa già tentata a nord ovest di Hama ma finita male. Ora invece ci stanno riprovando sul settore da tempo sopito di Latakia, fronte montuoso, ostico in inverno.
Attualmente le truppe siriane presenti sono state in grado non solo di fermare ogni avanzata ma anche di recuperare un villaggio momentaneamente perso. Possiamo pertanto ritenere questo diversivo come fallito, al pari di quello a nord ovest di Hama.
Questa iniziativa si è accompagnata con un lancio di missili contro le basi russe in Siria. In particolar modo verso l’aeroporto di Hemeimin. Tuttavia il sistema difensivo Pantsir ha reagito in maniera automatica eliminando due missili diretti sulla base, un terzo è caduto al di fuori dei confini della base ed è stato ignorato dal sistema che evidentemente ne aveva calcolato con precisione la traiettoria. Singolare comunque la disponibilità da parte degli jihadisti di sistemi di tale gittata… I comandi russi sospettano che i terroristi stiano ancora ricevendo rifornimenti e nuovi sistemi d’arma.
È importante notare come queste forze jihadiste si stiano dimostrando, come avevamo ben spiegato, molto ostiche. Nei mesi scorsi hanno allestito ottime strutture difensive e ammassato depositi nelle vicinanze dei fronti, per cui offrono una strenua resistenza ma, allo stesso tempo, arretrando, la loro preparazione difensiva diminuirà e l’avanzata, se ben sostenuta, potrà accelerare fino ad una caduta del fronte difensivo verso un perimetro ridotto e più spostato ad ovest di quello attuale.
Laddove c’è la presenza dei terroristi di Al Qaeda, troviamo sempre anche i maledetti White Helmets, terroristi che per guadagnare qualche soldo extra vestono le divise, sempre nuove e mai sporche e gli elmetti di questa fantomatica organizzazione di protezione civile, nata dall’idea dei terroristi per riuscire a raccogliere dai paesi occidentali centinaia di milioni di dollari in aiuti, come ampiamente denunciato dalla giornalista Vanessa Beeley e da molti altri.
Nel video potete vedere le ultime rappresentazioni inscenate sui fronti di Idlib, attendiamoci un nuovo finto attacco chimico se gli attacchi siriani dovessero continuare ad avere successo.
Abbiamo delle novità anche su questo settore.
I terroristi, un misto di Al Qaeda e gruppi ISIS, che trovano linfa e rifornimenti presso il vicino Golan occupato dagli israeliani, sta trattando la resa, pertanto dovremmo vedere arrivare a breve i pullman verdi per la loro esfiltrazione; o in direzione di Idlib o in quella meno gradita di Daraa. Staremo a vedere, intanto un’altra sacca pare destinata a scomparire.
In questo settore persistono due sacche ISIS, la prima lungo la sponda sinistra del fiume Eufrate, la seconda più grande, ad est lungo il confine con l’Iraq e a cavallo della provincia di Hasakah.
Per il momento in nessuna delle due si registrano attività di contrasto oppure offensive dei Curdi contro gli jihadisti, che qua godono evidentemente di uno status di garanzia e pace.
Le voci di uno scambio tra i pozzi Omar e la salvezza dei miliziani ISIS pare trovare sempre più conferme. Le voci che si rincorrono di nuovo: addestramento per circa 1000 miliziani ISIS offerto dagli USA nei pressi di Ash Shaddadi, appena a sud della città.
Gli Stati Uniti Non smettono mai di stupirci con nuove nefandezze.
Per oggi credo sia tutto. I colloqui di Astana sono andati bene e sono stati confermati gli impegni per estendere le zone di deescalation, che hanno finora dato ottimi risultati.
Resto in attesa del Congresso Nazionale per la pace in Siria che si terrà a Sochi in Russia il 29-30 gennaio prossimi.
Colgo l’occasione per porgere a tutti i lettori i miei più cordiali auguri per un felice 2018
Stefano Orsi
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