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Riprendiamo l’analisi del conflitto, o meglio dei conflitti che infiammano ed insanguinano la Siria ormai da diversi anni.
Come abbiamo visto con l’ultima scorsa, le forze siriane stavano muovendo nel deserto inoltrandosi verso est ed allontanando sempre più l’NSA filo USA da ogni fronte che ne giustifichi ancora la presenza in Siria.
Situazione generale e quadro internazionale
Sono giorni concitati, gli USA per voce del loro portavoce, hanno annunciato di avere notato movimenti di preparazione per un attacco chimico da parte delle forze siriane nella base di Al Shayrat, esattamente quella già colpita con minimi danni qualche tempo fa, proprio in seguito ad un finto attacco chimico inscenato dai terroristi legati ad Al Nusra.
Ora questo avviso potrebbe rappresentare un chiaro messaggio americano di copertura, affinché scatenino un ulteriore finto attacco chimico su qualche fronte. Tutto ciò per poter incolparne la Siria e, come il precedente attacco, verrebbe ritenuto credibile senza alcuna prova a sostegno.
Il governo USA si è già dichiarato pronto ad un nuovo attacco contro le forze militari siriane.
Queste dichiarazioni fanno seguito a una serie di attacchi aerei condotti dalle truppe sioniste di Tel Aviv che hanno ripetutamente colpito le truppe siriane a terra, impegnate nella lotta contro i terroristi nella zona di Quneitra, al confine con le alture del Golan occupate da Israele. Ad un primo attacco aereo, ne sono seguiti altri. Da notare come, non a caso, approfittando di questi attacchi, i terroristi abbiano sferrato un pesante attacco che però si è risolto in un netto fallimento, costato almeno la vita di 50 combattenti. La concomitanza di un attacco via terra dei terroristi e dell’attacco dal cielo dei caccia con la stella di David ci appare come una prova della collaborazione portata avanti in questi anni, con forniture regolari di armi, munizioni e viveri in funzione antisiriana alle fazioni jihadiste, tra queste la stessa ISIS. Più volte sono state mostrate le immagini dei soccorsi medici e dei ricoveri ospedalieri garantiti da Israele a tutti i terroristi feriti in guerra sul fronte sud al confine col Golan occupato.
Da tempo Israele sta intensificando le sue azioni contro la Siria e soprattutto contro Hezbollah, non è affatto da escludere che in realtà stia preparando un’aggressione contro la regione sud del Libano per occuparla militarmente.
Possibile scadenza per questa aggressione sarebbe prima della fine dell’estate.
Video da Jobar, vicino Damasco:
Procediamo come di consueto un fronte per volta.
Provincia di Raqqa
Le truppe siriane si sono stabilizzate presso l’antica Sergiopolis, odierna Resafah, e ora stanno lentamente, molto lentamente, riducendo la sacca del Kanasser, in modo da consentire alle truppe ISIS di andarsene da sole. Cosa assai preferibile rispetto a mobilitare molti mezzi per una massiccia avanzata dovendo combattere poi solo in alcuni punti fortificati. Se sloggiano da soli, dietro cordiale invito, è sicuramente meglio.
Come vedete in mappa, lungo la M42 le truppe di Damasco si stanno chiudendo a morsa e non vi sarà poi scampo per i wahabisti del Califfato.
Al momento non si segnalano altri scontri con le forze filo USA dell’YPG curdo che hanno mantenuto le loro posizioni.
Raqqa al momento è circondata, proseguono sanguinosi i combattimenti e non passa giorno che lo stesso osservatorio siriano per i diritti umani (si lo stesso di Aleppo ecc) non denunci decine di morti civili a causa delle bombe americane, eppure nessun notiziario occidentale ne da alcun rilievo e nessuna ONG si adopera per organizzare alcuna marcia per la pace e neppure protesta per la brutalità dei combattimenti. Come devono essere diversi questi morti civili siriani uccisi da intelligenti e linde bombe americane rispetto ai terroristi di Aleppo est bersagliati chirurgicamente dai caccia russi, dopo aver fatto evacuare i civili, falcidiati mentre fuggivano dagli stessi terroristi.
Stesso analogo caso a Mosul , città da mesi assediata e distrutta da bombardamenti. Qui i civili erano tenuti in ostaggio dai terroristi, che ancora controllano una piccola parte di città. Stremati dalla fame, nulla viene lasciato passare neppure per scopi umanitari. Molti sono i civili ancora intrappolati e migliaia le vittime innocenti finora contate ma, anche qui, silenzio. Ed è il caso di definirlo, tombale.
Fronte di Palmira e deserto lungo il confine iracheno
Mentre il fronte ad est di Palmira si trova in stato di stallo, le truppe siriane, guidate dal 5° Corpo d’armata e alleati, sono giunte fino alle porte della stazione di pompaggio T2, che già si trova in provincia di Deyr Ezzour. Nelle precedenti sitrep vi avevamo notificato come già alcune truppe si fossero spinte avanti nel deserto per controllare il grado di controllo che il califfato avesse mantenuto e possiamo dire che i combattimenti sono stati finora di minimo livello.
ISIS dovrà distrarre da altri fronti molti combattenti per riuscire a fermare una spedizione ben armata e numericamente consistente.
Sicuramente gli elicotteri russi KA52 stanno ripulendo il deserto nelle ora notturne, quelle a loro più congeniali.
Una vasta area desertica è stata superata senza incontrare resistenza ed ora è pattugliata per bonificarla dalla eventuale presenza di qualche postazione ISIS. Le forze siriane si sono mosse principalmente su due direttrici: la prima si è mossa lungo la linea di confine tra Siria ed Iraq, fino ad arrivare nelle vicinanze della stazione di pompaggio T2, in seguito si sono mosse le forze siriane presenti presso la stazione di pompaggio T3, a sud est di Palmira e sono anch’esse arrivate fino nei pressi della T2. Al momento si sono posizionate ma a breve attaccheranno e libereranno una preziosa base avanzata in provincia di Deyr Ezzour. Da qui potranno in seguito proseguire lungo il confine fino ad Al Bukamal, importante varco di confine, o puntare più a nord , attraverso il deserto per avvicinarsi in maniera perentoria alle difese della assediata e stremata Deyr Ezzour.
Una manovra asimmetrica potrebbe essere quella di aggirare Al Suknah e ricongiungersi con la M20 partendo dalla strada che congiunge le due stazioni di pompaggio, e da li proseguire per Deyr Ezzour.
Non vorrei azzardare ma credo che, se le condizioni del nemico lo concedessero, un mix di tutte e tre le manovre sarebbe l’attacco migliore possibile, in quanto costringerebbe ISIS a dividere le sue forze per arginare tutti i fronti in avvicinamento, esponendosi enormemente agli attacchi aerei sia russi che siriani.
Provincia di Quneitra
L’offensiva terrorista appoggiata dall’aviazione israeliana è stata annientata e pesanti ( almeno 50) sono state le perdite dei terroristi jihadisti.
Provincia di Hama
Sono state segnalate, redivive, le forze dei Falchi del Deserto. Di loro avevamo perso le tracce, come grande unità operativa e ben armata, ai tempi dell’offensiva verso Tabqa circa un anno fa, evidentemente per operare autonomamente ha necessitato di un lavoro di riorganizzazione e reintegrazione delle truppe. Le immagini che abbiamo mostrano armamento di prima qualità, dai T90 russi a mezzi blindati e tecniche attrezzate per i combattimenti nel deserto.
Compito di queste truppe speciali sarà lo sfondamento del fronte ISIS che resiste dal 2014, lo sfondamento è essenziale per provocare il successivo collasso e far arretrare il Califfato fino alla verticale, tra Palmira e Ithriyah, recuperando una strategica area per troppo tempo in mano all’ISIS.
L’offensiva non credo partirà nei prossimi giorni, ma credo più probabilmente nel giro di una settimana o poco più.
Provincia di Idlib e settore curdo di Ifrin
Sono segnalate da giorni forze turche che si stanno ammassando nel settore da loro occupato nel nord della provincia di Aleppo, si prevede un attacco turco per l’occupazione di questa zona difesa da forze curde YPG, forse al fine di ricongiungere le loro truppe al settore della provincia occupata di Idlib, dove da mesi è in corso una guerra interna tra fazioni di terroristi di Al Qaeda ex Al Nusra e quelle dei Jihadisti non allineati con Al Qaeda.
Per oggi è tutto, proseguiremo il monitoraggio per informarvi di ogni eventuale novità.
Stefano Orsi
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