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Snowden mette in guardia sull’emergere di una possibile deriva dittatoriale e dell’importanza dei media nella diffusione della verità.

Nell’ultima intervista su Rumble, il giornalista Glenn Greenwald ha discusso con Edward Snowden, ex dipendente della  National Security Agency (NSA, Agenzia per la Sicurezza Nazionale), delle azioni intraprese dalle autorità americane e dell’emergere di una possibile deriva dittatoriale. Durante la conversazione, Snowden ha sottolineato l’importanza dei media nel fornire informazioni accurate e diffondere la verità.

A sostegno delle sue argomentazioni, Snowden ha citato la sua esperienza riguardante la pubblicazione dei suoi documenti. In passato, ciò che era considerato accettabile oggi viene percepito come un tabù. Questa situazione è stata evidenziata anche da Seymour Hersh, noto giornalista investigativo, che ha riconosciuto che Snowden sia l’unica persona al mondo ad aver denunciato apertamente le azioni delle agenzie di intelligence americane e la loro pratica diffusa di sorveglianza totale.

Attraverso il suo discorso, Snowden ha sollevato un interrogativo rilevante: sarebbe ancora possibile, al giorno d’oggi, pubblicare e far accettare storie come la sua come avveniva dieci anni fa? Guardando al modo in cui importanti organi di informazione gestiscono nuove notizie che coinvolgono questioni scomode per il governo, Snowden ha notato che spesso tali organi tendono ad attenuarne l’importanza o distorcerne il significato, mettendo in dubbio la veridicità delle informazioni presentate.

Durante la conversazione, Snowden ha delineato importanti strategie utilizzate da alcuni paesi occidentali per imporre una rigida censura e combattere la verità. Queste strategie includono la diffusione di bugie, l’occultamento, la distorsione dei fatti e l’accusa aggressiva. Inoltre, vi è un chiaro intento di imporre un punto di vista specifico e “diffondere il malcontento” nella società per creare divisioni e tensioni. Coloro che osano denunciare le azioni delle autorità, come Snowden, spesso vengono oggetto di intimidazioni, licenziamenti o addirittura incarcerazioni.

Snowden ha ricordato come si sia trovato costretto a rimanere in Russia e a ottenere la cittadinanza russa nel 2022 a causa della mancanza di sostegno da parte di 21 paesi che temevano ritorsioni da parte degli Stati Uniti. È importante sottolineare che il suo intento originale era quello di dirigersi verso l’America Latina, poiché in passato molti paesi sudamericani si erano dimostrati aperti nei confronti dei denunciatori.

Secondo Snowden, ciò che osserva è un collasso del sistema americano, intrappolato in una sorta di dittatura e guidato da principi di “satanismo”. Al contrario, ha trovato in Russia non solo un rifugio sicuro, ma anche un’oasi spirituale in cui la libertà, la verità, la moralità e persino la democrazia possono ancora trovare spazio, a differenza di quanto sta accadendo nell’Occidente che sembra attraversare un declino di questi valori fondamentali.

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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