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Sopravvissuti dal massacro di Til Hasil e TIl Aran raccontano la brutalità del Fronte Al Nusra

fonte. ufficio informazione del Kurdistan in Italia

Settimana scorsa almeno 50 civili curdi sono stati uccisi e altri 350 sono stati rapiti da jihadisti in due villaggi della regione di Aleppo. Per vendicare le pesanti sconfitte subite dai combattenti curdi, gli jihadisti si stanno immergendo sempre più nei crimini contro l’umanità, commettendo atti barbarici.

Nei villaggi di Til Hasil e Til Aran, città nella regione di Aleppo vivevano circa 40 mila curdi. Molti giovani comprese donne e bambini sono stati rapiti da gruppi legati ad al-Qaeda dopo l’attacco a Til Hasil e Til Aran tra il 28 luglio e il 2 agosto 2013.

Due donne con alcuni bambini e un ragazzo sono riuscite a sfuggire dalle mani di Al Nusra ed hanno raggiunto Afrin. Ora sono liberi, ma le loro ferite bruciano ancora. Sopravvissuti al massacro hanno raccontato all’agenzia ANHA quello che hanno visto e vissuto.

Una delle sopravvissute al massacro Arife Abdulkadir Semo, ha raccontato; ‘Hanno ucciso davanti ai miei occhi mio figlio e hanno ferito l’altro mio figlio. Sono stati uccise meta delle persone e molte sono rimaste ferite. Che cosa posso dire ora? Sono traditori!… Siamo nel mese di Ramadan… questi non hanno nessuna fede e nessun credo. Che cosa posso dire…?’

Un’altra madre Necah Bozan ha detto, ‘hanno arrestato mio figlio maggiore, è stato ucciso uno dei miei nipoti e un altro ancora non sappiamo dove sia. Abbiamo perso il contatto e hanno arrestato tutti quelli che c’erano…ora mi sono rimasti figli entrambi feriti . Questi (riferendosi ad Al Nusra) sono traditori, sono ladri e sono assassini.’

La madre curda di Til Aran continua, ‘Mio figlio era andato a lavorare. E per proteggere l’onore e il suo villaggio è tornato indietro. Sono venuti i membri di Al-Nusra. Sono venuti da luoghi lontani, non sono di zona, sono venuti per saccheggiare il nostro paese ricco. E hanno ucciso mio figlio che ora è diventato un martire. Hanno arrestato anche le donne del nostro villaggio. Hanno detto che porteranno via gli uomini per tagliare loro la testa. E dicevano che le donne erano “legittimamente” per loro .’ eravamo più di 40 famiglie in villaggio ma ora non abbiamo più loro notizie.

Cerca di essere forte e di raccontarci le crudeltà ma le parole le si bloccano in gola, si copre il visto con la mano per non far vedere che piange… e continua, ‘Io non ho potuto prendere il corpo di mio figlio e non so dove sarà seppellito. Non conosco la sua tomba. Ma questi sarebbero fedeli dell’Islam? Sono esseri umani questi? Non erano venuti a combattere contro il regime? Hanno tagliato teste e ci hanno detto di venire a guardare …nei negozi del villaggio mostravano le teste tagliate. Ma gli esseri umani fanno così?

Ibrahim Cuma Ato e Muhammed Ato sono due ragazzi del Til Aran. Nei giorni del massacro sono riusciti a scappare dal villaggio, sono stati arrestati da parte di Liwa Tewhid durante la fuga e deportati a Nikeriye, un distretto di Al Bab dove sono stati consegnati alle brigate di Al Nusra.

Cuma ha 22 anni, nel vilalggio di Nikeriye è stato torturato in maniera molto crudele. Ci ha raccontato quello che ha vissuto; ‘colpivano con i cavi spessi a tutte le parti del nostro corpo. Ci picchiavano con i pugni in testa e agli occhi. Ci hanno detto che ci avrebbero dato la pena di morte che il loro modo di eseguirla era di tagliare la testa. Hanno messo in scena un finto tribunale e poi ci hanno consegnato alle brigate di Al Nusra.’

Ci hanno portato in una caserma di Al Nusra che era sulla via di Til Hasil e ci hanno messo in una stanza. Ci hanno detto che le nostre teste sarebbero state tagliate l’indomani. Quella notte ci hanno torturato. Ci hanno detto che tutta la famiglia Ato fa parte del PKK. ‘Recideremo (nel vero senso della parola) tutte la radici della vostra famiglia. Siete Kafir! (infedeli).’ Però voglio dire che noi fino a quel momento avevamo osservato il Ramadan. Loro usano il nome dell’Islam ma loro e le loro azioni non c’entrano niente con l’Islam …

Cuma Ato ha continuato dicendo che un comandante di Al Nusra gli ha detto che domani avrebbero ucciso anche loro. ‘Non ho voluto consegnarmi cosi nelle loro mani, ho visto una finestra in alto e da quella sono riuscita a scappare.’

Ato ha detto che Al Nusra ha deciso di massacrare le famiglie di Kalo, Bisar, e Hawa.

Nuce Tv

Patrizio Ricci

Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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