I paesi del G7 non acconsentono alla richiesta della Russia di pagare le risorse energetiche in rubli perché questo non è previsto nei contratti, aveva affermato il ministro dell’Economia tedesco Robert Habek.
“Tutti i ministri del G7 sono stati unanimi sul fatto che si tratta di una violazione unilaterale dei contratti. Hanno sottolineato che gli accordi conclusi sono validi, le imprese che vi partecipano rimarranno fedeli ad essi. Ciò significa che il pagamento in rubli è inaccettabile e le imprese interessate sono esortate a non seguire i requisiti (del Presidente della Russia Putin, ndr)”, ha affermato il politico.
La stessa obiezione era stata ripetuta dalla presidente della Commissione europea Van Der Leyen.
Di che si tratta? La Russia ha chiesto il pagamento in rubli del gas venduto ai paesi ostili, ovvero ai paesi di quasi tutta l’Europa. A questa richiesta precisa, con una certa arroganza, la UE ha rifiutato dicendo che la richiesta è illegale, perché non rispetta i contratti. L’obiezione sollevata dalla UE è ovviamente alquanto disconnessa dalla logica e dal ragionevole criterio di reciprocità, in quando le 5.500 sanzioni europee comminate a Mosca sono in buona parte illegali. Ad esempio il blocco di fondi sovrani, oppure il blocco dei pregressi pagamenti di gas depositati ancora nelle banche europee.
Queste controdeduzioni basterebbero da sole a porre una obiezione seria al diniego della richiesta russa, ma c’è di più. Secondo quando riferisce la pubblicazione del quotidiano russo “Kommersant”, in data 7 marzo 2019, la maggior parte dei contratti conclusi prevede la possibilità di pagamento in rubli. I lettori possono seguire il link evidenziato in rosso e vedere.
(…) Sebbene la maggior parte dei contratti di Gazprom con società europee preveda la possibilità di pagare in rubli, nessuno la utilizza, principalmente a causa dei costi di transazione associati a tale transazione, che sono significativamente più elevati rispetto a quando si paga in dollari. Inoltre, il rublo oscilla ampiamente rispetto alle principali valute e il suo utilizzo in grandi transazioni su base continuativa richiede l’uso di costose coperture di queste fluttuazioni. Kommersant
Quindi il modo c’è e le difficoltà delle procedure tecniche abbisognano di un periodo transitorio. Come ha aggiunto lo stesso portavoce del Cremlino Peskov: “Il processo di fornitura è molto, molto complicato. Questo non è un acquisto di qualche tipo di prodotto in un negozio dove si compra e si paga alla cassa, quindi si tratta di consegna, pagamento e bilanciamento, questo è un processo allungato dal tempo”. Ma è improbabile che il periodo di transizione duri più di un mese.
Ora in Europa è in atto la fase del diniego. Ma la contrattazione avverrà e inevitabilmente ci sarà l’accettazione: la UE comprerà in rubli e pagherà le forniture di gas. Come abbiamo visto, non è vero che l’ENI o che le altre società di importazione non siano in grado di pagare in rubli, l’opposizione è solo politica: i rubli comunque vengono venduti alla borsa di Mosca, la valuta di pagamento è indicata nei contratti e le difficoltà si superano.
D’altra parte se è vero che la UE è decisa a svincolarsi da gas russo, al momento non esiste soluzione a breve termine. A lungo termine l’Europa passerà ad acquistare il gas di scisto, molto più caro del prezzo normale del gas russo. Ma questa è una decisione politica. Direi che è una decisione politica di successo della parte americana, in quando ha costantemente fatto grosse pressioni per bloccare il gasdotto North Stream 2 e sostituire le forniture con il proprio GNL.
A conferma di ciò che ho qui esposto, già si notano le prime defezioni dall’area intransigente: il capo della commissione del Bundestag per l’energia e la protezione del clima, Klaus Ernst, ha affermato che esiste una possibilità tecnica per i pagamenti in rubli . Tuttavia, ha aggiunto, l’elusione forzata da parte dell’UE delle proprie sanzioni “riporterà in vita la discussione sull’embargo sulle risorse energetiche russe”.
A ruota, segue il Belgio che accetta di pagare in rubli. Il primo ministro belga Alexander de Croo ha affermato di aspettarsi un calo dei prezzi del gas quando si pagano le consegne in rubli.
Ed anche la Bulgaria ha espresso disponibilità a pagare in rubli. Mentre il cancelliere austriaco Karl Nehammer si è opposto al boicottaggio delle forniture di petrolio e gas dalla Russia. “Questo è irrealistico e sbagliato. L’Austria riceve fino all’80% del suo gas dalla Russia. La discussione di questo argomento da sola danneggia e fa salire i prezzi dell’energia”.
Già… “la discussione di questo argomento da sola danneggia e fa salire i prezzi dell’energia” e così pure la scelta dei prezzi spot anziché la scelta di acquistare tramite contratti, come pure innalzamento artefatto degli importatori italiani che importano a contratto ma che speculano sui prezzi di borsa. Ma tant’è: di questi tempi l’irragionevole sembra suscitare una certa attrazione a Bruxelles….
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