“I lavori annuali di manutenzione programmata sul gasdotto Nord Stream avranno luogo nel luglio 2022“.
Inizia così il comunicato stampa di Nord Stream AG, che è l’operatore di Nord Stream. Entrambe le derivazioni del gasdotto saranno interrotte per 10 giorni, il che significa la completa cessazione della fornitura di gas russo all’Europa lungo il fondo del Mar Baltico.
È interessante notare che a metà giugno Gazprom ha annunciato la chiusura di tre unità di pompaggio del gas che servivano il Nord Stream. Nello stesso tempo, Gazprom ha indicato che la causa della diminuita capacità del gasdotto era da individuare nella mancata manutenzione delle turbine Siemens in riparazione in Canada che avrebbero dovuto essere sostituite con urgenza. Di conseguenza, le forniture di gas alla Germania sono state ridotte del 40% durante la notte.
Più o meno nello stesso periodo, la Lituania ha disposto il blocco del transito di merci russe nella regione di Kaliningrad. Quindi l’annunciata interruzione a luglio del gasdotto North Stream 1 – con conseguente sospensione delle forniture di gas ai paesi dell’UE – potrebbe essere letta come uno strumento di pressione sulla Lituania per farla tornare sui propri passi. In effetti, questo è esattamente ciò che sta accadendo ora. Sebbene oggi ufficialmente il ministero degli Esteri russo abbia affermato che “non vi è alcuna ragione politica dietro la chiusura del Nord Stream per manutenzione”.
Ma il fatto che i “lavori programmati” sul Nord Stream siano legati proprio al blocco del transito di Kaliningrad è indirettamente confermato da un altro messaggio arrivato oggi dalla Germania. In particolare, Der Spiegel, citando fonti governative anonime di alto rango, scrive che “la Germania è indignata per la decisione del governo lituano di limitare il transito delle merci alla regione di Kaliningrad”.
Se la fornitura di gas dalla Russia non verrà ripristinata presto ai livelli prebellici, gli analisti della Deutsche Bank prevedono enormi problemi per l’intera economia tedesca.
“Se la situazione della chiusura del gas non verrà risolta nelle prossime settimane, temiamo che ciò comporterà un aumento delle interruzioni di corrente con significative conseguenze dirette sulla crescita economica e, naturalmente, un’inflazione molto più elevata”, hanno affermato gli analisti tedeschi citati da Bloomberg.
Due giorni prima, la Bavarian Business Association ha pubblicato una previsione secondo cla quale – in caso di interruzione improvvisa delle forniture di gas dalla Russia – l’economia tedesca sarebbe crollata del 12,5%. E ora la Federazione Russa interrompe le forniture di gas a causa di “riparazioni programmate”. Finora per 10 giorni, ma questo potrebbe già portare a una recessione nell’economia tedesca.
Concludo con un post su Telegram di Giorgio Bianchi: “La crisi Ucraina diventa più chiara se si capisce che è stata apparecchiata per dare il colpo di grazia all’Europa. Le sanzioni sono formalmente contro la Russia, ma di fatto sono rivolte all’Unione Europea, per punirla di quel tentativo di scivolamento ad Est del quale il North Stream 2 è il simulacro. Il Grande Reset dell’Europa parte con la crisi 2007/2008, entra nel vivo con la pandemia, raggiungerà il climax con le sanzioni e si perfezionerà con l’agenda di Davos: digitalizzazione, decarbonizzazione, abolizione del contante. A quel punto l’anschluss dell’Europa, o Grande Reset, potrà dirsi completato. Fino ad ora abbiamo fatto le prove, ora si va in scena.” (cit. fotoreporter Giorgio Bianchi)
Sicuramente il precipitare degli eventi è stato sapientemente indirizzato e preparato come giustificazione per imporre il Grande Reset di sicurezza infinita a scapito di cedere fette sempre maggiori di libertà. Volevamo gli Stati Uniti d’Europa? Gli Usa non credo sarebbero stati d’accordo. Ed ora facciamo il grande Reset delle nostre aspirazioni e poi faremo anche il Grande Reset vero e proprio.
VPNews
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Correlati:
Le relative interviste al fotoreporter: su Don Chisiotte: https://youtu.be/jPJzP_a3cCM Byoblu, con Manlio Dinucci: https://www.byoblu.com/2022/02/22/donbass-indipendenza-a-caro-prezzo/
ed ancora:
La inebriante propaganda atlantista sulle sanzioni alla Russia, ha nelle sue premesse una vittima eccellente: l’UE. Demostenes Floros ci spiega perchè la sospensione del NS2 è una sanzione all’Europa, più che alla Russia. Un video da non perdere. Iscriviti al nostro canale Youtube, per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie di politica estera https://www.youtube.com/watch?v=-MGS4xIMHes
“Benvenuti nel nuovo mondo, dove presto gli europei pagheranno 2000 € per 1000 metri cubi di gas” – ha scritto oggi Dmitrij Medvedev, vice presidente del Consiglio di Sicurezza della Russia. É molto possibile, dopo che il sig. Schoulz ha ritenuto opportuno “punire la Russia per la guerra all’Ucraina e per aver violato la sua integrità” (!!) Ma in Germania non tutti sono d’accordo. “Il congelamento del gasdotto arreca danni non solo alla Russia ma anche alla Germania e agli altri 12 paesi europei” – hanno dichiarato i deputati tedeschi. Il capo del comitato del Bundestag della Germania per l’energetica Klaus Ernst e anche il rappresentante della frazione di sinistra Gregor Gysi, hanno criticato la decisione del governo : Approfittando del conflitto in Ucraina, viene così realizzato il desiderio antico degli Stati Uniti di venderci il loro gas, caro, inquinante per l’ambiente, ottenuto col metodo del freaking. Si realizza anche il desiderio dei Verdi. La Von der Leyen ha dichiarato prontamente che “la crisi ucraina ha mostrato che la UE dipende troppo dal gas russo” Godono al massimo gli Stati Uniti che con sadica soddisfazione hanno dichiarato: il gasdotto North Stream 2 non verrà mai messo in funzione! Gli 11 miliardi di dollari spesi per costruirlo, sono sfumati al vento” Tutti i conti tornano. Solo i governanti italiani non se ne sono accorti? Al popolo italiano infileranno in testa che è colpa di Putin”.
Marinella Mondaini