di Stefano Orsi
Ci ritroviamo a scrivere dei recenti fatti in Siria, e per fortuna non dobbiamo parlare di battaglie e combattimenti, ma faremo il punto sulle reazioni russe, siriane e Iraniane alle provocazioni ed agli attacchi di Israele e degli Stati Uniti.
La Turchia è anche lei attiva in questo periodo e vedremo come.
Iniziamo quindi dal punto sulla vicenda dell’abbattimento dell’IL-20 russo.
Latakia
Come anticipato la scorsa settimana, i sistemi di difesa aerea russi S-300, nella versione più aggiornata PMU-2, sono arrivati e continuano ad arrivare in Siria, molti sono i cargo IL-76 anche Antonov-124 utilizzati per questo impegnativo e rapido lavoro di consegna, ricordo che ogni batteria sia composta da innumerevoli mezzi e non si tratta solo di radar e lanciatori, ma anche di tutti quelli necessari all’installazione, alla manutenzione, al mantenimento ed all’alimentazione di queste batterie, oltre che ai locali mobili per il personale di servizio, non si tratta infatti di una piattaforma fissa, ma mobile e pertanto soggetta ad improvvisi e repentini spostamenti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonov_An-124_Ruslan
https://it.wikipedia.org/wiki/Ilyushin_Il-76
Una batteria completa sarebbe quindi già stata consegnata e in via di sistemazione, presumiamo, che la prima si posizionerà nei pressi della base Russa, di Latakia o Tartus, comunque sotto piena copertura di difesa antiaerea, le successive si posizioneranno via via al limite delle zone coperte , ma sempre sotto doppia copertura, della precedente batteria S300 e delle protezioni di punto, in modo da prevenire attacchi israeliani.
Una volta completata la prima fase, potranno essere insediate le batterie successive al fine di saturare lo spazio aereo siriano, se saranno consegnati come detto 2 reggimenti, le batterie saranno 8 in tutto, formate da 4 o 6 lanciatori ciascuna con raggio d’azione utile di circa 200 Km, Considerando una copertura su quasi tutta la Siria, cinque batterie sarebbero il minimo necessario, come vedete nell’immagine, ma non sufficienti a garantire una buona copertura, per avere ciò sono necessari i due reggimenti con le dodici batterie minime, per avere una copertura di almeno 182 missili pronti al lancio immediato.
Le minacce USA e israeliane si fanno sempre più pesanti, è stato ventilato in questi giorni, anche un blocco navale della Russia da parte degli Usa, e sarebbe, se osassero attuarlo, una vera dichiarazione di guerra.
Israele dice di voler distruggere le batterie grazie ai suoi F35, se ne avranno la possibilità lo faranno di certo per cui gli errori da poter commettere da parte siriana o russa sono a ZERO!
Vediamo ora cosa è successo da parte iraniana, dopo gli attentati subiti avevano annunciato immediate ritorsioni, e risposte, e non si sono fatti attendere.
[su_heading style=”modern-2-blue” size=”18″ align=”left”]Aggiornamento dai fronti siriani del 1-10-2018[/su_heading]
Oggi per parlare della Siria, ci spostiamo ad est, in Iran per la precisione.
Teheran
Oggi 1-10-2018 i Pasdaran Iraniani hanno lanciato una salva di 7 missili Qiam-1, (prodotti in Iran su modello nord coreano, a sua volta derivato dagli Scud-c sovietici, che hanno gittata a corto raggio pari a circa 750-800 km) su obbiettivi posti sulla sponda orientale del fiume Eufrate in Siria, a poca distanza dal fronte su cui combattono le forze speciali USA, che avranno udito il fischio delle testate in rientro.
Il lancio è avvenuto in rappresaglia agli attentati in Iran qualche giorno fa, compiuti dall’ISIS e costati la vita a 17 iraniani.
Mediante droni in volo sugli obbiettivi Siria, i comandi iraniani hanno potuto osservare i comandi e i depositi dei terroristi colpiti e distrutti causando numerose vittime tra gli jihadisti.
Nella conferenza stampa, il comandante dei Pasdaran, generale Amir Ali Hajizadeh, ha spiegato come i missili siano stati lanciati dal territorio iraniano e abbiano sorvolato tutto l’Iraq per andare a colpire con grande precisione gli obbiettivi strategici inseriti nei sistemi di guida dei missili.
Il Missile Qiam-1 è trasportato e lanciato da mezzi mobili, l mancanza di appendici, pinne, aerodinamiche, ne riduce drasticamente la riflessione radar e quindi il segnale riflesso, per contro in caso di problemi al sistema di guida diviene molto più soggetto a deviazioni della rotta impostata e quindi meno preciso.
Altra differenza con gli scud originali è il fatto che la testata, di circa 750 Kg di esplosivo ad alto potenziale, si distacchi durante la fase di rientro, fattore che garantisce maggiore stabilità e accelerazione alla testata e anche maggiore precisione. Vanta un sistema di riscaldamento e preparazione al lancio aggiornato rispetto allo scud da cui deriva, il propellente liquido, comunque, a differenza di quello solido dei missili più moderni, necessita ancora di un periodo di preparazione per poter essere lanciato.
Non è la prima volta che l’Iran lancia questi missili, in combattimento sono stati utilizzati il 18 giugno dello scorso anno, sempre nell’ambito della lotta contro il terrorismo che l’Iran sta combattendo da anni, gli obbiettivi erano anch’essi all’interno della provincia di Deir Ezzour . allora, ancora in mano dell’ISIS.
Chiaramente riteniamo che questa azione abbia un duplice significato, oltre a rispondere direttamente ai terroristi, colpendo centri di comando e depositi importanti, sia stato un messaggio rivolto agli sponsor di molte fazioni terroriste come gli USA, L’Arabia Saudita (che non ha affatto buoni rapporti con l’Iran, per usare un eufemismo) e ancora una volta contro Israele che anche oggi si è distinto per aver usurpato la terra dei Palestinesi nei territori che illegalmente occupa in Palestina.
La lotta che l’Iran porta avanti da anni è quindi, anche una lotta contro i Paesi che fanno parte dell’Asse del male, organizzazione che da decenni semina disordine, colpi di stato, corruzione, morte in decine di Paesi nel mondo.
Colpendo ISIS Teheran ha fatto suo il detto: “parlo alla nuora perché la suocera intenda…”
Ho anche realizzato la video sitrep per SakerItalia.it che vi invito a visionare
E una bella intervista con l’amico blogger Francesco Votta che ci racconta la sua esperienza in Siria, maturata durante un viaggio di questa estate che gli ha permesso di prendere contatto diretto con la reale situazione della vita dei Siriani in questi anni e ce ne parla.
Vi invito a ascoltare le sue parole e seguire le successive puntate che seguiranno.
Per quanto riguarda il cessate il fuoco e gli accordi di Sochi, giungono messaggi contraddittori da Idlib, alcune fazioni aderiscono agli accordi e altre si oppongono, credo che potremo chiarire la situazione solamente a ridosso del 15 di ottobre.
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