Studio su Covid – Sotto i 60 anni l’aumento di rischio covid è fortemente correlato all’indice di grasso corporeo
Nel mese di aprile sono stati pubblicati i risultati di uno studio su The Lancet Diabetes & Endocrinology, una rivista peer-reviewed (The Lancet Diabetes & Endocrinology è un forum autorevole per i principali opinion leader di medicina, governo e sistemi sanitari per influenzare la pratica clinica, esplorare la politica globale e informare il cambiamento costruttivo e positivo in tutto il mondo. La rivista è il leader globale per la ricerca). I ricercatori hanno esaminato le osservazioni fornite da 7 milioni di persone contagiate da Covid-19 ed hanno osservato l’evoluzione della malattia e le caratteristiche dei soggetti.
Con riferimento ai dati più recenti, forniti dalla ricerca pubblicata su The Lancet Diabetes & Endocrinology, in generale considerando tutte le fasce di età, i risultati dimostrano solo una debole correlazione tra l’incidenza del Covid con l’obesità. Tuttavia, un esame più approfondito nelle varie fasce di età ha dato risultati sorprendenti.
Esaminando i dati in modo analitico , ci si è accorti che il risultato generale era fuorviante in quando negli anziani , l’obesità non comporta un aumento di rischio eccessivo. Ma questo non si può dire per le altre fasce di età.
Precisamente lo studio ha considerato 4 fasce di età: 20-39 anni, 40-59 anni, 60-79 anni e oltre 80 anni.
I ricercatori hanno scoperto che l’incidenza in soggetti da 60 anni in giù – caratterizzati da obesità – era a associata a tutti i casi che hanno portato alla terapia intensiva ed alla morte.
Si è rilevato che l’aumento di rischio era considerevolmente più alto non solo nelle persone manifestatamente obese ma anche in quelle con indice di massa corporea (BMI) di 40 o più.
Lo studio ha rilevato che, se si considerano le persone di età inferiore ai 40 anni, esse non corrono quasi nessun rischio di morire di covid . Precisamente quelli con grasso corporeo corrono un rischio di 1 su 10.000 di morire di covid , mentre nella fascia da 40 a 59 anni in soggetti con peso corporeo normale, il rischio era di 1 su 1000.
Questi risultati non sono stati esposti nella parte principale del documento, prevalentemente tecnico, ma bensì nell’appendice:
“I nostri risultati di questa ampia coorte basata sulla popolazione sottolineano che il sovrappeso è associato a un sostanziale aumento del rischio di esiti gravi di COVID-19 ed è uno dei più importanti fattori di rischio modificabili identificati a questo proposito. ”
Si deduce che per i soggetti di età inferiore ai 60anni , la migliore prevenzione, è quella di di perdere peso, questo riduce notevolmente un fattore importante di rischio.
Come in altri casi che stiamo esaminando – non per ultimo quello pubblicato ieri – , su questi studi cade sistematicamente l’oblio. Ovvero, questi studi non vengono nemmeno citati dai grandi media di regime.
Ovviamente, si stenta a capire il motivo per cui categorie di persone totalmente non ha rischio vengano parificate a quelle a rischio , senza nessun distinguo, aumentando i costi, sociali, sanitari ed economici della pandemia.
Si può solo ipotizzare che questo accade per non circoscrivere il rischio a solo una parte della popolazione , quando l’obiettivo deve coinvolgere la totalità della popolazione nelle vaccinazioni. Ma questo è solo una mia logica deduzione, nata dall’osservazione da ciò che sta succedendo ed i dati che mano a mano emergono sulle riviste scientifiche.
patrizioricci by @vietatoparlare
nota a margine:
Altre ricerche sulla correlazione rischio covid-obesità:
Una metanalisi pubblicata il 26 agosto su Obesity Reviews , un team internazionale di ricercatori ha raccolto dati da decine di articoli sottoposti a revisione paritaria su 399.000 pazienti. Hanno scoperto che le persone obese che hanno contratto la SARS-CoV-2 avevano il 113% di probabilità in più rispetto alle persone di peso sano di atterrare in ospedale, il 74% in più di probabilità di essere ricoverate in terapia intensiva e il 48% in più di probabilità di morire.
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Patrizio Ricci
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.