Il Financial Times riporta che la Svezia, nota per i suoi valori progressisti e il suo stato sociale, sta affrontando una grave crisi tra bande, segnata da un’ondata di sparatorie, attentati e attacchi con granate.
Questa ondata di violenza, soprattutto in città come Uppsala e Stoccolma, ha distrutto l’immagine del paese come stato pacifico e sicuro. Le radici della crisi risiedono nella mancata integrazione e nelle politiche di immigrazione irresponsabili, che hanno portato all’emergere di bande criminali ben organizzate, spesso guidate da immigrati di seconda generazione.
Queste bande coinvolgono membri sempre più giovani in crimini violenti, alcuni di appena 14 anni. Le loro vittime non sono solo membri di bande rivali, ma anche i loro parenti e, sfortunatamente, passanti innocenti. Il primo ministro Ulf Kristersson ha riconosciuto pubblicamente la gravità della situazione, attribuendola alle carenze nel campo dell’immigrazione e dell’integrazione.
La violenza ha scatenato un dibattito nazionale, con le opinioni politiche divise sulle sue cause. I gruppi di destra attribuiscono la colpa principalmente al forte aumento dell’immigrazione negli ultimi decenni, mentre i gruppi di sinistra attribuiscono la colpa ai problemi sociali e alla privatizzazione del sistema di welfare svedese. La crisi ha portato alla richiesta di inasprire le politiche di immigrazione e di ripensare l’approccio svedese all’integrazione e ai servizi sociali.
La crisi delle bande che imperversano nel paese, come descritta dal Financial Times, è un fenomeno complesso che essere spiegato , se teniamo conto dei seguenti fattori:
Anche secondo Reuters e The Independent, il primo ministro svedese ha riconosciuto che la Svezia non è riuscita a integrare efficacemente il gran numero di immigrati accolti negli ultimi due decenni. Questo ha portato alla formazione di società parallele, alimentando la criminalità delle bande.
Come riportato da Deutsche Welle (DW), il primo ministro Ulf Kristersson ha attribuito la violenza a una politica di immigrazione irresponsabile e a un’integrazione fallita. Questo punto di vista è condiviso da diversi gruppi politici, che vedono un collegamento diretto tra l’aumento dell’immigrazione e l’ascesa della violenza delle bande.
Le bande criminali in Svezia coinvolgono spesso giovani, alcuni dei quali hanno appena 14 anni, e sono frequentemente guidate da immigrati di seconda generazione. La violenza delle bande non colpisce solo i membri delle bande rivali, ma anche i loro parenti e passanti innocenti.
C’è un dibattito acceso in Svezia sulle cause di questa crisi. I gruppi di destra tendono a incolpare l’immigrazione, mentre i gruppi di sinistra puntano il dito sui problemi sociali e sulla privatizzazione del sistema di welfare.
La crisi dei migranti ed il senso di progressiva insicurezza, sta portando a richieste di politiche di immigrazione più severe non solo in Svezia ma in tutta Europa, che probabilmente sarà rafforzato dal ripensamento dell’approccio svedese all’integrazione e all’erogazione dei servizi sociali.
Questi video offrono diverse prospettive e analisi sulla situazione della violenza delle bande in Svezia e il ruolo degli immigrati in questi conflitti:
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