ASIA Bibi: “Finalmente libera!” ma pensa ai cristiani ancora schiacciati in Pakistan

Raccontando le condizioni infernali di otto anni trascorsi nel braccio della morte per accuse di blasfemia ma anche il dolore dell’esilio, la pachistana cristiana Asia Bibi ha rotto il suo silenzio per dare la sua prima visione personale di un calvario che ha causato indignazione internazionale. Bibi è stata condannata a morte con l’accusa di …

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Eccola prima foto di Asia Bibi per 10 anni innocente nel braccio della morte

Ecco Asia Bibi oggi dal suo esilio dopo dieci anni nel braccio della morte pakistano per “blasfemia”. Nella foto, uscita su Le Figaro, Asia è con la giornalista Anne-Isabelle Tollet. E pensare che un paese di 200 milioni di persone armato di testate atomiche voleva morta questa donna simile alla Madre Coraggio di Brecht. Le auguriamo …

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Campagna di Avvenire contro la legge sulla blasfemia: i primi a patirne ingiustamente sono i mussulmani.

Autore. Antonio Socci  da “Libero”, 9 dicembre 2012 [pullquote] PER CHI VUOL FARE QUALCOSA PER ASIA BIBI Si può far avere la nostra protesta alle autorità pakistane. Riprendo, da “Avvenire” di oggi: “E’ possibile scrivere all’Ambasciata pachistana, via della Camilluccia 682, 00135 Roma, oppure inviare un fax al numero 06-36301936, o spedire una mail con …

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Pakistan, Asia Bibi torturata in carcere

Sembra che Asia Bibi come sia stata torturata con una scusa, “deteneva oggetti proibiti” (cosa ? cosa può essere detenuto di proibito all’interno di un carcere… da noi una lima. Ma lì potrebbe essere un crocefisso o una immagine sacra), è una situazione da far vergogna. Non dimentichiamo Asia Bibi e con lei tutti  i …

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Pakistan: quando cresce la persecuzione alle minoranze si abolisce il ministero per le Minoranze

Il ministero per le Minoranze e’ stato eliminato ieri: era un ministero che almeno formalmente serviva a dare un’aria di  stato di diritto al governo pakistano e invece la mia delusione è grande , mi appare ora come un’unica ,  immensa area tribale.  Seppure privo di grandi possibilità di concreto intervento, esso era l’unico debole …

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Aggrediti o scacciati dalle proprie case: i diritti dei cristiani calpestati in Punjab

ASIA/PAKISTAN – (20 Maggio) (Agenzia Fides 20/5/2011)
Lahore (Agenzia Fides) – Due infermiere cristiane sono state sequestrate e malmenate per 9 ore da un funzionario musulmano del Fatima Hospital a Lahore (Punjab); un ricco proprietario terriero musulmano, con trascorsi nella politica, ha usurpato il terreno e le case di due famiglie cristiane nella città di Jalal Pur Jattan, sempre in Punjab: tali casi, segnalati all’Agenzia Fides da fonti locali della società civile, mostrano come in Pakistan continuano a verificarsi episodi di discriminazioni, abusi, violenze, flagranti violazioni dei diritti fondamentali delle minoranze cristiane.

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Mercoledì una speciale giornata mondiale di preghiera per Asia Bibi

fonte. Bussola quotidiana – di Marco Respinti 18-04-2011

AsiaBibiMercoledì, 20 aprile, il mondo intero pregherà per la salvezza di Asia Bibi. Lo potrà fare chiunque, ovunque, anche accendendo una candela sul davanzale della propria finestra oppure un lume virtuale sui social network. Lo faranno vescovi, arcivescovi, cardinali, parroci, semplici fedeli, monasteri di clausura che si sono organizzati per tempo e persino uomini politici. Particolari intenzioni di preghiera possono del resto essere inviate a [email protected]

Per volontà della Fondazione Masihi – che si occupa dell’assistenza legale ad Asia e del supporto materiale alla sua famiglia – mercoledì in Pakistan si celebrerà infatti una “Speciale Giornata di preghiera per Asia Bibi, e per le vittime della legge sulla blasfemia”. All’iniziativa, rilanciata dall’Agenzia Fides, ha aderito subito mons. Andrew Francis, vescovo di Multan e presidente della Commissione per il Dialogo Interreligioso nella Conferenza Episcopale del Pakistan, il presule da cui è partita l’iniziativa di chiedere a Papa Benedetto XVi la proclamazione di Shahbaz Bhatti (1968-2011) – il ministro cristiano per le Minoranze religiose assassinato in Pakistan il 2 marzo a motivo della sua fede e del suo impegno civile – «martire e patrono della libertà religiosa». A lui si unirà, in Italia, il cardinal Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, celebrando nella cappella del nostro parlamento una Messa organizzata dall’Associazione Parlamentari Amici del Pakistan e dall’Associazione Pakistani Cristiani in Italia.

Asia Bibi langue in carcere in Pakistan, il suo Paese, dal 2009. Asia Bibi è cristiana, e nel suo Paese già questo è un reato. In Pakistan, nel suo Paese, Asia Bibi attende in carcere l’esecuzione della sentenza capitale a cui è stata condannata per “blasfemia”. Perché nel suo Paese, il Pakistan, vige una “legge contro la bestemmia” che serve per colpire arbitrariamente e severamente tutti coloro che in un modo qualsiasi vengano ritenuti “nemici” dell’islam.

Un giorno del giugno 2009 Asia lavorava come ogni altro giorno alla fattoria del villaggio di Ittan Wali, nel distretto di Sheikhupura, in quel Punjab i cui governatori vengono ammazzati dalle proprie guardie del corpo poiché non fanatici pur se musulmani come Salmaan Taseer (1944-2011).
Ad Asia fu chiesto di andare alla fonte a prcurar dell’acqua, ma poi alcune delle sue colleghe musulmane si rifiutarono di bere dal recipiente toccato dalle sue mani cristiane e “impure”. Siamo nel Pakistan dei mille fondamentalismi islamici, non dimentichiamolo, un Paese il cui nome in lingua urdu significa “terra dei puri”. Qualcuno pensò poi di arricchire il racconto inventandosi che, nell’alterco seguitone, la donna avesse proferito commenti pesanti sul profeta Maometto. Ne scoppiò una rissa, e Asia e i suoi familiari vennero assaliti e picchiati da una plebaglia incarognita. Non fosse stato per la polizia, la famosa pena capitale che pende oggi sul capo della donna avrebbe già avuto, sommariamente, ragione di lei in quei torridi giorni pakistani di due anni fa. Scampò. E però la polizia di uno Stato così, di uno Stato come il Pakistan in cui l’islam è protetto da una “fantasiosa” legge “contro la blasfemia” che serve solo a colpire i “nemici di fede”, non molla. L’inchiesta seguita ai fatti di Ittan Wali rovesciò la situazione, spedendo Asia in prigione. Fu carcere preventivo, duro, per un anno. Alla fine, nel novembre 2010, il giudice Muhammed Naveed Iqbal del tribunale di Sheikhupura chiuse il caso condannando Asia alla morte per impiccagione. Più una multa si 1.100 dollari.

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