Aldo Maria Valli: il vecchio Biden forma il ticket più anticattolico che c’è, nonostante le parole tributatigli da Avvenire

Nell’audio di apertura: Aldo Maria Valli commenta “il vecchio Biden forma il ticket più anticattolico che c’è”, nonostante le parole tributatigli da Avvenire e Vescovo di Pinerolo e Nato che si preoccupa della uguaglianza di genere…

Testimonianza / “Ma gli uomini di McCarrick sono ancora alla guida della Chiesa

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Cari amici di Duc in altum, Peter Mitchell mi ha inviato, in inglese e italiano, uno suo contributo scritto prendendo spunto da un articolo di Richard Fitzgibbons per il Catholic Worl Report.

Prima di proporvi il testo di Mitchell, spendo due parole per dire di che cosa tratta quello di Fitzgibbons.

Nell’articolo, The McCarrick Report and the need for new protocols, Fitzgibbons, psichiatra con una vasta esperienza nel lavoro con sacerdoti e seminaristi, afferma: “Ho parlato alla Congregazione dei vescovi dei comportamenti inquietanti di Theodore McCarrick e alcuni dei miei racconti appaiono nel Rapporto del Vaticano. Ma c’è di più da dire”.

Che cosa?

Secondo Fitzgibbons, McCarrick ha sempre mostrato problemi psicologici, sessuali e spirituali che avrebbero dovuto essere identificati quando il futuro cardinale era ancora giovane, così da essere trattati adeguatamente. Ma non è avvenuto niente di simile. Quando poi le prime informazioni sui suoi comportamenti incominciarono ad arrivare in Vaticano “avrebbe dovuto essere indirizzato a un professionista” indipendente. Ma non fu fatto nulla di simile.

Il Rapporto del Vaticano “avrebbe dovuto criticare chiaramente questa negligenza e sottolineare la necessità di nuovi protocolli”, per esempio per consentire a un nunzio apostolico, in presenza di gravi comportamenti devianti, di ordinare una valutazione.

Ricordo che Peter Mitchell, ordinato nel 1999 e ridotto allo stato laicale nel 2017, ha accettato la laicizzazione dopo aver ammesso i suoi fallimenti nel mantenere il voto di celibato. A proposito del seminario ha parlato di un ambiente di formazione totalmente inadeguato e segnato da profonde discriminazioni contro seminaristi e sacerdoti eterosessuali. Ha anche riferito di un clima caratterizzato da paura, protezione degli autori degli abusi e rappresaglie contro chi voleva parlare.

A.M.V.

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Grazie al dottor Fitzgibbons per aver condiviso la verità con noi, cosa che i vescovi non fanno mai.

Sono stato seminarista sulla costa orientale degli Stati Uniti dal 1993 al 1999, il periodo d’oro di McCarrick a Newark. Abbiamo tutti assistito alla Messa di Giovanni Paolo II sotto una pioggia battente allo stadio Meadowlands il 5 ottobre 1995: è stato il momento del trionfo di McCarrick. Avevo ventun anni ed ero il bersaglio perfetto per il “reclutamento” da parte dei miei superiori. Il messaggio rivolto ai giovani della mia generazione era: «Questa è per voi una grande istituzione, a cui dare la vita! Abbiate fiducia in noi e state vicini a Dio come noi!».

In realtà, venivamo manipolati da uomini che non si curavano di noi. Non possiamo dire con certezza fino a che punto Giovanni Paolo II sia stato manipolato da McCarrick; ma i vescovi che governavano e governano ancora oggi il sistema statunitense – gli uomini di McCarrick, i McCarrick’s men – semplicemente non si curavano di noi.

C’è da stupirsi se così tanti di noi sono caduti come sacerdoti in un comportamento incoerente e peccaminoso (comportamento che ha danneggiato molte altre persone, con nostra vergogna) e sono stati poi abbandonati dagli uomini che non si sono mai preoccupati anzitutto di loro?

L’unico motivo per cui McCarrick è stato “scoperto” è che è emersa una denuncia per un reato che coinvolgeva un minore. Ciò che emerge in modo chiaro dalle decine di fatti contenuti nel rapporto McCarrick appena pubblicato è che il comportamento omosessuale e una cultura omosessuale tra uomini adulti (seminaristi, preti, vescovi e cardinali) è dato per scontato, accettato, e considerato normale.

l Rapporto sconfessa inesorabilmente la versione secondo la quale si tratterebbe di «solo pochi preti traviati». Ho pensato anch’io la stessa cosa per anni, difendendo l’istituzione che ho servito lealmente; ma era una pia illusione. La rete omosessuale è il modello predominante. È il presupposto predefinito. Seminaristi e preti sono il vivaio degli uomini di McCarrick, che ancora governano l’istituzione. I vescovi non amano i giovani che rinunciano alla loro vita per servirli: essi li considerano semplicemente pedine utili, da scartare in modo sommario non appena la loro utilità viene meno.

Il male è ancora nascosto agli occhi della maggior parte dei credenti, perché gli uomini di McCarrick presumono – correttamente – che i credenti non vogliano confrontarsi con la gravità della situazione. Lasciatemi dire che essa è molto, molto peggiore anche rispetto a ciò che alcuni credono di sapere.

Un’ultima domanda importante. Sappiamo tutti che Bergoglio è uno degli uomini di McCarrick. Quindi, ogni volta che andiamo alla Messa, e il sacerdote dice «in unione con Francesco, il nostro Papa», è come se dicesse: «In unione con gli uomini di McCarrick». Fino a quando i buoni cattolici e i buoni sacerdoti non avranno il coraggio di affrontare i nostri vescovi sul motivo per cui la nostra Chiesa è ancora oggi guidata dagli uomini di McCarrick che non si preoccupano di noi, la Chiesa cattolica rimarrà una setta di menzogne ossia – senza esagerazione – un’organizzazione criminale.

Peter Mitchell

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tutto l’articolo sul blog fi Aldo Maria Valli: https://www.aldomariavalli.it/2020/11/18/testimonianza-ma-gli-uomini-di-mccarrick-sono-ancora-alla-guida-della-chiesa/

Le suore di clausura clarisse, con una lettera aperta pubblicata su Avvenire si dicono disponibili ad ospitare migranti

Le suore di clausura clarisse, con  una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Giuseppe Conte, si dicono disponibili ad ospitare migranti nei propri conventi. La missiva è stata pubblicata sul quotidiano Avvenire che sostiene l’iniziativa, invitando altre istituzioni religiose ad imitarla. Molti monasteri disponibili Nella lettera si legge che i migranti “fuggono …

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FRATELLI TRADITI: ancora una triste storia made in ‘Avvenire’ (.. a puntate!!!)

Quante volte ho fatto lettere aperte ad Avvenire per come ha trattato le vicende siriane in questi anni di guerra? Molte volte? Di più. Quest’ ultimo episodio che vede ancora investito Avvenire è veramente triste. Una giornalista di questo giornale cattolico – che dovrebbe essere il punto di riferimento quotidiano dei cristiani – va in …

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Avvenire: intervista a De Mistura senza toccare i punti cruciali.

Il giornale della CEI ‘Avvenire’, nella crisi siriana spesso si è allineato alla propaganda occidentale governativa, fotocopia della guerra della Nato in Libia. Il Papa stesso, durante l’ultimo viaggio apostolico im Messico, ha giudicato le responsabilità, tutte occidentali di quella assurda guerra. [su_spacer]Nel paese nordafricano, come sappiamo, non esiste più il diritto e dominano bande …

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Voglio che scriviate qual’è il giudizio morale su chi arma in una guerra una parte in causa (l’attaccante aggressore) e poi manda gli ispettori per indagare solo sull’attaccato.

Ho messo giù un commento ‘di intervento’ a questo ennesimo articolo di Avvenire che continua ad ignorare le quotidiane stragi dei ribelli, ed in questa carneficina, chi è l’aggressore. Domando agli amici di Avvenire, al fondo, chi siamo noi cristiani e in cosa confidiamo. Se è più possibile,  per noi  per l’incontro fatto,  e l’iniziativa …

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SIRIA – Articolo Avvenire: finora, è il governo siriano che ha rifiutato le trattative di pace

pizap.com13857207504961La deputata indipendente siriana Maria Saadeh è in Italia per incontrare il Papa e per far conoscere la situazione del suo paese. Il 28 dicembre è stata intervistata da Avvenire.

L’intervista è senz’altro un fatto positivo. Porre attenzione al dramma siriano tramite un quotidiano di levatura nazionale, vuol dire raggiungere molte persone: di questo sono contento. Mi sento responsabile della sofferenza del popolo siriano in quando sulla Siria non si è detta la verità e l’atteggiamento dei nostri governi precedenti sono stati molto ambigui. Perciò sono contento per un popolo stremato dalla guerra  e per la mia dignità di italiano che almeno sia detta la verità.

Purtroppo, nella circostanza di una guerra anche mediatica, specialmente finchè la verità non è diventata eclatante, la voce di Avvenire si è unita al coro dei manichei: nei momenti decisivi non ha sostenuto con chiarezza la preoccupazione della Chiesa di Siria che implorava di non dare sostegno ai gruppi armati, ma di lavorare per la riconciliazione nazionale. E a giudicare dall’intervista, tale posizione non è stata ancora superata.

La domanda è: in un paese alle prese con una guerra intestina, un giornale cristiano può ignorare il giudizio e le testimonianze dei cristiani in Siria e dei responsabili religiosi della Chiesa locale? Al posto di guardare con serietà a chi è l’uomo e di cosa ha bisogno, come la maggior parte dei media nazionali Avvenire ha scelto la strada più condivisa dal mondo: la protesta per l’inerzia di una comunità internazionale che non si decideva ad intervenire. Questo è puro travisamento della realtà:  la comunità internazionale non è stata affatto inattiva, ha continuamente buttato benzina sul fuoco.  La tesi adottata è stata spesso quella di padre Dall’Oglio:  una pretesa di cambiare la realtà e sopprimere le ingiustizie tramite le rivoluzioni.  E’ la convinzione che caduto ‘il dittatore’ e distruggendo lo stato il male finisca, come se il sangue sparso non avesse esiti ed il ‘potere’ si debba sempre necessariamente  identificare con l’assolutismo.

Le domande cruciali sono: in una situazione non chiara a cosa ci affidiamo? Alle nostre opinioni? Noi cattolici ci comportiamo come individualisti o abbiamo un criterio di giudizio unico? E da cosa parte questo giudizio? Il criterio, in una realtà confusa e complessa,  è affidarci al giudizio dei testimoni di Cristo. 

E prima di questo passo, più al fondo, la domanda che viene prima do ogni altra: da cosa partiamo e come concepiamo l’uomo e la sua esistenza? Oggi occorre un giudizio che ricucisca il male degli uomini non che lo espanda. Alla verità è una e vi si aderisce: è questo il paradigma dell’esistenza umana;  è l’unico sguardo che porta alla pace.

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Il rifiuto dell’Islanda di essere vessata finanziariamente è un modello per Grecia e Irlanda?

FONTE : http://www.counterpunch.org/2011/05/27/breakup-of-the-eurozone/

Lo scorso mese l’Islanda ha votato contro l’accettazione delle richieste britanniche e olandesi che avrebbero rimborsato le agenzie di assicurazione bancarie nazionali per aver “salvato” i propri correntisti di Icesave. È stata la seconda votazione contro quest’accordo (con un coefficiente di 3 a 2) e la convinzione degli islandesi di rimanere membri dell’eurozona è scesa al 30 per cento. Il comune sentire è che i politici europei sono intervenuti in soccorso dei banchieri e non degli interessi della società, cosa che gli islandesi pensavano fosse la strada da seguire, come già stabilito nel 1957 con la formazione della Comunità Economica Europea.

L'Europa ha messo in dubbio l’adesione dell’Islanda a causa dell’imposizione dell’austerità finanziaria e della povertà alla popolazione, tutto questo per farle pagare soldi che legalmente non doveva a nessuno. Il problema è quello di trovare un tribunale imparziale che voglia applicare le leggi esistenti per attribuire le responsabilità a chi effettivamente le ha.

La ragione per cui l’UE ha combattuto così duramente per far prendere al governo islandese la responsabilità dei debiti di Icesave è quello che i creditori chiamano “contagio”. L’Irlanda e la Grecia devono affrontare un ammontare del debito sempre più elevato. La “troika” dei creditori europei – la Banca Centrale Europea (BCE), la Commissione Europea e il FMI – ritiene che la cancellazione del debito e la tassazione progressiva per proteggere le economie interne sia una malattia contagiosa.

Come la Grecia, l’Irlanda ha chiesto un allentamento del debito per far sì che il governo non fosse obbligato a tagliare la spesa nel corso di una recessione sempre più acuta. “La stampa irlandese ha riportato che i funzionari dell’UE “hanno perso la testa” quando i negoziatori irlandesi hanno chiesto di allargare la condivisione del peso del debito. La Banca Centrale Europea teme che una mossa del genere possa provocare un contagio nei mercati del debito dell’Europa meridionale”, così ha scritto un giornalista, avvertendo che le conseguenze dello sconsiderato incameramento del debito pubblico nel bilancio dello Stato possa minacciare di far fallire l’economia.

 

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