si ringrazia Ora Pro Siria per l’enorme lavoro di divulgazione che compie e dal quale traggo questo articolo – fonte : finesettimana
Il patriarca maronita cardinale Béchara Raï rifiuta di schierarsi da una parte o dall’altra nel conflitto siriano, e invita i governi stranieri ad impegnarsi per una soluzione diplomatica. Esprime il suo auspicio di rafforzare i rapporti tra le diverse Chiese, ma anche con i musulmani, per opporsi al fondamentalismo.
Intervista al cardinale Béchara Raï*, a cura di François-Xavier Maigre
in “La Croix” del 15 aprile 2013 (traduzione: www.finesettimana.org)
Lei afferma che la primavera araba deve diventare una “primavera dell’uomo”. Che cosa
intende dire?
Noi viviamo con i musulmani in Medio Oriente da millequattrocento anni. Insieme abbiamo saputo trovare un modus vivendi. Abbiamo attraversato gioie e dolori, ma abbiamo portato avanti insieme questa società, con una certa complementarietà. I cristiani hanno esercitato una grande influenza sulla cultura e sulla vita sociale all’interno del mondo arabo, veicolando i valori della modernità.
Questo equilibrio oggi è minacciato: osserviamo un’ingerenza esterna che vorrebbe fomentare ad ogni costo la guerra, col pretesto di istituire la democrazia. Le riforme politiche, economiche e sociali sono una necessità in Siria e in tutto il mondo arabo. Ma non possono essere imposte
dall’esterno. La situazione attuale in Siria è disastrosa. Gruppi fondamentalisti uccidono e
distruggono, sostenuti dall’Oriente e dall’Occidente con le armi, il denaro, il sostegno politico.
Quale ruolo può svolgere l’Occidente nei confronti dei cristiani orientali?
Occorre sostenere moralmente e politicamente la presenza cristiana per arginare questa continua crescita verso l’integralismo. Se la “primavera araba”, la “primavera dell’uomo” perde influenza, aumenta la minaccia di vedere la maggioranza moderata dei musulmani passare dalla parte opposta.
I musulmani constatano che vi sono stati che sostengono i fondamentalisti. E poiché vogliono
vivere, per vivere rischiano di radicalizzarsi a loro volta. Questo rischio minaccia la pace mondiale.
Più precisamente rispetto alla Siria: chi parla di pace, viene accusato di sostenere il regime, come se non si volesse sentir parlare di dialogo. Le parole sono vaghe: alcuni parlano di soluzione politica, ma mai di negoziati! Lancio un grido alla coscienza internazionale: interrompete la guerra! Basta col commercio delle armi!