Le Carmelitane di Arlington dopo il loro appello non collaboreranno più con il vescovo

le carmelitane di arlington dopo il loro appello non collaboreranno piu con il vescovo

19 ore fa è stato pubblicato il video che vedete in apertura. Precedentemente, il vaticanista Marco Tosatti ha pubblicato sul suo blog la dichiarazione delle suore carmelitane di Arlington, premettendo il significativo titolo “Il coraggio delle carmelitane di Arlington e un vescovo indegno. Roma, dove sei?“, che riporto dopo la mia introduzione.

Cosa è successo:

Nel tranquillo Monastero della Santissima Trinità, situato a Arlington, Texas, si è sviluppato un momento di profonda riflessione e coraggio. La Reverenda Madre Priora e il Capitolo delle Carmelitane Scalze hanno recentemente emesso una dichiarazione che ha catturato l’attenzione di molte persone che hanno a cuore la Chiesa. Questa dichiarazione, datata 18 agosto 2023, denuncia gli avvenimenti straordinari che hanno coinvolto il Monastero e la Madre Priora, esponendo interferenze, intimidazioni e manipolazioni spirituali che hanno gettato un’ombra su questo luogo di preghiera e contemplazione. Attraverso questa dichiarazione, le suore esprimono la loro ferma decisione di preservare la loro vocazione e l’integrità della loro comunità di fronte a sfide profonde e inaspettate.

La dichiarazione affronta una serie di tematiche complesse e rilevanti, che vanno dall’abuso di potere all’integrità spirituale. Mostra come la vita religiosa, apparentemente lontana dalla politica e dal potere, possa essere influenzata da dinamiche complesse e talvolta dolorose. Questo articolo esplora la dichiarazione delle Carmelitane Scalze, offrendo una panoramica delle sfide che stanno affrontando e del loro impegno a preservare la loro fede, la loro vocazione e la loro comunità.

I Fondamenti Della Dichiarazione:

La dichiarazione esprime l’inequivocabile impegno delle suore a difendere la loro vocazione e la loro integrità di fronte alle difficoltà che stanno affrontando. Descrive come il Monastero, fin dalla sua fondazione, ha mantenuto relazioni cordiali con le autorità ecclesiastiche, ma ora si trova a fronteggiare una situazione senza precedenti. Le suore affermano di essere state vittime di aggressioni verbali, intimidazioni, umiliazioni e interferenze spirituali da parte di alcune autorità ecclesiastiche, portando alla decisione di non riconoscere più l’autorità del vescovo di Fort Worth.

La dichiarazione affronta anche le questioni relative alla liturgia e alla tradizione. Le suore annunciano il loro desiderio di celebrare la Sacra Liturgia nella forma antica del Rito Romano e secondo l’uso tradizionale delle Carmelitane Scalze. Questo passo riflette la loro profonda connessione con la tradizione e la fede.

Dichiarazione della Reverenda Madre Priora e del Capitolo

Monastero della Santissima Trinità
Carmelitane Scalze
5801 Mt. Carmel Drive
Arlington, Texas 76017

18 Agosto 2023

Sia lodato Gesù Cristo.

Negli ultimi mesi il nostro Monastero in generale e la nostra Madre Priora in particolare sono stati sottoposti a interferenze, intimidazioni, aggressioni, umiliazioni private e pubbliche e manipolazioni spirituali senza precedenti, risultato diretto degli atteggiamenti e delle ambizioni dell’attuale vescovo di Fort Worth nei riguardi della nostra Reverenda Madre Priora, di noi Monache e della nostra proprietà. Siamo state colte alla sprovvista. Dalla nostra fondazione le nostre relazioni con il nostro Vescovo sono sempre state cordiali e filiali. Ogni Vescovo ha sempre avuto la nostra amorevole fiducia. Non abbiamo mai immaginato che le nostre relazioni con il Vescovo potessero essere diverse.

Con i suoi comportamenti privati e pubblici, mons. Olson ha abusato della nostra filiale obbedienza; un uomo che nella ricerca di non meglio specificati fini personali non ha esitato ad aggredire verbalmente e a umiliare le Religiose che hanno denunciato la violazione del tutto ingiustificata dei loro diritti relativi alla proprietà privata e alla privacy.

Per quanto riguarda le calunnie che sono state diffuse, il Capitolo coglie questa opportunità per esprimere la propria totale fiducia nell’integrità morale della propria Madre Priora e nella correttezza della sua azione di governo.

Siamo Monache Carmelitane: alla base della nostra vita religiosa vi sono la preghiera e la penitenza, non i giochi politici e di potere. Non possiamo permetterci di dedicare le nostre risorse spirituali o materiali in vane controversie con autorità i cui programmi sono assolutamente estranei ai nostri e i cui mezzi per influenzare i risultati dei nostri appelli sono aldilà di tutto ciò che possiamo eguagliare.

Il nostro dovere davanti a Dio è quello di garantire che questo Carmelo sia una tranquilla casa di preghiera in cui ogni monaca e novizia possano vivere la propria vocazione in pace e integrità, per la salvezza della sua anima, per la gloria di Dio Onnipotente e per l’edificazione del Suo popolo.

Pertanto, poiché la salvezza delle nostre anime è il nostro primo dovere davanti a Dio Onnipotente; al fine di proteggere l’integrità della nostra vita e la nostra vocazione monastica dai gravi pericoli rappresentati dai continui abusi a cui siamo sottoposte, con questa dichiarazione affermiamo, in coscienza, di non riconoscere più l’autorità dell’attuale Vescovo di Fort Worth o dei suoi funzionari e vietiamo a lui e ai suoi emissari di accedere alla proprietà del nostro Monastero o di avere qualsivoglia contatto o relazione con il Monastero, con le Religiose e con le Novizie. Nessuno che si comporti in modo prevaricatore come l’attuale Vescovo di Fort Worth può pretendere la nostra cooperazione o obbedienza.

Per la nostra sicurezza spirituale e psicologica, e per dovere di giustizia, dobbiamo renderci indipendenti da questo Vescovo fino a quando non si pentirà dell’abuso a cui ci ha sottoposte, si scuserà di persona con la nostra Comunità per quanto ha fatto e accetterà di compiere la dovuta riparazione pubblica. Se quel giorno non dovesse mai arrivare, speriamo e preghiamo che a tempo debito il suo successore sia uno strumento inviato da Dio per quella riparazione che, in giustizia, ci è ora dovuta.

In queste circostanze dobbiamo affermare chiaramente che rimaniamo assolutamente fedeli alla dottrina della Chiesa cattolica e che il Papa e il vescovo di Fort Worth, chiunque essi siano oggi o possano essere in futuro, saranno sempre oggetto delle nostre preghiere in questo Monastero, soprattutto nel Canone della Messa.

Ci aspettiamo ovviamente prese di posizione verbali nei nostri confronti, e forse anche sanzioni: non è nostra intenzione rompere la Comunione con nessuno. Stiamo semplicemente affermando che l’abuso a cui siamo state sottoposte è così gravemente ingiusto e intollerabilmente distruttivo della vocazione che ci siamo impegnate solennemente di onorare davanti a Dio Onnipotente, che in coscienza non possiamo cooperarvi. Noi non rifiutiamo alcun articolo della Fede o della Morale cattolica. Al contrario, dichiariamo che – in queste circostanze particolari e peculiari – in coscienza davanti a Dio Onnipotente non possiamo permettere a questo Vescovo diocesano di continuare ulteriormente a comportarsi in modo illegittimo nei nostri confronti.

Inoltre, il Capitolo ha deciso che d’ora in poi, per meglio rendere a Dio Onnipotente la gloria che Gli è dovuta, e per entrare più profondamente nella contemplazione dei Suoi Sacri Misteri, la Sacra Liturgia – il Santo Sacrificio della Messa, il Divino Ufficio, i Sacramenti, i Sacramentali e altri riti – sarà celebrata nella forma antica del Rito Romano e secondo l’uso tradizionale delle Carmelitane Scalze.

Vogliamo precisare che questa decisione non è una reazione all’abuso nei nostri confronti, anche se ci aspettiamo che provocherà ancora più ritorsioni dalle stesse persone. Piuttosto, essa costituisce una positiva consapevolezza che si è sviluppata nella nostra Comunità nel tempo: «Ciò che le generazioni precedenti consideravano sacro, rimane sacro e grande anche per noi, e non può essere improvvisamente completamente proibito o addirittura considerato dannoso. È opportuno a tutti noi preservare le ricchezze che si sono sviluppate nella fede e nella preghiera della Chiesa e dare loro il loro giusto posto». (Benedetto XVI, 7 luglio 2007)

Crediamo che questo sia particolarmente vero per coloro la cui vocazione è la Vita contemplativa, comprese noi stesse, e che questo sia qualcosa di buono che possiamo e dobbiamo fare per la Chiesa in questi nostri tempi.

La chiesa del nostro Monastero è e rimarrà aperta a tutti coloro che, in buona fede, desiderano pregarvi o partecipare ai riti liturgici che celebriamo, indipendentemente da eventuali rimostranze di coloro che hanno abusato del proprio potere contro di noi.

Ci affidiamo completamente alla Provvidenza di Dio Onnipotente, che è il nostro unico Giudice e la nostra Consolazione in questo momento di prova, perché Egli ci invii buoni sacerdoti che assicurino la nostra vita liturgica e sacramentale e, attraverso la generosità del Suo popolo fedele, ci assicuri il sostegno materiale di cui abbiamo bisogno per continuare fedelmente la nostra vocazione in queste circostanze veramente straordinarie e per formare quelle giovani donne che si uniscono a noi nella nostra bella e tradizionale vita di preghiera e sacrificio davanti al Signore.

Ci scusiamo con tutti i nostri familiari e amici per le preoccupazioni che gli eventi recenti o questa dichiarazione possono aver procurato loro. Non abbiamo alcun desiderio di causare angoscia o scandalo; ma se dobbiamo essere fedeli alla nostra vocazione, se vogliamo sopravvivere, non abbiamo altra scelta. Chiediamo la vostra comprensione e le vostre preghiere, e assicuriamo tutti, anche coloro che non sono d’accordo, delle nostre.

Che i Santi e i Martiri Carmelitani intercedano per tutti noi!

Sia lodato Gesù Cristo: ora e sempre!

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A difesa delle suore è intervenuto il vescovo Viganò. Il suo intervento è stato pubblicato sul già citato blog di Marco Tosatti ‘Stilum Curiae‘.
La mia posizione a riguardo, è di piena solidarietà con le monache. Tuttavia, la situazione è molto delicata e la soluzione non può essere la divisione scismatica, mentre va mantenuta l’appartenenza alla Chiesa.

Io non sono titolato per affrontare questi argomenti ma ho una buona conoscenza del catechismo e questo nella vita è sufficiente. Per chi volesse ulteriormente approfondire, propongo le motivazioni che il Prof. Giovanni Zenone descrive lucidamente  nella prima parte del seguente video (prima della presentazione delle novità editoriali di Fede e Cultura e poi, proseguendo, subito dopo):