l'illusione di avere ancora in mano il proprio destino

Guardo le reazioni della gente , vuole le elezioni , sono tutti daccordo, come se questo atto potesse cambiare qualcosa, l’illusione di avere ancora in mano il proprio destino. Se le cose non si cambiano a livello europeo, Mario Monti è l’unico che può dare quello che gli italiani e il governo italiano vuole: non …

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E' UNA OPPORTUNITA' PER LA NOSTRA VITA DA NON PERDERE

  Cari amici, Non è forse una guerra quella che si sta disputando contro la Grecia ed ora contro l’Italia? Chi è favorevole alla destabilizzazione di intere economie nazionali? Questa carovana  guidata da banche creditrici, speculatori istituzionali, hedge funds e istituzioni finanziarie internazionali a cosa mirano? Onon mirano a nulla e si accontentano solo di …

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un occhio all'estero: banche di poprietà pubblica tedesche

Fonte: Publicly-owned Banks as an Instrument of Economic Development: The German Model

Le banche di proprietà pubblica sono state fondamentali per il finanziamento del “miracolo economico” della Germania dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene le banche pubbliche tedesche siano state prese di mira negli ultimi dieci anni dai loro concorrenti privati per ottenerne la distruzione, il modello rimane una valida alternativa all’affarismo privato ora oggetto di contestazione a Wall Street.

Una delle richieste avanzate dai manifestanti del modello Occupy Wall Street è la “public option” [Ndt: Per “public option” si intende l’ingresso dello Stato nel mercato privato] nel settore bancario. Che cosa ciò significhi è stato spiegato dal dottor Michael Hudson, docente di Economia presso l’Università del Missouri a Kansas City, in un’intervista a firma di Paul Jay del Real News Network del 6 ottobre:

[L]a richiesta non è semplicemente quella di creare una banca pubblica, ma di trattare le banche in genere come un servizio pubblico, proprio come le società elettriche vengono considerate di pubblica utilità.[…] Così come ci sono state pressioni per un ingresso dello Stato nel settore sanitario, ci dovrebbe essere l’ingresso dello Stato nel settore bancario. Ci dovrebbe essere una banca controllata dal governo che offra carte di credito con tassi di interesse non punitivi come quelli attualmente praticati pari al 30%, senza sanzioni, senza aumentare il tasso di interesse se non si paga la bolletta elettrica. Quello che ha reso l’America forte nel 19° secolo e nell’inizio del 20° secolo è stato l’avere infrastrutture essenzialmente pubbliche, proprio come se si hanno strade e ponti pubblici. […] L’idea alla base delle infrastrutture pubbliche consisteva nella volontà di pervenire alla riduzione del costo della vita e dei costi di impresa.

Negli Stati Uniti non si sente parlare molto dell’ingresso dello Stato nel settore bancario, ma alcuni paesi hanno già un forte settore bancario pubblico. A maggio 2010 un articolo comparso su The Economistsottolineava che la presenza di banche forti e stabili di proprietà pubblica in India, Cina e Brasile ha aiutato questi paesi a superare la crisi bancaria che negli ultimi anni sta affliggendo la maggior parte del mondo.

 

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Guardare fuori per capire noi: "la svolta neoliberista della Lettonia".

fonte : finanza in chiaro

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Mentre la maggior parte della stampa mondiale si concentra sulla Grecia (e anche su Spagna, Irlanda e Portogallo) come la zona euro più in difficoltà, la più grave, devastante e assolutamente più micidiale crisi nelle economie post-sovietiche programmate per entrare a far parte dell’Eurozona è sfuggita in qualche modo all’attenzione generale.

E’ senza dubbio così perché la loro esperienza è un’accusa dell’orrore distruttivo del neoliberismo – e della politica dell’Europa di non trattare questi paesi come promesso, non aiutandoli a svilupparsi secondo delle linee dell’Europa occidentale ma come zone da essere colonizzate per essere mercati di esportazione e mercati bancari, spogliate dei loro attivi di bilancio, dei loro lavoratori qualificati e più in generale della loro manodopera in età lavorativa, del loro patrimonio immobiliare e dei loro edifici, e di qualsiasi altra cosa ereditata dal periodo sovietico.

La Lettonia ha subito una delle peggiori crisi economiche del mondo. Non si tratta soltanto di una crisi economica, ma anche di una crisi demografica. Il suo crollo del PIL del 25,5 per cento solamente negli ultimi due anni (quasi il 20 per cento lo scorso anno) è già la peggior flessione mai registrata in un periodo di due anni. Le rosee previsioni del FMI anticipano un’ulteriore decrescita del 4 per cento, il che collocherebbe il tracollo economico lettone davanti alla Grande Depressione degli Stati Uniti. Ad ogni modo, le brutte notizie non si fermano qui. Il FMI stima che il 2009 vedrà un disavanzo totale dei conti dei capitali e e dei conti finanziari per 4,2 miliardi di euro, e altri 1,5 miliardi di euro (equivalenti al 9 per cento del PIL) lasceranno il paese nel 2010.

Inoltre, il governo lettone sta rapidamente accumulando debito. Dal 7,9 per cento del PIL nel 2007, si stima che il debito della Lettonia arriverà al 74 per cento del PIL per quest’anno, stabilizzandosi presumibilmente,nello scenario migliore ipotizzato del FMI, all’89 per cento nel 2014. Questo la collocherebbe ben oltre i limiti del debito imposti da Maastricht per l’adozione dell’euro. Tuttavia, l’entrata nell’Eurozona è stato il principale pretesto della banca centrale lettone per le misure di austerità lacrime e sangue necessarie per mantenere il suo ancoraggio al tasso di cambio. Ma la tutela di questo ancoraggio ha bruciato montagne di riserve di valuta che altrimenti sarebbero state investite nell’economia nazionale.

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Il rifiuto dell’Islanda di essere vessata finanziariamente è un modello per Grecia e Irlanda?

FONTE : http://www.counterpunch.org/2011/05/27/breakup-of-the-eurozone/

Lo scorso mese l’Islanda ha votato contro l’accettazione delle richieste britanniche e olandesi che avrebbero rimborsato le agenzie di assicurazione bancarie nazionali per aver “salvato” i propri correntisti di Icesave. È stata la seconda votazione contro quest’accordo (con un coefficiente di 3 a 2) e la convinzione degli islandesi di rimanere membri dell’eurozona è scesa al 30 per cento. Il comune sentire è che i politici europei sono intervenuti in soccorso dei banchieri e non degli interessi della società, cosa che gli islandesi pensavano fosse la strada da seguire, come già stabilito nel 1957 con la formazione della Comunità Economica Europea.

L'Europa ha messo in dubbio l’adesione dell’Islanda a causa dell’imposizione dell’austerità finanziaria e della povertà alla popolazione, tutto questo per farle pagare soldi che legalmente non doveva a nessuno. Il problema è quello di trovare un tribunale imparziale che voglia applicare le leggi esistenti per attribuire le responsabilità a chi effettivamente le ha.

La ragione per cui l’UE ha combattuto così duramente per far prendere al governo islandese la responsabilità dei debiti di Icesave è quello che i creditori chiamano “contagio”. L’Irlanda e la Grecia devono affrontare un ammontare del debito sempre più elevato. La “troika” dei creditori europei – la Banca Centrale Europea (BCE), la Commissione Europea e il FMI – ritiene che la cancellazione del debito e la tassazione progressiva per proteggere le economie interne sia una malattia contagiosa.

Come la Grecia, l’Irlanda ha chiesto un allentamento del debito per far sì che il governo non fosse obbligato a tagliare la spesa nel corso di una recessione sempre più acuta. “La stampa irlandese ha riportato che i funzionari dell’UE “hanno perso la testa” quando i negoziatori irlandesi hanno chiesto di allargare la condivisione del peso del debito. La Banca Centrale Europea teme che una mossa del genere possa provocare un contagio nei mercati del debito dell’Europa meridionale”, così ha scritto un giornalista, avvertendo che le conseguenze dello sconsiderato incameramento del debito pubblico nel bilancio dello Stato possa minacciare di far fallire l’economia.

 

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sovranità monetaria e debito pubblico

Forse on si verrà mai a capo del problema delle banche nazionali in mano ai privati ma almeno quando la Banca d'Italia stampava moneta il governo italiano poteva far crescere il paese e impedire la recessione, ora non siamo padroni di nulla, e questo è contro la costituzione.

fonte  "il giornale.it dicembre 2009 –  titolo: "quella sovranità monetaria in mani private"

Abbiamo ricominciato a tremare per le banche. Abbiamo ricominciato a tremare addirittura per gli Stati, a rischio di fallimento attraverso i debiti delle banche. Si è alzata anche, in questi frangenti, la voce
di Mario Draghi con il suo memento ai governanti: attenzione al debito pubblico e a quello privato; dovete a tutti i costi farli diminuire.

Giusto.

Ma l’unico modo efficace per farli diminuire è finalmente riappropriarsene. Non è forse giunta l’ora, dopo tutto quanto abbiamo dovuto soffrire a causa delle incredibili malversazioni dei banchieri, di sottrarci al loro macroscopico potere? Per prima cosa informando con correttezza i cittadini di ciò che in grande maggioranza non sanno, ossia che non sono gli Stati i padroni del denaro che viene
messo in circolazione in quanto hanno delegato pochi privati, azionisti delle banche centrali, a crearlo. Sì, sembra perfino grottesca una cosa simile; uno scherzo surreale del quale ridere; ma è
realtà. C’è stato un momento in cui alcuni ricchissimi banchieri hanno convinto gli Stati a cedere loro il diritto di fabbricare la moneta per poi prestargliela con tanto di interesse.

È così che si è formato il debito pubblico:

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Una domanda semplice, semplice: … ma con chi ci siamo indebitati?

Cari amici, oggi ho sentito Berlusconi che in una conferenza stampa ha detto che lui non vede questa crisi, l'industria produce , i  ristoranti sono pieni, la gente ha la casa di proprietà… e allora? credo che sta rischiando grosso. La gente è ostile ed ora lo prenderanno per pazzo, uno anzi che se la …

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