La Distruzione dell’Educazione Scolastica

la distruzione delleducazione scolastica

Il Ruolo della Distruzione dell’Educazione Scolastica e della Famiglia nell’Educazione dei Giovani e il Controllo delle Élite Globali

L’educazione dei giovani è un tema cruciale per il futuro di qualsiasi società. I giovani rappresentano la prossima generazione di leader, lavoratori, e cittadini, e la loro formazione è fondamentale per il progresso e lo sviluppo di qualsiasi nazione. Tuttavia, negli ultimi anni, il ruolo dell’istruzione scolastica e della famiglia nell’educazione dei giovani è stato profondamente influenzato dalla distruzione dell’educazione scolastica e dal controllo esercitato dalle élite globali. Questi fattori hanno scatenato una serie di dibattiti e controversie sulla formazione dei giovani e sulla difesa dei valori tradizionali.

La Distruzione dell’Istruzione Scolastica

Uno dei principali punti di discussione riguarda la distruzione dell’istruzione scolastica. Le scuole, un tempo luoghi di apprendimento dei principi di base e di valori condivisi, sembrano essere diventate sempre più inefficaci nel trasmettere conoscenze essenziali ai giovani. Questo declino dell’educazione scolastica può essere attribuito a vari fattori, tra cui la politica educativa, la burocrazia, e la crescente centralizzazione del controllo sull’istruzione.

Il Ruolo Fondamentale della Famiglia nell’Educazione

In contrasto con l’erosione dell’istruzione scolastica, molti ritengono che la famiglia rappresenti il luogo ideale per l’educazione e la trasmissione dei valori. La famiglia è il primo contesto in cui i giovani apprendono valori, comportamenti e norme sociali. Tuttavia, la crescente influenza delle élite globali ha anche permeato le dinamiche familiari, creando tensioni e conflitti sulla formazione dei giovani.

Il Controllo delle Élite Globali

Le organizzazioni internazionali come l’OMS e l’ONU, sebbene abbiano lo scopo di promuovere il benessere globale e la cooperazione, sono spesso corrotte e controllate da élite globali. Questo alimenta agende imposte, come l’obbligo di vaccinazione e l’agenda LGBT, che sono metodi per tentare di manipolare le menti dei giovani.

La Lotta tra la Famiglia Tradizionale e le Élite Globali

Mentre alcune élite promuovono un’agenda progressista che cerca di ridefinire le norme sociali e familiari, molte famiglie tradizionali si sforzano di difendere i loro valori e credenze.

Il Ruolo Cruciale delle Scuole nella Formazione dei Cittadini

Le scuole sono spesso controllate e influenzate da programmi educativi che rispecchiano le visioni delle élite globali. Questo solleva domande sulla neutralità dell’istruzione e sulla sua capacità di promuovere il pensiero critico e l’indipendenza intellettuale.

La Necessità di un’Emancipazione Educativa

In definitiva, l’educazione dovrebbe essere un processo di emancipazione e miglioramento delle persone. Tuttavia, la qualità dell’istruzione è in calo e spesso influenzata da considerazioni politiche ed economiche che mirano a non consentire ai giovani di sviluppare pensiero critico e discernimento.

La distruzione dell’istruzione scolastica e il controllo esercitato dalle élite globali sulle ideologie hanno un impatto significativo sull’educazione dei giovani, distruggendo la possibilità di un pensiero critico.

Quando don Giussani sottolineava l’importanza di una educazione di popolo

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“L’educazione è l’introduzione alla realtà totale. L’uomo deve essere educato perché diventi più sé stesso, ovvero si realizzi. Altrimenti è reattivo e ricomincia sempre daccapo. Solo la tradizione può dare la continuità ad un percorso storico e personale”, dice nel video don Giussani, un regalo di ascolto da farsi per Natale anche in relazione dei nodi che la realtà attuale ci chiede di sciogliere, almeno a livello di coscienza personale.

Nella articolata lezione di don Giussani, emergono i seguenti punti:

1. Per educare occorre proporre adeguatamente il passato. Senza questa proposta del passato, della conoscenza del passato, della tradizione, il giovane cresce cervellotico o scettico. Se niente propone di privilegiare un’ipotesi di lavoro, il giovane se la inventa, in modo cervellotico, oppure diviene scettico, molto più comodamente, perché non fa neanche la fatica di essere coerente all’ipotesi che si è presa […]

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2. Seconda urgenza: il passato può essere proposto ai giovani solo se è presente dentro un vissuto presente che ne sottolinei la corrispondenza con le esigenze ultime del cuore. Vale a dire: dentro un vissuto presente che ne dia le ragioni di sé. Solo questo vissuto può proporre ed ha il diritto e il dovere di proporre la tradizione, il passato. Ma se il passato non appare, se non è proposto dentro un vissuto presente che cerchi di dare le proprie ragioni, non si può neanche ottenere la terza cosa necessaria all’educazione: la critica.

3. La vera educazione deve essere un’educazione alla critica. Fino a dieci anni (adesso anche prima), il bambino può ripetere ancora: «L’ha detto la signora maestra, l’ha detto la mamma». Perché? Perché, per natura, chi ama il bambino mette nel suo sacco, sulle spalle, quello che di meglio ha vissuto nella vita, quello che di meglio ha scelto nella vita. Ma, ad un certo punto, la natura dà al bambino, a chi era bambino, l’istinto di prendere il sacco e di metterselo davanti agli occhi (in greco si dice pro-bállo, da cui deriva l’italiano «problema»). Deve dunque diventare problema quello che ci hanno detto! Se non diventa problema, non diventerà mai maturo e lo si abbandonerà irrazionalmente o lo si terrà irrazionalmente. Portato il sacco davanti agli occhi, ci si rovista dentro. Sempre in greco, questo «rovistarci dentro» si dice krinein, krísis, da cui deriva «critica». La critica, perciò, consiste nel rendersi ragione delle cose, non ha un senso necessariamente negativo.”

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