SSul video spot della von der Leyen, Daniela Ranieri ha scritto una dettagliata e pungente critica su “Il Fatto Quotidiano” (titolo originale: “Quel ributtante spot ultra-bellicista di Ursula von der Leyen per le elezioni europee“).
Nell’articolo, Ranieri descrive il video elettorale di Ursula von der Leyen come “una delle cose più ributtanti, per etica ed estetica, che sia dato vedere ultimamente“. L’autrice analizza con precisione le implicazioni del messaggio bellicista promosso dalla von der Leyen, evidenziando come questo approccio contraddica i principi di pace e concordia che la leader europea dovrebbe sostenere.
Ranieri descrive il video come “ineffabile”, con una voce maschile editata stile wargame che illustra una cartina dell’Europa tipo Risiko: “La guerra della Russia è ancora alle nostre porte”. La critica dell’autrice si rivolge anche alla rappresentazione stessa della von der Leyen, che appare “con la sua faccia a metà tra un personaggio di Desperate Housewives e un feldmaresciallo della Luftwaffe“, suggerendo una dissonanza tra l’immagine pubblica della leader e il messaggio di unione e uguaglianza che dovrebbe trasmettere.
Un punto particolarmente forte dell’articolo è la denuncia dell’atmosfera paranoica creata dal video: “Perché questa atmosfera paranoica? Presto detto: eccola insieme a Zelensky, il quale ha molto da insegnare, in quanto a necro-propaganda bellica”. Ranieri sottolinea come il video elettorale si inserisca in una narrativa di riarmamento e divisione, contraria agli ideali di cooperazione internazionale.
La critica prosegue evidenziando le contraddizioni nella politica di difesa europea promossa dalla von der Leyen: “Nel mio secondo mandato, dice, voglio potenziare (‘turbo-charging’ in originale, ndr) la nostra capacità industriale di difesa. Ma già lo stavamo facendo: ci siamo impegnati con la NATO per portare al 2% le spese in armamenti e l’UE ha dirottato fondi del PNRR sulla produzione di armi, fingendo che la spesa rientrasse sotto la voce-fregatura ‘resilienza’”.
Infine, l’autrice non risparmia critiche alla retorica bellicista della von der Leyen, descrivendo come il video elettorale suggerisca che “bisogna agire, dice la signora cotonata, assetata di sangue fresco. Noi siamo i Buoni. Mandiamo più missili, carri armati, truppe e, perché no, qualche bombetta nucleare; in alternativa, neutralizziamo Putin a spruzzi di lacca”.
La giornalista conclude il suo articolo con un appello implicito alla riflessione critica sulle politiche europee, mettendo in guardia contro la retorica bellicista che rischia di alimentare ulteriori divisioni e conflitti globali.
L’articolo di Daniela Ranieri è pubblicato su “Il Fatto Quotidiano“.
Lo spot, in effetti, è di inaudita violenza e settarietà, animato da un insolito spirito bellicista per un’Europa la cui unica ragione di esistere, secondo i padri fondatori, è stata per anni la preservazione della pace.
L’Unione Europea è nata come progetto di pace, per evitare che gli orrori della seconda guerra mondiale si ripetessero. I fondatori credevano che la cooperazione e l’integrazione fossero le chiavi per costruire un continente stabile e pacifico.
Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, ha sempre sostenuto con fermezza la necessità di costruire un’Europa unita per garantire la pace e la stabilità.
In un discorso del 1952, De Gasperi dichiarò:
“La pace è la nostra battaglia, l’arma della nostra guerra.”
De Gasperi credeva che un’Europa unita potesse superare le divisioni e le rivalità che avevano portato a due devastanti guerre mondiali nel XX secolo.
In un altro importante discorso al Congresso dell’Europa a L’Aia nel 1948, De Gasperi disse:
“L’unità europea è nata dal dolore delle guerre e dalla speranza di costruire una pace duratura.”
Lo spirito bellicista dello spot elettorale di Ursula von der Leyen tradisce questi principi fondamentali, sostituendo la diplomazia e la cooperazione con una retorica di divisione, conflitto e trasformazione dell’economia in una economia di guerra contro “il nostro nemico”. Questo approccio non solo mina la stabilità dell’Europa, ma tradisce anche la visione di coloro che hanno lavorato instancabilmente per una Unione Europea al solo scopo della pace , affinché l’Europa non tornasse mai più ad essere teatro di guerra.
Il messaggio dello spot suggerisce infine che tutto ciò che non coincide con la sua narrazione sia disinformazione. In questo modo, più potere si ha, più è facile prevalere. Secondo il messaggio dello spot, ciò che conta non è lo spirito critico, ma l’omologazione al pensiero unico.