Vaticano a Ginevra II: Il dialogo è l’unica via. Non c’è soluzione militare alla crisi siriana

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Asia News 23 gennaio 2010

Mons. Silvano Tomasi è intervenuto ieri alla Conferenza di pace, sottolineando che l’incontro deve avere a cuore la popolazione e non la crescita del potere di una o dell’altra fazione. Cinque proposte da attuare da subito. Piena cittadinanza per tutte le comunità presenti nella società siriana. Il ricordo dell’impegno di papa Francesco per la pace e la cultura del dialogo.

Montreux (AsiaNews) – La violenza che da quasi tre anni segna la vita della popolazione siriana non porta da nessuna parte “se non alla morte”. “Il dialogo è l’unica via per andare avanti. Non c’è soluzione militare alla crisi siriana”: sono alcuni dei punti salienti dell’intervento del delegato della Santa Sede alla Conferenza di pace sulla Siria.

Intervenendo dopo i rappresentanti del governo siriano e dell’opposizione, l’arcivescovo mons. Silvano M. Tomasi, ha mostrato che la preoccupazione dell’incontro deve essere quella di dare “priorità … alla gente rispetto al potere estremo”.

Il delegato ha chiesto alle parti in causa di “mettere in pratica le buone intenzioni” e percorrere la via che e le proposte fatte diverse volte dalla Santa Sede:

a) l’immediato e incondizionato cessate il fuoco e la fine delle violenze;

b) maggiore assistenza umanitaria e inizio immediato della ricostruzione;

c) risollevare l’economia con la generosità della comunità internazionale e un’attenzione verso i giovani;

d) potenziare il dialogo e la riconciliazione fra le comunità religiose;

e) impegno al dialogo da parte delle potenze regionali e internazionali, per risolvere i problemi della regione.

Ribadendo la “futilità della violenza”, mons. Tomasi sottolinea il valore fondamentale del pluralismo nella società siriana e della comune cittadinanza per i membri di tutte le comunità, che garantisce un contributo specifico alla pace da parte di ognuno.

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Ginevra – 2, un altro errore?

7ec027ac-8f59-4a59-af6e-e8c0f9becfc8_16x9_600x338Aleksandr Orlov New Oriental Outlook 10/01/2014  Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Oggi c’è il dubbio che la conferenza internazionale che potrebbe fornire la tanto necessaria risoluzione del conflitto siriano, la cosiddetta “Ginevra-2″, che dovrebbe tenersi a Montreux, in Svizzera, il 22 gennaio, non ci sarà. La ragione di questo fatto triste rimane la stessa, mancanza di volontà e incapacità dell’opposizione siriana all’estero (le autorità siriane non negozieranno con terroristi e gruppi radicali che combattono in Siria) di sedersi al tavolo con la delegazione ufficiale di Damasco, senza inoltrare condizioni inaccettabili, come Assad che dovrebbe dimettersi prima che un qualsiasi negoziato possa anche cominciare. I tentativi di tale opposizione di garantirsi dei seggi nel futuro governo provvisorio siriano, da far occupare ai suoi rappresentanti, sembrano altrettanto ridicoli dato che ha già deciso che non ci saranno rappresentanti del governo siriano legittimo in tale “mitico” governo futuro.

Dopo tutto, nella situazione di oggi, quando l’Esercito siriano controlla saldamente la situazione e i gruppi militanti sono in lotta tra essi, appare del tutto irragionevole provare a forzare le autorità siriane sulle regole del gioco. E’ ormai chiaro che l’opposizione, siano liberali laici, traditori e disertori, islamisti moderati e radicali, estremisti e terroristi, anche se tutti questi si riunissero sotto la stessa bandiera, non potrà mai rovesciare il regime di Bashar al-Assad. La guerra civile in Siria continua ancora oggi, solo grazie al finanziamento generoso dell’Arabia Saudita e di un certo numero di monarchie arabe del Golfo Persico, a diversi fondi finanziari islamici noti per la loro reputazione dubbia e al supporto di Turchia, Stati Uniti e alcuni Paesi dell’UE; altrimenti sarebbe da tempo finita. Questa sarebbe stata una vittoria totale e completa delle forze di Damasco, mettendo fine alla storia delle “rivoluzioni arabe” che hanno distrutto Paesi come l’Egitto e la Libia, e l’idra wahhabita sarebbe stata fermata dalla resistenza indomita del popolo siriano.
Quindi tutti questi fallimenti indicano l’incapacità dell’occidente e dei suoi partner wahabiti nel forzare vanamente l’opposizione a partecipare al vertice “Ginevra-2″, e se vogliamo chiamare le cose con il loro nome, sono una sporca bugia. Infatti, anche prima dell’inizio del nuovo anno vi furono casi di accordi di cessate il fuoco temporanei tra forze governative e militanti locali, dato che questi ultimi hanno finalmente capito che non ha senso lottare ulteriormente. Ma non appena il processo di “capitolazione” diventa noto, Stati Uniti ed Arabia Saudita tagliano il sostegno finanziario ai partiti che comandano tali gruppi di militanti.

C’è solo una domanda allora, perché Washington continua a parlare di soluzione pacifica e invia i suoi diplomatici ai colloqui con i colleghi russi per negoziare su “Ginevra-2″, ma allo stesso tempo cerca di prolungare il conflitto? È questo l’ennesimo caso di cospirazione e doppio gioco? Ma in tale caso non vi c’è motivo per Mosca di partecipare ancora a tali giochi diplomatici. E’ giunto il momento che la Russia avanzi la richiesta di un chiaro termine per la conferenza.

E se ancora non c’è intenzione di avviarla, lasciare che l’Esercito siriano concluda logicamente la questione distruggendo coloro che non desiderano la pace. Non è un caso che il ministro dell’Informazione siriano Umran al-Zubi abbia recentemente affermato che Damasco è interessata a partecipare alla prossima conferenza internazionale “Ginevra-2″, se questa conferenza permetterà di risolvere la crisi secondo le aspirazioni del popolo siriano.

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