Libia: disinformazione di massa

fonte : la Gazzetta di Sondrio articolo di di Giovanni Lazzaretti Caro Direttore, la lettera di Enzo Simonazzi (La Libertà dell’11 giugno 2011) pone una serie di dubbi su ciò che scrissi riguardo a Gheddafi e alla Libia. Dubbi tutti legittimi, e lo ringrazio innanzitutto per la pacatezza con cui li esprime. Sintetizzo e metto …

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LIBIA: questo uomo che si vuole difendere, dov'è?

L’intervento della Nato in Libia (legittimato dalla risoluzione 1973 del 17/03/11  dell’Onu), è partito con presupposti non efficacemente verificati e con obiettivi non chiari, ( lo stesso  Congresso USA ha chiesto pochi giorni fà, che la Casa Bianca fornisca informazioni sulla natura, obiettivi e costi della missione in Libia ) . Sulle rivolte e le …

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Eritrea dimenticata…

[fonte: Il Tamarindo] pubblicata su “l’uomo libero”

Stupore. Incredulità. Imbarazzo. Queste le sensazioni predominanti, a qualche giorno dal mio arrivo in Eritrea.

Stupore nel trovarmi circondata da edifici, parole, abitudini tipici del nostro Belpaese. Quasi tutto, infatti, in questo piccolo angolo d’Africa, riporta all’Italia.

Incredulità nel realizzare di aver percorso migliaia di chilometri e ritrovarmi in un luogo, per molti aspetti, così familiare. “Che sia capitata sul set cinematografico di un film sull’ Italia del dopoguerra?” il mio primo pensiero. No no, sembra impossibile, ma qui è tutto reale.

L’imbarazzo è la naturale conseguenza di quanto descritto finora. Quel piccolo Paese faceva parte della nostra “grande” Nazione. E’ storia d’Italia, e dovremmo conoscerla.

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Eritrea : paese prigione , nel mirino anche la chiesa

Nella parte settentrionale del Corno d’Africa, stretta tra l’Etiopia, il Sudan e il Mar Rosso, c’è uno degli stati africani più piccoli, l’Eritrea. Paese multilingue e multiculturale che ha espresso per secoli la sua complessità anche attraverso una cultura profonda che affonda le sue radici all’VIII secolo sviluppando successivamente il regno di Axum e poi …

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Benedetto XVI e la parabola storica della ragione (Benedicto XVI y la parábola histórica de la razón)

ANCORA OGGI MOLTI CATTOLICI SONO ORIENTATI CHE LA RELIGIONE CATTOLICA È TRASCENDENZA E NON IMMANENZA, questo è il male che da secoli è stato fatto dal pensiero illuminista  e ateo che ha colpito anche a volte il corpo della chiesa stessa, tutto il pontificato di Benedetto XVI cerca di correggere questa mistificazione per tornare a Cristo presente:

fonte Digital Pages articolo Carbajosa Ignacio, responsabile di Comunione e Liberazione in Spagna 20/04/2010

250px Pope 13 march 2007Il pontificato di Benedetto XVI, esemplificato nel discorso di Regensburg, ha segnato una pietra miliare nella parabola della ragione descritta negli ultimi tre secoli, nella cultura occidentale. L’Illuminismo ha iniziato un programma di radicale separazione della ragione e della fede che, nel tempo, relegato a credere e le religiose nel regno dell’irrazionale, o almeno a-razionale. Agli occhi del movimento illuminista, la Chiesa cattolica è stata un ostacolo alla conoscenza di che sembrava solo sbarazzarsi. Ma la ragione è chiamata ad essere aperta a tutta la realtà, compreso il suo significato, in modo che l’esclusione della domanda religiosa è una “autolimitazione moderna della ragione”, come Benedetto XVI ha chiamato. Paradossalmente questo cammino storico ha portato a un “pensiero debole” che il postmodernismo ha abbandonato, in pratica, la ragione.

Nella nostra società questa negligenza è particolarmente evidente. Nel dibattito pubblico in nome la libertà di ciascuno, sono stati “estesi i diritti”, ma pochi hanno aderito alla ragione. Il discorso del papa a Regensburg, conclude questa parabola storica. E ‘paradossale che, all’inizio del XXI secolo è stato proprio un Papa che chiama l’Occidente di “avere il coraggio” di “espandere il concetto di ragione”. E questo invito è a sua volta fondamentale per la presentazione di oggi il cristianesimo, come “non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”.

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Risorgimento e persecuzione della Chiesa.

tratto dal sito : ” insorgente ”

Un altro lato oscuro del risorgimento è la persecuzione scatenata contro la Chiesa cattolica dalla potente alleanza liberale, massonica e protestante.
L’Italia è l’unico Paese d’Europa che ha conquistato l’unità nazionale attraverso un duro contrasto con la propria Chiesa. Naturalmente, nel caso dell’Italia, si sta parlando della Chiesa cattolica.
Perché lo Stato sabaudo, il Regno sardo-piemontese che si dice costituzionale e liberale e si è messo alla guida del processo che ha portato all’unità d’Italia ha perseguitato duramente la Chiesa?

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…come vuole la tradizione degli ultimi dieci anni di campagne elettorali

fonte : Mario Mauro –  Il Sussidiario articolo tratto da  Sguardo Leale

Come ha osservato Giorgio Vittadini  nel suo articolo pubblicato su queste pagine mercoledì, e come vuole la tradizione degli ultimi dieci anni di campagne elettorali, anche il voto delle amministrative che avrà luogo a metà maggio si avvia, tristemente, a essere l’ennesimo sondaggio pro o contro Berlusconi, pro o contro gli immigrati. Dietro la scia dei consueti fatti di cronaca giudiziaria o di scandali costruiti ad hoc, stiamo assistendo ancora una volta a una campagna elettorale senza contenuto.
I cittadini non si allontanano dalla politica per caso. Chiedono che quella classe politica desiderosa di farsi carico dei problemi reali che permeano in maniera strutturale il nostro sistema-Paese esca allo scoperto. I cittadini di Milano, di Napoli, di Torino, ma anche quelli di tutti i comuni italiani più piccoli che devono eleggere una nuova amministrazione, vogliono poter scegliere tra diverse proposte, tra diversi modelli di convivenza civile messi sul piatto per la propria città.
Cosa vuol dire fare parte di una città? Quale visione della collettività occorre mantenere al fine di far risvegliare in maniera permanente le potenzialità che le nostre città hanno dimostrato negli anni? I concetti di “persona al centro”, di sussidiarietà e di sviluppo che parta dalla creatività sociale del singolo restano la cartina di tornasole affinché il governo di una città possa essere il motore per un benessere che non sia soltanto economico di una comunità.
Il fatto che la famiglia costituisca il fulcro economico e il vero tesoro della società non può passare in secondo piano. Una buona amministrazione si distingue da una cattiva amministrazione se valorizza al meglio le proprie risorse. Allora seguire l’esempio fornito dalla città di Parma, con il cosiddetto “quoziente Parma“, promosso dalla giunta di centrodestra, è un investimento dal successo assicurato. Investire sulla famiglia e rimodellare il sistema fiscale attorno a essa si è dimostrato il migliore antidoto contro la povertà e contro la disuguaglianza.

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