Osserviamo che mentre in altri casi “ogni occasione è buona” per bruciare una bandiera americana , una cosa così ancora non si è vista e si sente solo “Abbasso Mubarak, giù con il regime” , nessuna azione ostile o di protesta davanti all’ambasciata USA o di altri paesi risulta riportata dai media , nè dalla stampa internazionale. Ma in un paese amico che deve molto al sostegno economico degli USA non è poi tanto strano…e la cosa non mi dispiace, i disordini non sono così “disordini” se si fanno delle richieste precise, e se le richieste sono legittime.
La protesta, ci è stata riferita dai media, come i manifestanti stessi dicono , è stata innescata in primo luogo per una politica devastante di austerità che parte dal 1991 dalla data della partecipazione della guerra nel Golfo, epoca nella quale l’Egitto negoziò in cambio della sua partecipazione l’azzeramento del debito, In secondo luogo è stata generata da un potere oppressivo , è in vigore infatti una legge di emergenza nazionale molto repressiva che ha azzerato da anni ogni tutela alla gente (fonte Amnesty: http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/342 )
Un nuovo governo si è formato ed è composto totalmente da generali (i vertici dell’Esercito sono vicini agli USA). Di per sè, se di transizione, non è un fatto negativo, se si faranno appena possibile nuove elezioni.
Però per la prima volta stasera in TV ho visto i “Fratelli Mussulmani” entrare in gioco, ma nel paese contrariamente a come ci dicono le TV non rappresentano gli islamici più oltranzisti e i suoi partecipanti sono la maggior parte liberi professionisti. Essi attualmente esercitano un’azione relativamente “moderata” nel paese tra il governo e i gruppi estremisti dediti alla lotta armata, almeno da dopo la dura repressione di Nasser dopo il fallito attentato negli anni 60′ (A partire dal 1969, i Fratelli Musulmani iniziano a prendere le distanze dalle posizioni radicali, abbandonando quindi l’ipotesi della lotta armata) , ma auspicano un governo confessionale.( http://it.wikipedia.org/wiki/Fratelli_musulmani ).
Appare comunque chiaro che la ricetta liberista e autocratica adottata ha dato pessimi frutti in Egitto, per questa ragione è auspicabile pensare ad altri modelli economici, più etici, a una organizzazione diversa della società. Ed è chiaro che agli USA non sarà sfuggito tutto questo e penso che non si facciano sorprendere da una seconda “rivoluzione iraniana”, e che quindi cerchino di prevenirla.
E’ innegabile che molte persone all’interno dei movimenti di protesta contino sull’appoggio degli USA, che cerca giustamente di ritagliarsi un ruolo in questa vicenda. Sarebbe stupido il contrario. Già il 13 gennaio Hilary Clinton si è rivolta ai leader arabi esortandoli a dare più libertà ai loro cittadini. Comunque è strano perchè nel 2006 Rumsfeld, allora segretario della Difesa USA elogiava Ben Alì in Tunisia per i progressi ottenuti nella società …
In sostanza gli USA hanno tolto l’appoggio a Mubarak , ma com’è possibile? Sono 30 anni che Mubarak viene attivamente appoggiato dagli USA, definito più volte come “il miglior alleato”…Non c’è da meravigliarsi gli USA hanno spesso anteposto il sostegno a governi autocratici e impopolari per realpolitik e per interessi economici e militari geopolitici (gli USA fornisce armamenti per 1,3 miliardi di dollari l’anno http://www.dirittodicritica.com/2011/01/29/egitto-armi-usa-stati-uniti-12388/ ), ma l’hanno fatto diciamo “tappandosi il naso” e così nel contempo con alcune fondazioni USA sembra , in Egitto, contemporeanamente sovvenzionavano ed appoggiavano la nascita di un’opposizione.