A dieci anni dall'intervento degli americani per rovesciare il regime di Saddam Hussein

 Il Patriarca caldeo, mons. Sako, a 10 anni da “Iraqi Freedom”: la guerra fu un “male” Le riforme non si fanno con le armi, ma con il dialogo …. fonte: Radiovaticana In Iraq non si celebra, non si ricorda quel 20 marzo del 2003 quando scattò l’operazione militare a guida statunitense. Perché le stragi in …

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Al Jazeera e l’altra faccia del potere

fonte: osservatorio Iraq (http://www.osservatorioiraq.it/al-jazeera-e-l%E2%80%99altra-faccia-del-potere)  autore Luca Bellusci Le dimissioni di diversi giornalisti hanno causato un crollo di immagine molto difficile da recuperare per l’emittente araba più famosa al mondo. Da iniziale fenomeno mediatico, Al Jazeera ha dovuto cedere il posto alla real politik del Medio Oriente, intrisa da interessi spesso contrastanti anche tra alleati storici. Il …

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Terrorismo anti-siriano e i suoi collegamenti internazionali

Fin dall’inizio della “primavera” siriana, il governo di Damasco ha affermato di combattere bande di terroristi. La maggior parte dei media occidentali denunciano questa tesi come propaganda di Stato, che serve per giustificare la repressione contro i movimenti di contestazione. Mentre è evidente che questa tesi è sacrosanta per lo Stato baathista, di reputazione poco accogliente …

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Iraq: un paese allo sbando

di Dahr Jamail – 20/01/2012 Nonostante le promesse di miglioramenti, l’economia e le infrastrutture Irachene sono ancora un disastro. Baghdad, Iraq – Mentre il rullo di tamburi della violenza continua a riecheggiare in tutto l’Iraq, la gente continua a lottare per cercare un qualche senso di normalità, un compito reso incredibilmente difficile per via delle …

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Quello che mi spaventa della crisi libica è la mancanza di giudizio, eppure: "Siamo qui con la consapevolezza di una chiamata comune a vivere insieme in pace, quale profonda aspirazione che risuona incessantemente nei nostri cuori"

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guerra civile o guerra su commissione?

Quello che mi spaventa della crisi libica è la mancanza di giudizio. Il giudizio espresso anche da parte dei più ben disposti e non schierati aprioristicamente va dove deve andare.

Mi spiego: abbiamo visto un uomo  trasformato improvvisamente nel male assoluto, tale da giudicare “legittimo” ucciderlo,  infine abbiamo visto  lo stesso uomo in fuga e catturato dopo aver cercato di ucciderlo con le bombe,  quindi è stato umiliato, seviziato, devastato,  uomini si sono compiaciuti di vederlo agonizzante per vederlo soffrire, per puro odio,  infine giustiziato, e poi esposto in pubblico come un trofeo: questo fa smuovere anche le menti più ingessate.

E così avviene, e immediatamente però seguono i “distinguo”, si dice che le guerre sono tutte brutte, che nelle guerre non ci sono regole, e che poi in fondo “si sa cosa accade purtroppo nelle guerre civili”, si considera puntuale “ce lo ricordiamo Mussolini a piazzale Loreto”, etc..  Il paragone è però demenziale, sono situazioni del tutto differenti, sono situazioni che dividono, Avviene proprio ciò che i manipolatori del pensiero, i manovratori del potere, vogliono sentir dire.  Infatti quelli che hanno preparato questa guerra (un cosa così si pianifica non si fa da un giorno all’altro)  non vogliono certo negare che l’uccisione di Gheddafi sia stata atroce, no altrimenti tutti si ribellerebbero, no invece dicono: “apriremo un’indagine..”. Non c’è ipocrisia più grande per innumerevoli  ragioni, eccone alcune:


Non si è trattato di guerra civile

la guerra in Libia non è stata una guerra civile, migliaia sono stati i contractors e gli infiltrati dall’estero, gente specializzata per dar man forte ai cosiddetti “ribelli” una minoranza che non esprime la maggioranza del paese. La guerra civile è iniziata quando la Nato ha messo in atto il proprio intervento e quando parte della popolazione si è schierata con Gheddafi.

Se questo è avvenuto, se cioè anche i “civili” hanno preso differenti posizioni, è perché la comunità internazionale rappresentata dalla coalizione di “volenterosi” (così si è autodefinita) si è schierata con una parte mettendo in atto una guerra senza quartiere per il totale annientamento di una parte rappresentativa della società civile. Strana guerra civile, veramente singolar con satelliti spia e risorse incalcolabili tutte schierate solo da una parte.

Lo stato della Libia: agglomerato di realtà tribali diverse tra loro: facile scatenare una rivolta

la rivolta era iniziata per l’emancipazione di una singole porzioni di territorio dello stato libico, all’inizio gli “insorti” erano ben pochi, quello che che è avvenuto, è stata l’esplosione di una rivolta armata, profittando del clima nato a seguito delle “primavere arabe” negli stati limitrofi e del clima di forte compiacimento occidentale, e non ultimo appoggi, incoraggiamenti e connivenze dirette. La rivolta è avvenuta in Cirenaica ed era avvenuto altre decine di volte nel corso degli anni in una società con forte connotazione tribale, le cui componenti erano  state sempre perennemente in conflitto tra loro.

Non è avvenuta una sollevazione popolare ma un colpo di stato

Ancora oggi, la convinzione corrente della gente (ma quel che è peggio anche di chi decide il destino di intere nazioni) è che “ucciso Gheddafi il problema è risolto”: in realtà ci sono milioni di Gheddafi che sono i suoi sostenitori, e non sono mostri come si vuol far credere, settari, una immensa associazione a delinquere, di questi non se ne tiene minimamente conto, e si sta tentando (con successo) la totale eliminazione fisica e/o politica, prima “delle libere elezioni” (ma già prima delle elezioni si è scelto la shaaria?).

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