I gilet gialli, il paradosso del deficit italiano ed il silenzio dei sindacati

I manifestanti francesi sono furiosi con Macron mentre Roma combatte con Bruxelles sul suo budget. Spannaus spiega perché i sindacati non colgono questo momento. Di Andrew Spannaus Pubblicato su Notizie del Consorzio dal titolo Yellow Vests, Italian Budget Battles & Silent Labour Unions D al punto di vista dell’Unione europea, i livelli storici di disordini sociali …

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Telegraph: ”In Italia è avvenuto un colpo di stato soft ”

[su_heading size=”19″]Telegraph – Colpo di stato soft dell’Europa in Italia: un momento cruciale[/su_heading] Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph commenta in un suo articolo del 28 maggio il veto del Presidente Mattarella alla nomina a Ministro dell’economia del professor Paolo Savona con la considerazione che quest’atto rischia di diventare uno “straordinario precedente”. Opponendosi infatti alla nomina di …

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Bloomberg – L’Italia ha registrato il più grande aumento di persone a rischio di povertà in Europa

[ad_1] Un articolo di Bloomberg fotografa impietosamente l’esito della catastrofe economica dell’Italia nell’eurozona. In meno di dieci anni i poveri assoluti sono quasi triplicati, raggiungendo 4,7 milioni, e le persone a rischio di povertà o esclusione sociale sono aumentate più che in qualsiasi altro paese europeo, raggiungendo la spaventosa cifra del 30% della popolazione. Ci …

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Tobias Piller: la situazione italiana è ormai irrecuperabile e il collasso del Belpaese alle porte

[ad_1]2018 – Odissea in Piddinia Tobias Piller è il corrispondente dall’Italia per la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Sulle pagine del prestigioso quotidiano di Francoforte non perde occasione per raccontare ai tedeschi quanto la situazione italiana sia ormai irrecuperabile e il collasso del Belpaese alle porte. Per Piller, e probabilmente per molti lettori della FAZ, l’Italia resta un paese …

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Cotti (5stelle): Yemen, Gentiloni ha le mani sporche di sangue

[ad_1]   di Roberto Cotti Oggi il premier Paolo Gentiloni è intervenuto a Roma all’apertura della 40/ma sessione della Conferenza biennale della Fao, davanti ai 194 membri dell’Agenzia delle Nazioni Unite. Con nostro sconcerto lo abbiamo sentito dire che “i conflitti spingono a crisi alimentari e che la pace è insieme condizione e obiettivo per …

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Fra Alitalia e Al Qaeda, l’ Italia negli “Amici della Siria”.

Sibialiria ha lanciato una campagna di informazione per DENUNCIARE ED INFORMARE sulle contradizioni e le incongrenze della guerra siriana.  L’attivismo delle potenze coinvolte, in corrispondenza dei colloqui di pace, anzichè attenuarsi,  ha subito una accellerazione . La via della pace per essere credibile e percorribile deve necessariamente escludere l’appoggio ai gruppi armati. Ai negoziati di …

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Siria. Una rivolta spontanea o eterodiretta?

Mideast Syria 0a3b7fonte : http://www.confronti.net/SERVIZI/siria-una-rivolta-spontanea-o-eterodiretta  autore: Patrick Boylan

Così posta, la domanda è fuorviante: la realtà è più complessa e sfaccettata, come spiega a Confronti Patrick Boylan, che fa parte della Rete NoWar e dell’organizzazione Statunitensi per la pace e la giustizia. Di seguito, all’interno del servizio, altri interventi di testimoni diretti di ciò che sta avvenendo in Siria.

La rivolta in Siria, che tanto spazio occupa nella stampa e nei telegiornali da oltre un anno, è spontanea (voluta e condotta dal popolo siriano) o eterodiretta (istigata e orientata da potenze straniere, come quelle che hanno orchestrato le «rivoluzioni colorate» in Georgia e nell’Ucraina nel 2003-4)? Ecco la domanda che fa scorrere in questo periodo fiumi d’inchiostro elettronico nei forum internet e nei blog. Ma, posta in questi termini semplicistici («o…o»), la domanda non può che dare risposte di parte, quindi parziali e fuorvianti.

«Si tratta di una sollevazione popolare interamente spontanea e disarmata (almeno nei primi sei mesi), che uno spietato dittatore reprime nel sangue!», è il mantra dell’opposizione minoritaria siriana, il cosiddetto Consiglio nazionale siriano (Cns). Pur non essendo la forza d’opposizione più grande o rappresentativa in Siria, per le cancellerie occidentali il Cns costituisce l’opposizione «ufficiale» ed è facile capire perché. Formato in buona parte da siriani reclutati all’estero, il Cns rifiuta ogni dialogo con il presidente siriano al Assad, auspica un intervento armato Nato nel conflitto in atto e, in politica estera, promette l’adesione al Dialogo Mediterraneo della Nato, la sudditanza al Consiglio di Cooperazione del Golfo, il divorzio con Iran, Hezbollah e Hamas e, infine, la chiusura della base navale russa a Tartus (unico suo porto nel Mediterraneo). Il Cns è stato «benedetto» (il termine è de «La Stampa»: www.tinyurl.com/ hillary-benedice) dal segretario di Stato Usa Hillary Clinton a Parigi e a Ginevra e dal ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi a Roma. Neanche a dirlo, la sua narrazione dei fatti siriani è quella propagandata dai mass media italiani e occidentale, per i quali l’opposizione maggioritaria in Siria non sembra nemmeno esistere.

«Si tratta di un’insurrezione che, poggiandosi su un malessere diffuso nel Paese, viene orchestrata dall’estero – ossia dagli Stati Uniti in combutta con l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia – per poter insediare in Siria un governo amico, come l’Occidente ha appena fatto in Libia!», è invece il mantra del governo siriano. Un mantra simile è anche quello dell’opposizione maggioritaria in Siria, la quale – pur volendo cacciare il presidente al Assad con mezzi pacifici – accetta che rimanga momentaneamente in carica per scongiurare l’intervento armato straniero. Si chiama Coordinamento nazionale siriano per il cambiamento democratico (Cnscd): il mantra del Cnscd si distingue da quello del governo perché invece di «malessere diffuso» parla di «voglia diffusa di rivoluzione» contro l’autoritarismo e la corruzione del governo e contro la brutalità della repressione del dissenso in Siria. «Ma non possiamo stare a fianco del Cns, il quale devia la voglia di rivoluzione in voglia di lotta armata», dice il Coordinamento. E aggiunge: «La lotta armata non può riuscire senza l’appoggio Nato – e poi, dopo, chi se ne libera più? Ma è proprio questo ciò che vuole il Cns». Vedi le posizioni del Cnscd in questa breve intervista (www.tinyurl.com/op-magg) e su Wikipedia inglese: www.tinyurl. com/op-magg2.

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