Perché la Lettonia, un paese di 1,9 milioni di abitanti, è in prima fila per provocazioni verso la Russia?

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The New York Times riporta la storia di una donna di lingua russa, nata in Lettonia 63 anni fa, all’epoca parte dell’Unione Sovietica. Ha vissuto tutta la vita in Lettonia, dove si è sposata e ha formato una famiglia. Dopo essere rimasta vedova, ha ricevuto una sconvolgente notizia quest’autunno: una lettera ufficiale le comunicava la …

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Sostenere le ragioni della Russia nella guerra è un crimine in Repubblica Ceca, Slovacchia e Lettonia

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Anche l’Italia sta scivolando lentamente verso intolleranza e si trova de facto in un clima di guerra, il punto di arrivo è indicato dalla situazione di altri paesi europei: Numerosi membri dell’UE e della NATO, tra cui Repubblica Ceca e Slovacchia, considerano un crimine sostenere l’invasione russa dell’Ucraina, minacciando i propri cittadini con pene detentive …

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Lettonia – Si spara tra la gente nella capitale per rendere l’esercitazione “il più reale possibile”

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E’ plausibile un esercitazione svolta in pieno centro di una capitale europea, con passanti, donne e bambini coinvolti? Io non ci credevo, ma poi il video che segue è inequivocabile. Si tratta della esercitazione denominata  ‘Namejs 2021′ tenuta in Lettonia dal 30 agosto al 3 ottobre, a cui stanno partecipando militari di Lituania, Estonia, Paesi …

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Estonia, Lettonia e Lituania “le tigri baltiche” sanzionano la Bielorussia con sanzioni giocattolo

[su_spacer]Le autorità di Estonia, Lettonia e Lituania hanno deciso di essere pro-attive e hanno imposto sanzioni contro Alexander Lukashenko, vietandogli di entrare nei propri paesi per un periodo di cinque anni. E’ significativo che nella corrispondente dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri lituano, non è indicata la carica del presidente bielorusso, solo nome e il …

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Guardare fuori per capire noi: "la svolta neoliberista della Lettonia".

fonte : finanza in chiaro

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Mentre la maggior parte della stampa mondiale si concentra sulla Grecia (e anche su Spagna, Irlanda e Portogallo) come la zona euro più in difficoltà, la più grave, devastante e assolutamente più micidiale crisi nelle economie post-sovietiche programmate per entrare a far parte dell’Eurozona è sfuggita in qualche modo all’attenzione generale.

E’ senza dubbio così perché la loro esperienza è un’accusa dell’orrore distruttivo del neoliberismo – e della politica dell’Europa di non trattare questi paesi come promesso, non aiutandoli a svilupparsi secondo delle linee dell’Europa occidentale ma come zone da essere colonizzate per essere mercati di esportazione e mercati bancari, spogliate dei loro attivi di bilancio, dei loro lavoratori qualificati e più in generale della loro manodopera in età lavorativa, del loro patrimonio immobiliare e dei loro edifici, e di qualsiasi altra cosa ereditata dal periodo sovietico.

La Lettonia ha subito una delle peggiori crisi economiche del mondo. Non si tratta soltanto di una crisi economica, ma anche di una crisi demografica. Il suo crollo del PIL del 25,5 per cento solamente negli ultimi due anni (quasi il 20 per cento lo scorso anno) è già la peggior flessione mai registrata in un periodo di due anni. Le rosee previsioni del FMI anticipano un’ulteriore decrescita del 4 per cento, il che collocherebbe il tracollo economico lettone davanti alla Grande Depressione degli Stati Uniti. Ad ogni modo, le brutte notizie non si fermano qui. Il FMI stima che il 2009 vedrà un disavanzo totale dei conti dei capitali e e dei conti finanziari per 4,2 miliardi di euro, e altri 1,5 miliardi di euro (equivalenti al 9 per cento del PIL) lasceranno il paese nel 2010.

Inoltre, il governo lettone sta rapidamente accumulando debito. Dal 7,9 per cento del PIL nel 2007, si stima che il debito della Lettonia arriverà al 74 per cento del PIL per quest’anno, stabilizzandosi presumibilmente,nello scenario migliore ipotizzato del FMI, all’89 per cento nel 2014. Questo la collocherebbe ben oltre i limiti del debito imposti da Maastricht per l’adozione dell’euro. Tuttavia, l’entrata nell’Eurozona è stato il principale pretesto della banca centrale lettone per le misure di austerità lacrime e sangue necessarie per mantenere il suo ancoraggio al tasso di cambio. Ma la tutela di questo ancoraggio ha bruciato montagne di riserve di valuta che altrimenti sarebbero state investite nell’economia nazionale.

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