fonte Immezcla di Naman Tarcha
E’ arrivata in Italia in visita ufficiale Maria Saadeh, deputata indipendente eletta al Parlamento siriano. Architetto e designer, laureata ad Aleppo e Beirut, pluripremiata ha collaborato con prestigiose case di design a Parigi, insegna alla Facoltà di Architettura all’Università di Damasco.
Impegnata con gruppo di giovani siriani per la promozione della cultura e del dialogo interreligioso. Oggi è testimone diretta ed è impegnata a raccontare in giro per il mondo ciò che accade in Siria e durante la sua visita romana è stata ricevuta anche in Vaticano da Papa Francesco.
Per Immezcla l’ha incontrata Naman Tarcha che l’ha seguita durante gli incontri ufficiali. Spiega Maria Saadeh:“Ho deciso di candidarmi malgrado io non abbia nessuna mira ad occupare una poltrona, spinta dalla responsabilità nei confronti del mio paese e del mio popolo, ho sentito il bisogno di essere la portavoce di una società civile che è stata a lungo emarginata, sia da un sistema politico ormai in degrado che ha serio bisogno di rinnovamento, sia da chi approfittando dalla crisi, sogna di prendere il potere con la scusa di essere oppositore”.
Perché ha scelto di entrare in Politica in un momento cruciale in Siria?
Il motivo principale del mio ingresso nella vita politica del mio paese é il totale rispetto dello Stato e delle sue istituzioni, il vero cambiamento dovrebbe avvenire dall’interno e il Parlamento é l’unico luogo legittimo per praticare la vita politica.
Esiste una grande differenza tra lo stato e il sistema politico. Io e tanti siriani difendiamo lo stato, unica garanzia della nostra esistenza. Avevo tante riserve sul sistema politico ma allo stesso momento non mi sentivo rappresentata dall’opposizione interna incapace di rispondere alle esigenze e richieste del popolo siriano. Dall’inizio della crisi c’era il tentativo di creare il nemico, dipingendo il Presidente Assad come dittatore sanguinario, un’immagine falsa solo perché si voleva toglierlo di mezzo. Potrei anche non essere d’accordo con il mio Presidente, ma qualsiasi offesa al Presidente, simbolo della sovranità della Siria, é una offesa ad ogni cittadino, e un attacco alla dignità e all’indipendenza del popolo siriano.