A livello nazionale, non è cambiato nulla, le due parti continuano a combattere con nessun vincitore né vinto, ma con un bilancio di 100.000 morti, un milione di rifugiati nei Paesi limitrofi, 2-3 milioni di sfollati all’interno, centinaia di migliaia di emigrati, una economia in rovina, un fiorente settarismo ed estremismo e nessun barlume di speranza di una composizione del conflitto.
Dopo la ripresa di Qoussair (piccola città nel centro Siria) da parte dell’esercito siriano e la sconfitta dei ribelli lì, i leader del mondo occidentale hanno detto che la caduta di Qoussair dimostra che l’equilibrio delle forze si è inclinato dalla parte del governo e avranno bisogno di armare i ribelli per ristabilire l’equilibrio!!! Che simpatico programma: non si sta cercando di vincere, non ci si rassegna alla sconfitta, si vuole ristabilire l’equilibrio in modo che entrambe le parti continuino a battersi ancora … fino all’ultimo siriano?
In Aleppo, la situazione militare è lo status quo: l’ultima battaglia ha avuto luogo 100 giorni fa, con la presa del quartiere di Sheikh Maksoud (Jabal Al Sayde) da parte dei ribelli. Da allora, non vi è lotta, ma bombardamenti operati da entrambi i contendenti.
Per contro, la situazione umanitaria è catastrofica con due fatti importanti:
1 – Il blocco di Aleppo * dura ormai da 15 giorni: il blocco di persone, nessuno può lasciare la città per andare altrove, in altre città siriane o per viaggi all’estero. Il blocco dei beni, nulla può entrare in Aleppo. Non ci sono più verdure, frutta, latte, formaggio, carne, pollo o pesce, niente combustibile, niente olio, niente gas (per la cucina) e pochissimo pane. Gli unici alimenti non deperibili rimasti al supermercato come riso, bourghol, lenticchie, in scatola … a prezzi astronomici insostenibili per la maggior parte . Va detto che il dollaro scambiato a 50 lire siriane prima degli eventi, LS 180 un mese fa ed è a LS 300 oggi.
La cucina della società caritatevole Al Ihssan che ha fornito cibo quotidiano a 35.000 sfollati ha chiuso per mancanza di gas ed il JRS, il Centro dei Gesuiti che fornisce 15.000 razioni giornaliere, presto chiuderà.
50.000 sfollati interni sono privi di cibo. Senza carburante, le auto non vanno più, la marcia forzata è diventata lo sport degli Aleppini , sarebbe un bene per la salute se la temperatura media non fosse di 40 gradi!
Gli abitanti hanno atteso invano le proteste dell’opinione occidentale (così pronta a protestare per qualsiasi reato) e le pressioni dei loro dirigenti (machiavellici) sui ribelli per porre fine al blocco. Non si tratta più di un problema militare o politico, ma di una causa umanitaria. Affamare una popolazione di 2 milioni di persone è logicamente equivalente a un crimine contro l’umanità per coloro che credono nella pace e nella giustizia. Tacere, è accettare la regola dei politici occidentali dei 2 pesi, 2 misure.