Il MES è stato approvato dal Parlamento sotto ricatto

È il giorno del giudizio, del verdetto tanto atteso. Alle 9.00 di questa mattina il Presidente del Consiglio #Conte si è recato in #Parlamento per tenere le Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020. All’ordine del giorno c’è la riforma del #Mes, che verrà votata da #Camera e Senato al termine del dibattito parlamentare. In questo clima di attesa e tensione, il deputato Claudio #Borghi è intervenuto in Aula a seguito del discorso del Premier #GiuseppeConte.

“Signor Presidente, cercherò di essere il più chiaro e il più sintetico possibile, perché questa seduta non è una seduta del Parlamento normale. Questa è la prima volta in cui molti di noi avranno modo di votare qualcosa di significativo. Questa è una delle prime volte in cui la storia ci passa vicino e non è un discorso pieno di nulla, come quello che ha fatto il Presidente fino adesso, ad essere il punto. Il punto è quello che verrà approvato in Consiglio europeo, quello di cui lui non ha parlato per la milionesima volta, vale a dire la riforma del MES. Allora ne parliamo qui, in modo tale che nessuno di quest’Aula poi potrà invocare il: “ma io non sapevo”. Nessuno dovrà avere questa giustificazione e mi perdoni Presidente, come premessa però del discorso che starò per fare, c’è un punto che deve essere chiarito una volta per tutte.

Vale a dire, se noi oggi siamo qui per decidere che mandato dare al Presidente, c’è qualcuno che, in assenza di questo mandato, è andato in Unione europea e ha già dato l’assenso per il nostro Paese. Piantiamola di prenderci in giro! Ma, e spero che da qui mi senta il Presidente Mattarella, è possibile che il Ministro dell’Economia su una questione così importante e così grave se ne sia andato in Unione Europea, all’Eurogruppo a dare l’assenso dell’Italia a una riforma come quella del MES senza nessun tipo di mandato parlamentare? Ma in un Paese normale questo può succedere? Ma scusate, non è che non c’era tempo prima per fare una riunione qui in Parlamento in cui discutere seriamente, seriamente, non con due parole, della riforma del MES in modo tale da dare un mandato compiuto al nostro Ministro, perché vi ricordo che, nelle tre settimane precedenti, una settimana si è parlato di omofobia e transfobia, un’altra settimana si è parlato di legge sui clandestini e un’altra si è fatto vacanza: quindi, il tempo probabilmente c’era, non si è parlato di nulla e il Ministro, ciò nonostante, ha preso ed è andato in Europa e ha dato l’assenso per l’Italia ad una riforma così fondamentale come quella del MES, su cui abbiamo imparato a leggere sui giornali che vi sono posizioni evidentemente non lineari e non complete in maggioranza, perché, se fino a ieri hanno fatto le discussioni per decidere che posizione prendere, il punto di caduta, forse questa posizione non c’era, non era delineata e quindi che diamine è andato a fare quel signore lì in Europa? Ricordate: l’infedeltà in affari di Stato, il tradimento, si prescrivono in quindici anni e in quindici anni cambiano tante cose. Abbiamo visto che è stato incriminato ieri il presidente Sarkozy, in quindici anni cambiano tante cose. Sinceramente, se bisognasse provare a rientrare negli alvei della normalità, le deleghe al Ministro Gualtieri dovrebbero essere tolte immediatamente.

Va bene, adesso mettiamoci a parlare in modo chiaro di questa riforma – almeno per tutti quelli che ci ascoltano da casa e quelli che in quest’Aula temo, nonostante ormai anni di dibattito, non hanno ancora capito di che si tratta – e poi vediamo se è possibile anche solo pensare di approvarla.

Ricordiamo, anche a beneficio di chi è intervenuto prima, la storia di questa riforma che – è vero – è iniziata con il Governo giallo-verde. La conoscenza da parte del Parlamento del testo di questa riforma è iniziata il 12 giugno 2019, vale a dire due giorni prima di un Eurogruppo, quello a cui andò il Ministro Tria. Ed è iniziata proprio in una maniera assolutamente pulita e lineare per un Parlamento occidentale. Vi ricordo cos’è successo – l’ho già detto una volta e non sono stato smentito, perché non è possibile smentirmi – ma ve lo ricordo, nel caso vi fosse sfuggito in passato.

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Ora è tutto chiaro, sappiamo chi sono i patrioti e chi i traditori

L’intervento del senatore della Lega Alberto #Bagnai nel corso della seduta 280: Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020. Un durissimo attacco a chi negli ultimi anni ha portato avanti politiche legate a Europa, #austerity e #Mes. Ecco l’intervento del senatore Bagnai.
Il 19 luglio 2012, in sede di ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il MES, l’onorevole #Bitonci disse in dichiarazione di voto finale: «Oggi state commettendo un grave errore sottovalutando la portata di questo provvedimento.
Queste sono decisioni che condizioneranno per sempre la nostra vita e quella dei nostri figli; decisioni che cambieranno la nostra autonomia in sede economica, di bilancio e fiscale». Queste parole le teniamo così come sono; si applicano perfettamente all’oggi, ancora di più per i motivi dettagliati dall’onorevole #Borghi alla #Camera. Mi avvio a concludere. Rinuncio a rivolgermi al partito di #maggioranza relativa, per il semplice motivo che oggi ha perso agibilità politica.
I traditori fanno comodo a qualcuno, ma tutti ne diffidano, e quindi de hoc satis. Parliamo invece al #PD, l’unico pezzo dell’attuale maggioranza che un futuro politico ce l’avrà e col quale quindi è necessario dialogare. Dopo l’austerità, dopo il bail in, anche con la riforma del MES (che è l’austerità), andrà a finire come diciamo noi. E anche questa volta voi andate dritti per la vostra strada.
Forse vi stanno ricattando oppure, più semplicemente, forse pensate che toccherà a noi macellare i risparmiatori. Ma lo pensavate anche al tempo del #bailin, e invece il sangue dei risparmiatori italiani è sulle vostre mani e ci avete anche perso le elezioni. Quindi, non ci aspettiamo di convincervi, non ci interessa. Ma c’è una cosa che deve interessare voi: che cosa hanno in comune il fiscal compact e il bail in, i due errori che avete già ammesso? È molto semplice: sono due parole in inglese di cui l’opinione pubblica si disinteressava, e perfino io, che sono del mestiere e che dal giugno 2013 mettevo in guardia contro i pericoli del bail in, ignoravo la discussione che si stava svolgendo in Parlamento e le parole lungimiranti dei colleghi #Giorgetti, Bitonci, Tosato, Garavaglia e tanti altri.
Da allora qualcosa è cambiato, e concludo. Da allora, purtroppo per voi, cari amici del PD, c’è stato un dibattito nel Paese. Il livello di consapevolezza dell’elettorato non è più quello del 2012, quindi oggi migliaia di occhi ansiosi guardano a questa discussione con attenzione e aspettano l’esito del voto per dividere questo Parlamento in due categorie: i patrioti e i traditori. Nonostante tutti gli sforzi dell’antipolitica per confondere le acque e offuscare le responsabilità, oggi sarà chiaro chi è dalla parte della libertà e del Paese e chi è dall’altra parte. Vi faccio i miei auguri”.
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Gualtieri va all’Eurogruppo senza sentire nessuna ragione (e sono tutte valide), cosa lo muove?

Video chiarissimo su cosa vuol dire la RIFORMA del MES. E’ peggiore del precedente.

@vietatoparlare


Come ci si aspettava il ministro dell’economia Gualtieri ha dato l’ok, a nome del governo Conte, alla contestatissima riforma del Mes, che rende il Meccanismo di Stabilità ancora più dissonante con gli interessi dell’Italia.
Il M5S dopo tante critiche e proteste ha finito per accettare, ancora una volta, la linea ultra europeista del PD. Ma cos’è il MES e cosa significa questa riforma? Lo spieghiamo in questo video…

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Il MES è stato riformato ma è peggio di prima…

L’intervento del Deputato della Lega Claudio #Borghi Aquilini in occasione dell’incontro con il Ministro dell’economia e delle finanze Roberto #Gualtieri in relazione alla riunione dell’Eurogruppo del 30 novembre sulla riforma del #Mes e l’introduzione del dispositivo di sostegno al Fondo di risoluzione unico.

“Dopo l’enorme incremento del debito a seguito della #pandemia, ci sono due strade per venirne fuori. La prima logica, indolore, normale è la monetizzazione o cancellazione da parte della #BCE del debito ricomprato, la seconda è il default. La riforma del Mes ci spinge verso quest’ultimo scenario.

Bisogna metterlo in chiaro, così sappiamo bene chi andare a cercare quando questo scenario si avvererà. Quando si arriverà allo scenario della Grecia, chiunque abbia detto sì a questa riforma, Ministro in primis, verrà ricordato dalla storia e dal popolo.

Signor Ministro io le ricordo che le risoluzioni Molinari – D’Uva e Delrio – Silvestri impegnano il Governo al pieno coinvolgimento del #Parlamento. Di indirizzi in questo momento non ce ne sono. Questa è un’audizione informale quindi lei è in patente violazione delle risoluzioni del Parlamento. Noi non abbiamo ancora il testo ufficiale del nuovo Mes, come facciamo a dare un indirizzo?

Lei non ha nessun mandato per votare nulla! Anzi, le ricordo che la maggioranza del Parlamento è da tempo esplicitamente contraria alla riforma. Nessuno fra gli interventi di oggi le ha dato il via libera incondizionato. Nessuno, di tutti i partiti che sono intervenuti, per cui non si sogni di dire che il Parlamento le ha dato il via libera.

Questa è una ri-accettazione integrale del trattato Mes! Si riapprova tutto il trattato, comprese le parti più indigeste. Per questo motivo, mi stia bene a sentire #Ministro, io la diffido ufficialmente dal dare il suo assenso a questa riforma in quanto privo di mandato. Le ricordo che qualora procedesse in tal senso lei se ne assume la piena responsabilità penale perché agisce in qualità di ministro e non di parlamentare. I possibili reati si prescrivono in 15 anni e in 15 anni succedono tante cose”.

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Intervento del senatore Bagnai sul MES

Intervento in videoconferenza del Senatore Alberto Bagnai in Commissioni Riunite V, VI e XIV Camera e 5ª, 6ª e 14ª Senato, in occasione dell’audizione, del Ministro dell’economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, in merito alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (MES) e all’introduzione del dispositivo di sostegno al Fondo di risoluzione unico (Common Backstop), in vista dell’Eurogruppo in formato inclusivo previsto per il 30 novembre 2020.

Il MES ed il Recovery Fund sono capestri

Fino ad oggi, da inizio anno,  il governo italiano ha reperito – tramite collocamento di titoli di Stato – circa 100 miliardi di euro per i fabbisogno derivante dall’emergenza. Tuttavia, il governo italiano ora insiste nuovamente sul MES. Sembra infatti che il Recovery arrivi molto tardi e c’è tra gli stati frugali chi vorrebbe rivederne …

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Recovery e MES scelte illogiche – commento sul risultato delle elezioni

RecoveryMes, verrà la Troika e avrà i suoi occhi

di Gilberto Trombetta

Oggi l’Istituto Luce (la stampa dominate) esulta compatto per la grande vittoria di Conte dell’Italia.

Vediamola dati alla mano questa grande vittoria dell’Italia.

I sussidi sono scesi dai 500 miliardi iniziali a 390. Sostituiti, ovviamente, da un considerevole aumento della quota prestiti (a cui si potrà accedere solo dopo l’uso dei sussidi, quindi non prima del 2024).

Per quanto riguarda i sussidi, all’Italia ne dovrebbero arrivare una cifra compresa tra i 68 e gli 82 miliardi. Erogati tra il 2021 e il 2024, nella “migliore” delle ipotesi.

Cioè una somma equivalente circa all’1% del nostro PIL a fronte di un crollo, solo quest’anno, di almeno il 12%.

Sussidi che non sono a fondo perduto poiché a partire dal 2026 andranno restituiti.

O con l’aumento del contributo al bilancio europeo da parte dell’Italia o con una maggiore imposizione fiscale.

L’uso di questi sussidi è legato inoltre a condizioni vincolanti almeno quanto quelle del MES. Insomma dobbiamo fare le riforme: aumento dell’età pensionabile e taglio delle stesse, taglio dei diritti dei lavoratori e dei salari, taglio e privatizzazione del SSN, taglio del restante stato sociale.

Altrimenti basterà il veto di un qualsiasi Paese per sospenderne l’erogazione.

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Quindi si tratta di un Recovery MES più che di un Recovery fund.

Ci hanno portato la troika in casa insomma.

In cambio però pagheremo anche per gli sconti fiscali (rebates) di contributo al bilancio UE di cui usufruiranno altri Paesi.

Più nel dettaglio, ogni anno e almeno fino al 2027, la Germania (maggiore beneficiaria, come al solito) risparmierà 3,671 miliardi di euro, l’Olanda 1,921 miliardi, la Svezia 1,069 miliardi, l’Austria 565 milioni e la Danimarca 377 milioni.

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Lasceranno però a noi la scelta su cosa tagliare e le nuove imposte da applicare per aumentare il già trentennale avanzo primario per contribuire (rimborsare) al Recovery MES, mentre per quanto riguarderà la sempre minore spesa pubblica, dovrà passare tutto per l’approvazione di Bruxelles.

Questo è quello che Conte e la stampa di regime fanno passare come una vittoria storica per il Paese.

Il completo assoggettamento a potenze straniere del Paese e la sua definitiva morte economica.

da https://glindifferenti.it/recoverymes/4381/