Mons. Silvano Tomasi è intervenuto ieri alla Conferenza di pace, sottolineando che l’incontro deve avere a cuore la popolazione e non la crescita del potere di una o dell’altra fazione. Cinque proposte da attuare da subito. Piena cittadinanza per tutte le comunità presenti nella società siriana. Il ricordo dell’impegno di papa Francesco per la pace e la cultura del dialogo.
Montreux (AsiaNews) – La violenza che da quasi tre anni segna la vita della popolazione siriana non porta da nessuna parte “se non alla morte”. “Il dialogo è l’unica via per andare avanti. Non c’è soluzione militare alla crisi siriana”: sono alcuni dei punti salienti dell’intervento del delegato della Santa Sede alla Conferenza di pace sulla Siria.
Intervenendo dopo i rappresentanti del governo siriano e dell’opposizione, l’arcivescovo mons. Silvano M. Tomasi, ha mostrato che la preoccupazione dell’incontro deve essere quella di dare “priorità … alla gente rispetto al potere estremo”.
Il delegato ha chiesto alle parti in causa di “mettere in pratica le buone intenzioni” e percorrere la via che e le proposte fatte diverse volte dalla Santa Sede:
a) l’immediato e incondizionato cessate il fuoco e la fine delle violenze;
b) maggiore assistenza umanitaria e inizio immediato della ricostruzione;
c) risollevare l’economia con la generosità della comunità internazionale e un’attenzione verso i giovani;
d) potenziare il dialogo e la riconciliazione fra le comunità religiose;
e) impegno al dialogo da parte delle potenze regionali e internazionali, per risolvere i problemi della regione.
Ribadendo la “futilità della violenza”, mons. Tomasi sottolinea il valore fondamentale del pluralismo nella società siriana e della comune cittadinanza per i membri di tutte le comunità, che garantisce un contributo specifico alla pace da parte di ognuno.