La Clinton ‘a ruota libera’ su Siria, Libia, Iraq ed America Latina

In una intervista rivolge aspre critiche ad Obama ed esalta l’unilateralismo e la politica muscolare americana di Patrizio Ricci Ancora una volta, Hillary Clinton si rammarica del mancato coinvolgimento delle Forze Armate americane nel conflitto siriano. Questa volta lo fa in una intervista rilasciata a Jeffrey Goldberg del giornale web “The Atlantic”. Le dichiarazioni sono …

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Libia, Siria, Iraq: la spregiudicata e ‘utile’ connivenza degli USA con il terrorismo jadista.

L’ultimo atto: Kerry protesta contro la Siria per i bombardamenti effettuati contro i terroristi dell’ ISIS perché provocherebbe divisioni settarie”. di Patrizio Ricci  – fonte: quotidiano La Perfetta Letizia News 24 Aerei da combattimento  siriani hanno bombardato posizioni dei terroristi dell’ISIS nei pressi  e all’interno del valico di frontiera con l’Iraq, nella città di Qaim …

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Siria: le incognite della conferenza di pace “Ginevra 2”

27b807b2-ba18-4be9-9bb1-4d8ad5b7c0f1di Patrizio Ricci – quotidiano online La Perfetta Letizia

Dopo molti rinvii, il 22 di gennaio si terrà a Ginevra la conferenza di pace. Mancano ancora due mesi, ma il tempo che ci separa da quella data è pieno d’incognite. La Coalizione nazionale di opposizione (Cns) frappone continui ostacoli affinché la Conferenza fallisca o non inizi affatto, sostanzialmente perché ciò che porta avanti il conflitto non sono più richieste di natura politica insoddisfatte ma la volontà di fare la rivoluzione islamica, come da desiderio dei propri mandanti.

La maggior parte delle forze di opposizione, il Fronte Nusra, lo Stato Islamico della Siria e le altre sigle radicali (che costituiscono l’ossatura dell’opposizione armata) stanno combattendo per la jihad e non per la democrazia: esse esigono lo stato islamico, in barba al desiderio dei siriani. Per questo, già vedere il Cns sedersi a un tavolo per fare la pace lo considerano un tradimento. E i sauditi, gli sponsor principali della guerriglia, non trovano interessante una soluzione che non trasformi la Siria in un proprio protettorato. Che ci piaccia o no, finora chi ha impedito che questo avvenisse è Bashar al-Assad: possiamo chiamare quello siriano ‘regime’, possiamo chiamare Assad ‘dittatore’ ma in realtà lui rappresenta l’unica barriera all’estremismo islamico e non cederà il potere se non ad un governo rappresentativo di tutte le componenti social, religiose e politiche.

Per questo i jadisti fanno di tutto perché ogni tentativo di composizione pacifica del conflitto fallisca o non venga nemmeno percorso. I modi sono sempre gli stessi ed hanno finora trovato la benevolenza occidentale: risolvere la situazione sul terreno, destabilizzare con gli attentati, provocare l’attacco USA con ‘false flag’. Un esempio da manuale di come si possa deformare la realtà ce lo ha dato il famigerato attacco chimico a Ghouta, la cui paternità è stata successivamente smentita dagli stessi servizi segreti americani. Perseguendo questa stessa precisa strategia, è stato compiuto l’attentato all’ambasciata iraniana a Beirut.

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Napoli e Caserta: i cittadini dicono basta ai roghi e allo sversamento di rifiuti tossici

E i risultati sembrano arrivare: il governo ha accettato tutte le otto mozioni d’intervento sulla ‘Terra dei fuochi’. Ora bisogna tenere alta l’attenzione perché alle dichiarazioni d’intenti seguano i fatti. di Patrizio Ricci – (quotidiano on line La Perfetta Letizia) Per 22 anni, rifiuti nocivi provenienti dalle industrie del nord Italia e dall’estero hanno raggiunto …

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Siria: intervista a un cristiano della città “martire” di Aleppo

Nella città assediata, la gente assiste attonita ai ribelli che tentano di entrare nei quartieri cristiani mentre l’esercito risponde con tutti i mezzi, compresa l’aviazione

di Patrizio Ricci

Ad Aleppo è in atto una battaglia decisiva nella zona del convento gesuita di San Vartan, che costituisce la linea di demarcazione che separa i quartieri ribelli da quelli ancora in mano al governo. Gli jadisti cercano di sfondare e l’esercito siriano tenta il tutto per tutto, consapevole che se l’ultimo baluardo cade i ribelli dilagheranno nel quartiere cristiano di Sulaymanieh e poi in tutta Aleppo. Abbiamo raggiunto telefonicamente ad Aleppo un cristiano siriano, che per sicurezza chiameremo solo ‘Claude’:

D – Sig. CNEWS_90204laude, chi assedia Aleppo e perché?
R – Le milizie armate che assediano Aleppo sono divise in gruppi spesso in conflitto tra loro; uno è L’ESL, ‘Esercito Siriano Libero’, la formazione costituitasi all’inizio dell’insurrezione e sostenuta finanziariamente dal Qatar: è stata appena attaccata e cacciata fuori dalla città dai combattenti del Da’ech (la sigla significa ‘Stato islamico d’oriente e di Siria’) che fa riferimento ed è finanziato dalla diramazione di al-Qaeda dell’Iraq. La maggior parte di questa milizia è composta da ceceni e da pochissimi siriani. Poi c’è il gruppo qaedista di al-Nusra (finanziato da Kuwait, Arabia e miliardari sauditi). E infine ci sono decine di gruppi di banditi siriani con diversi nomi, generalmente d’ispirazione islamica: Fronte del Nord, Piccoli figli del Profeta, i Liberali di Cham… fermano le auto e derubano e rapiscono per avere il riscatto (più di $ 1.000). Sono questi gruppi che hanno smantellato più di 1.100 impianti industriali ad Aleppo (con la collaborazione di Ankara) per portarli in Turchia. Si sono impadroniti dell’unico passaggio (Maabar) che consentiva l’arrivo delle derrate e l’hanno tagliato, e Aleppo, il polmone, la capitale industriale della Siria, sta per morire di fame. Da una settimana il Da’ech ha occupato questo passaggio e vieta l’ingresso di cibo. Aleppo, città cosmopolita di 5 milioni di abitanti che costituisce insieme a Damasco una tra le più antiche città del mondo, è allo stremo. Se Aleppo cade, sarà come Bengasi per la Libia: tutta la Siria crollerà.

D – Come si comportano i belligeranti nei confronti della popolazione civile?
R – Ovviamente nelle guerre sono sempre i civili a pagare il prezzo più alto. I ribelli lanciano razzi (Haone in arabo) e la risposta dell’esercito siriano provoca morti e feriti tra i civili innocenti. Due terzi di Aleppo sono controllati dai ribelli; restano fuori dalle zone occupate solo i quartieri cristiani, quelli curdi e quelli più prestigiosi dei sunniti. L’esercito siriano ha incontrato l’ostacolo della popolazione più povera della città che sostiene i ribelli. Lo scambio di colpi ha distrutto la maggior parte delle case dei quartieri controllati dagli antigovernativi e gli abitanti vivono in estrema indigenza. Tuttavia nel tempo i ribelli hanno perduto l’appoggio di cui godevano nelle zone occupate inizialmente: le famiglie maltrattate e sottoposte alla sharia wahhabita dell’Arabia Saudita alla fine hanno finito per rammaricarsi delle loro scelte a favore della rivolta e ora chiedono ai militari di essere liberate.

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Dall’Oglio e ‘la soluzione finale’

di Patrizio Ricci Non mi voglio invischiare in ragionamenti di cui altri sono esperti di professione. Non si tratta neanche di fare un discorso religioso. Si tratta di fare un discorso laico, di umanità e di verità. E’ sconcertante notare che mentre la nostra società è smarrita ed incapace di equità e di vera giustizia sociale …

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