La rivoluzione è incompatibile con il cristianesimo

di Stefano Fontana Vorrei chiedermi se il concetto di rivoluzione trovi ospitalità nella Dottrina sociale della Chiesa, tenendo conto che per molto tempo i pontefici, nelle loro encicliche sociali, hanno condannato l’uso dell’espressione. La rivoluzione è contraria al concetto di ordine. Nel senso che la rivoluzione comporta sempre la distruzione di un ordine. Sia che …

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Il sostegno occidentale ai ribelli in Libia è stato un appoggio diretto e deliberato ad al Qaeda

[su_panel]Si parla molto della Libia in questi giorni ma ancora oggi non vengono chiarite le motivazioni che nel 2011 hanno condotto all’intervento Nato in Libia. Cosa è accaduto, perché ci troviamo oggi in questa situazione di caos nel paese nord-africano?… Balbettando i leader occidentali dicono che bisogna completare la democrazia in Libia , che l’intervento …

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La rivoluzione ‘pacifica’ siriana: lo specchietto per le allodole dei mandanti dei massacratori jadisti

Ad un mese dall’inizio delle manifestazioni di piazza siriane un attivista anti-Assad scriveva: ”(…) Qua se cade il governo in questo momento e in queste condizioni, quello che è successo in Iraq sembrerà alla fine una passeggiata rispetto a quello che rischia di succedere da noi”. Secondo il mantra di molti nostri giornalisti la ‘primavera …

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Ecco le prove, rivoluzione ucraina pagata dagli Usa

Rivolta costata 5 miliardi di euro in due anni. Stipendiati anche i nazisti responsabili degli scontri di piazza. Alcuni gruppi addestrati militarmente in Estonia. Franco Fracassi – Popoff Globalist «Dopo avere organizzato la rivoluzione arancione del 2004, un fallimento totale, anche questo colpo di Stato a Kiev è stato organizzato dai servizi segreti americani». L’accusa …

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Hassad: la vera rivoluzione non risponde ai poteri internazionali

emergenzaSiria3-300x201fonte Papaboys

Propongo alla vostra lettura, alcuni stralci dell’intervista rilasciata dal Presidente della Siria Hassad, all’APF. Naturalmente, le parole del Presidente, non hanno avuto risonanza mediatica. Sii cerca in tutti i modi di far crollare il “sistema siriano”, propagandando menzogne e bugie. Il governo non può essere eletto dai mezzi di comunicazione pilotati dai poteri politici internazionali. Deve essere il popolo a scegliere democraticamente i propri governanti. E



cco le parole di Hassad: Sulla situazione attuale: “In ogni battaglia, le possibilità di vittoria e la perdita sono sempre presenti, ma quando difendiamo il nostro paese, c’è una sola alternativa: vincere. Perché se la Siria perderà la battaglia, vorrà dire caos in tutto il Medio Oriente. Non si tratta solo di Siria. Non è una rivolta popolare contro un regime che opprime il suo popolo o una rivoluzione per la democrazia e la libertà, come è stata presentata dai media occidentali. Tutte queste bugie sono ormai chiare a tutti. Una rivoluzione popolare non dura 3 anni e poi fallisce. Una rivoluzione non risponde alle agende esterne. Per quanto riguarda gli scenari in questo tipo di battaglia ce ne sono ovviamente molti, si può andare da uno scenario a dieci. Ma tutti sono per difendere la patria e non fuggire. La fuga non è un’opzione in questo caso. Devo essere in prima linea come difensore della patria. Questi sono gli unici scenari dal primo giorno della crisi fino ad ora”.


Su Ginevra2: “qualsiasi iniziativa, sia questa o un’altra, deve assolutamente essere il risultato di un dialogo tra i siriani stessi … qualsiasi iniziativa deve essere collettiva e provenire da tutte le forze politiche presenti in Siria e dal popolo siriano in generale. Questa domanda ci poniamo come governo: quando negozio con chi lo faccio? A Ginevra, ci dovrebbero essere più parti. Non sappiamo chi verrà. Ci dovrebbero essere più parti, oltre al governo siriano. Tutti sanno ormai che alcuni dei soggetti con i quali si potrebbe negoziare non esistevano e sono apparsi durante la crisi grazie ai servizi d’intelligence stranieri, in Qatar, Arabia Saudita, Francia, Stati Uniti o in altri Paesi. Quando mi siedo con questa gente, vuol dire negoziare con questi Paesi. E’ logico che la Francia sia parte della soluzione in Siria così come il Qatar, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e la Turchia, per esempio? Questa è una follia. Quando negoziamo con queste forze, stiamo negoziando con i Paesi che sostengono il terrorismo e che lo supportano in Siria. Ma ci sono altre forze di opposizione siriane, con un ordine del giorno nazionale. È possibile negoziare con loro – come ho detto – sulla visione del futuro della Siria. Possono aiutarci a gestire lo stato siriano, nel governo e nelle varie istituzioni. Ma qualsiasi accordo con qualsiasi parte, sia a Ginevra o in Siria, deve assolutamente ottenere l’approvazione del popolo attraverso un referendum generale. La maggior parte delle forze ribelli che commettono atti terroristici non hanno alcuna agenda politica. Alcuni di loro sono bande di briganti, altri – come sapete – sono organizzazioni takfiriste che mirano a stabilire emirati estremisti islamici o qualcosa del genere. Tutte queste forze non sono in alcun modo limitate da Ginevra”. E ancora sull’opposizione all’estero: “L’anno scorso , hanno sostenuto di avere in pugno il 70% della Siria. Ma non osano entrare nel 70% del terreno presumibilmente conquistato. Sono arrivati alla frontiera per una mezz’ora e poi sono fuggiti. Come possono diventare membri del governo? Un ministro può forse esercitare le sue funzioni dall’esterno (del Paese)? Tali idee sono del tutto irreali. Possono essere considerate come uno scherzo”.

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Siria, tra rivoluzione e guerra mediatica

autore: Naman Tarcha – pubblicato su http://www.immezcla.it/component/k2/item/194-siria,.html L’analisi del giornalista Naman Tarcha, siriano di Aleppo, laureato in Comunicazione a Roma, vive e lavora da anni in Italia. Ricercatore, osservatore, ed esperto di Mass Media e Cultura araba, e dell’area mediorientale. Sull’onda della cosidetta “primavera araba” che ha portato dei forti cambiamenti nella regione, anch’io come …

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