Analisi dell’analista ed esperto di geopolitica Stefano Orsi e di Virgilio direttore di Geopoliticalcenter
Il 3 marzo, il Cremlino ha richiamato l’attenzione su ciò che sta accadendo nell’Ucraina orientale per la prima volta da molto tempo. In quell’occasione era stata segnalata da parte russa “l’ingresso dei militari ucraini in quelle zone in cui non dovrebbero trovarsi dopo il ritiro” delle truppe.
Da allora (ma ancor prima da settembre 2020) la situazione si è surriscaldata, favorita anche dalla pressione costante da parte ucraina di voler entrare nella Nato e da un’ostilità crescente da parte della leadership di Kiev. Quest’ultima con un decreto, il 117 del 24 marzo 2021 , ha manifestato l’intenzione di riprendersi la Repubblica autonoma di Crimea e il Donbass anche con la forza.
L’accumulo di forze ucraine non consentite in base agli accordi di Minsk in procinto di lanciare una offensiva sulle provincie indipendentiste, insieme alle ripetute violazioni il cessate il fuoco e alle dichiarazioni statunitensi ed europee, stanno sollecitando Mosca a fare il primo passo.
Il video è ricchissimo di informazioni e contiene una valutazione realistica della situazione
@vietatoparlare