Abbattimento dell’aereo sui cieli dell’Ucraina: prevale la fretta di una soluzione di forza.

  Sullo sfondo, la scelta è se ripensare la strategie adottate per risolvere i conflitti o spingere ancor di più verso l’escalation e la crisi globale. di  Patrizio Ricci Il Boeing 777 della Malaysian Airlines con 298 persone a bordo, è stato abbattuto vicino a Donetsk, nella zona dei combattimenti tra le provincie autonomiste filo-russe …

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UCRAINA: Crescono le vittime civili dell’operazione anti-terrorismo nel Donbass

  by Oleksiy Bondarenko fonte Est Journal “Terrorista” è l’appellativo che sempre più prepotentemente sta entrando nel linguaggio politico e mediatico dell’Ucraina. Un termine che negli ultimi anni ha assunto contorni sempre più sfumati e indefiniti nell’immaginario comune e che ha giustificato spesso risposte sorprendentemente risolute da parte dei governi. L’operazione anti-terrorismo (OAT) lanciata da …

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La trascurata alleanza strategica tra Russia e Cina

10170842Dmitrij Minin Strategic Culture Foundation 29/05/2014

La visita del presidente russo Vladimir Putin a Shanghai, il 20-21 maggio, ha attirato l’attenzione di tutto il mondo ma per una serie di motivi, il suo significato non è stato ancora pienamente apprezzato. Sembra che l’occidente s’illuda sulla propria supremazia globale e preferisca non vedere l’alternativa emergente nella forma dell’alleanza russo-cinese.

A differenza delle pratiche passate però, Mosca e Pechino non vogliono avvisare gli avversari con forti, ma non sempre specificate, dichiarazioni, preferendo lavorare tranquillamente e metodicamente fornendo alle loro relazioni bilaterali un contenuto completo e pratico. La maggior parte delle notizie sulla visita di Putin è incentrata sul contratto sul gas, mentre gli aspetti militari, politici e strategici del vertice a Shanghai passano per lo più inosservati agli esperti. I critici riducono tutto alla fornitura di materie prime della Russia e alla “penetrazione” della Cina del mercato russo, ma il vero significato della visita è molto più profondo e può essere pienamente apprezzato solo dagli storici futuri.
Se leggiamo attentamente la “Dichiarazione congiunta della Federazione Russa e della Repubblica popolare cinese sulla una nuova fase dell’ampia partnership e delle relazioni strategiche” adottata dai capi di Stato, non è difficile vedere che il documento contiene numerosi elementi simili ad un accordo per la creazione di un’alleanza militare e politica, ma senza attuazione giuridica definitiva.

Dopo tutto, se la procedura di attuazione forse può essere svolta assai rapidamente, è molto più difficile mettersi d’accordo sui principi. Una sorta di accordo in standby è sempre pronto a partire, però. Russia e Cina hanno parlato del “nuovo tipo” di relazioni interstatali, sottolineando che “il risultato di un partenariato globale e della parità nella fiducia e cooperazione strategica ad un livello assai più elevato, sarà un fattore chiave nel garantire gli interessi vitali di entrambi i Paesi nel 21° secolo, con la creazione di un ordine mondiale giusto, armonioso e sicuro”. E questo dovrà ora essere preso in considerazione da tutti.

La dichiarazione congiunta delinea la filosofia generale dell’atteggiamento dei due Paesi verso i problemi globali attuali, indicando la natura fondamentalmente sana e biologica, piuttosto che opportunistica, della partnership. Dice, ad esempio, che “entrambi i Paesi continueranno a fornirsi un forte sostegno su questioni relative ad interessi fondamentali come sovranità, integrità territoriale e sicurezza.

Si oppongono a qualsiasi attentato e interventismo negli affari interni, e sostengono la stretta aderenza alle disposizioni fondamentali del diritto internazionale sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, al rispetto incondizionato dei diritti dei loro partner a scegliere autonomamente la propria via di sviluppo, e al diritto di preservare e difendere i propri valori culturali, storici, etici e morali”. Si tratta del tristemente noto modello liberale ad ogni costo universalmente imposto dall’occidente.

Entrambi i Paesi sottolineano la necessità “di respingere il linguaggio delle sanzioni unilaterali, od organizzazione, favoreggiamento, finanziamento o incoraggiamento di attività volte a modificare il sistema costituzionale di un altro Paese oa trascinarlo in un qualsiasi blocco multilaterale o unione.” In altre parole, il rifiuto categorico delle numerose ‘rivoluzioni colorate’ orchestrate nel mondo dall’occidente e dell’espansione dei blocchi militari e politici tradizionali tipo NATO.

Il “nuovo tipo” di rapporti scelti da Mosca e Pechino è anche conveniente, perché non fornsice agli Stati Uniti alcun motivo o giustificazione per espandere il blocco. Nel processo, tuttavia, Cina e Russia permettono l’espansione della propria ‘proto-unione’ attraverso l’inserimento di un’altra potenza mondiale, l’India. Considerano l’interazione delle tre potenze “un fattore importante per garantire sicurezza e stabilità sia nella regione che nel mondo. Russia e Cina continueranno gli sforzi per rafforzare il dialogo strategico trilaterale aumentando la fiducia reciproca, sviluppando posizioni comuni su importanti questioni regionali e globali, e promuovendo una reciprocamente vantaggiosa cooperazione pratica”.

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Russia all’Occidente: rispettare il diritto dei popoli a decidere il proprio destino

Reputo interessante riportare una parte dell’intervento del ministro degli esteri Lavrov alla “Conferenza sui problemi della sicurezza internazionale” di Mosca. Sarebbe da proporre sopratutto a chi dice che l’Europa ha una vocazione fondamentalmente pacifica… Non possiamo non rilevare che dopo la caduta del muro di Berlino l’Europa non ha sfruttato l’occasione per mettere  in atto …

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UCRAINA, RUSSIA E CINA. PERCHE’ PUTIN E’ NEL MIRINO DI WASHINGTON?

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di Mike Whitney  – da controinformzione

Le provocazioni degli USA in Ucraina non possono essere capite al di fuori della politica di Washington di “perno sull’Asia”, che consiste in un più ampio piano strategico che sposta l’attenzione dal Medio Oriente all’Asia.

Il cosiddetto “ribilanciamento” è di fatto un piano per controllare la crescita della Cina e renderla compatibile con le aspirazioni egemoniche statunitensi. Ci sono diverse scuole di pensiero su come questo si possa ottenere, ma ricadono grosso modo in due categorie: “uccidi il drago” o “abbraccia il panda”.

I primi caldeggiano una strategia di contenimento, mentre i secondi il coinvolgimento. Finora, la politica finale non è ancora stata decisa, ma le ostilità nel Mar Cinese Meridionale e nelle isole Senkaku rendono chiaro che il piano dipenderà pesantemente dalla forza militare.

Quindi cos’ha a che fare la Cina con il bisticcio in Ucraina?
Tutto. Washington vede la Russia come una crescente minaccia ai suoi piani per il dominio regionale. Il problema è che Mosca è diventata sempre più forte e ha esteso la sua rete di oleodotti e gasdotti attraverso l’Asia centrale fino all’Europa. Ecco perché Washington ha deciso di usare l’Ucraina come scenario per un attacco alla Russia: perché una Russia forte e integrata all’Europa è una minaccia all’egemonia statunitense. Washington vuole una Russia debole che non sfidi la presenza americana in Asia centrale o il suo piano per controllare risorse energetiche vitali.

Al momento, la Russia fornisce circa il 30% del gas dell’Europa occidentale e centrale, il 60% del quale transita attraverso l’Ucraina. La popolazione e le imprese europee dipendono dal gas russo per scaldare le case e far funzionare i macchinari. I rapporti commerciali tra UE e Russia stanno rafforzando sia il compratore che il venditore. Gli USA non guadagnano nulla dal partenariato UE-Russia, ecco perché Washington vuole bloccare l’accesso di Mosca a mercati cruciali. Questa forma di sabotaggio commerciale è un atto di guerra.

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ucraina – russia – Il punto di vista di un russo da nove anni in Ucraina (da un forum russo)

Crisis in Ukraine1.    Dalla parte della Russia.

La Russia nel corso di questi ultimi mesi ha modificato la propria visione nei confronti dell’Ucraina (anche questo io l’avevo già evidenziato tempo fa). L’obiettivo russo è sempre stato quello di mantenere un’Ucraina integra ma “amica” o se non altro “neutra” ed ininfluente: ciò è successo più o meno in tutti questi 23 anni di indipendenza dell’Ucraina (dal 1991 a febbraio 2014).

Più o meno, diciamo, perché ci sono stati alti e bassi (come il periodo Yushenko e Timoshenko) nei rapporti tra Russia e Ucraina, ma nel complesso sempre improntati su un dialogo stretto di collaborazione, consapevolezza e tutto sommato accettazione da parte ucraina dell’influenza russa. Perché per la Russia era importante l’Ucraina integra? Perché nella logica geopolitica delle sfere di influenza è importante che lo stato cuscinetto sia il più grande possibile per tenere il più lontano possibile dai propri confini il nemico. Quindi per la Russia ciò corrispondeva ai suoi interessi nazionali.

Chebu (un altro frequentatore del forum ndr)  giustamente ha parlato di “giochetto” che è stato “sfilato” dalle mani della Russia. Lui la butta giù in termini dispregiativi, dipingendo la Russia come il bambino viziato e cattivo, ma il concetto è corretto. Di “giochetto” si tratta. Solo che esso è stato anzitutto l’oggetto dell’interesse americano che davvero lo ha “sfilato” alla Russia e dunque la Russia ora si sta difendendo e sta cercando di porre rimedio a questa “carognata”.

Sì, perché se la mettiamo sull’aspetto del “gioco”, il bambino che ha cominciato a fare il cattivo per i suoi vizietti di prevaricazione è stato l’America (vedi Maidan e colpo di stato a Kiev); ora chiaramente anche il bambino che fino a poco fa era tranquillo (la Russia), essendo stato provocato, cerca di riappropriarsi del suo giocattolo. Di qui la mia conferma (e la legittimazione) che i russi adesso davvero stanno agendo sul campo in Ucraina.

Il “bambino” americano nella sua carognata ha forse però peccato di ingenuità, dimenticandosi che il giocattolo che stava rubando non era simile ad altri con cui si è “divertito” in altre parti del mondo: non era simile né il giocattolo, né il legittimo proprietario. L’Ucraina non è l’Iraq, né la Libia, neppure la Serbia… e il legittimo “proprietario” si chiama Russia. L’America non ha capito (o forse la cosa gli è sfuggita di mano, ma in ogni caso si tratta di un grosso errore strategico) che “giocando” in Ucraina, entrava nel giardino di casa russo, proprio dentro quel cortile che da sempre è sotto la protezione russa. Non ha fatto le dovute valutazioni sulla composizione del Paese, sulla sua reale “artificialità” (scusate il gioco di parole), sulle vere esigenze della gente e soprattutto sull’anima russa di cui è impregnata metà della popolazione di questo Paese.

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LA RUSSIA DI PUTIN: BALUARDO DELLA CRISTIANITA’

13/03/2014 –  INTERVISTA a Alexey Komov è l’ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie Trentamila nuove chiese, seicento nuovi monasteri, Il 70% dei russi è battezzato, e poi drastica diminuzione degli aborti, aiuti per la gravidanza, diecimila dollari a chi fa il secondo figlio e terra a chi ha tre figli, vasti …

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