Sismi e rivoluzioni colorate: due tipi di terremoti, il secondo indotto

SIRIA SISMA

Dopo il disastroso terremoto in Turchia ed in Siria, viene da chiedersi se i terremoti si possano prevedere o meno. Probabilmente non è ancora possibile eliminare la distruzione sismica,ma alcuni fatti che vi mostro di seguito evidenziano che sì, è possibile almeno allertare la popolazione di un imminente rischio sismico. Inoltre, vi mostrerò come esista …

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Terrificante terremoto tra Turchia e Siria, molte vittime

TERREMOTO

Un terrificante terremoto si è verificato in Turchia, la sua magnitudo è 7,8, il che lo rende uno dei più potenti della storia e il più forte dal 1939. Le località interessate sono dislocate tra la parte sud-centrale della Turchia e la Siria. L’epicentro principale è stato a 30  Km da Gaziantep a una profondità …

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EMERGENZA Siria: come aiutare

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Riporto dagli amici del sito “Ora Pro Siria” le indicazioni su come aiutare le popolazioni siriane, già duramente provate ben prima del sisma, che ora ha moltiplicato le necessità di vita quotidiana minime per la sopravvivenza: Mentre si susseguono le drammatiche notizie sulle conseguenze del sisma che ha colpito questa notte alle 4 la regione …

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SIRIA – Forze armate siriane, russe e turche determinate a riprendere il controllo dell’autostrada internazionale M4

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Secondo un rapporto del 31 gennaio pubblicato da Al-Akhbar , funzionari militari e di sicurezza turchi hanno tenuto un recente incontro a Idlib , in Siria, con i leader del gruppo estremista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) riguardo al futuro dell’autostrada internazionale M4, che è in parte sotto il controllo dell’ex affiliata di Al-Qaeda. Nonostante l’incontro sia stato “avvolto …

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ORA PRO SIRIA: “Damasco, l’inverno peggiore”

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I paesi occidentali che tanto dicono di tenere alla libertà dell’Ucraina, in tutto il mondo diffondono ingiustizie e miseria. Paesi che hanno l’unica colpa di non essersi allineati alle regole globali stabilite dagli Stati Uniti, sono distrutti. a Siria, che ha avuto il coraggio e la dignità di resistere contro i jihadisti prezzolati dai paesi …

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SIRIA – L’arcivescovo maronita di Aleppo nel 2016 racconta al Senato la verità sulla guerra siriana

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Rilancio di seguito la presentazione del filmato, come riportato nel 2016 da Ornella Bertorotta Portavoce M5S al Senato:

Ogni giorno si parla “dell’assedio di Aleppo”, delle sofferenze della popolazione, dei bombardamenti aerei e dei terroristi.
Da più parti si levano critiche a questa narrazione, spesso funzionale agli interessi degli stessi terroristi che, grazie ad appoggi esterni “umanitari” ben individuabili, attraverso le tregue e la sospensione dei combattimenti continuano ad armarsi e a combattere contro l’esercito regolare, utilizzando spesso la popolazione civile ancora presente nella zona est della città come scudo umano.
In diverse occasioni questi gruppi islamici hanno impedito a chiunque di uscire dall’area da loro controllata e l’atteggiamento degli Stati che si autodefiniscono Amici della Siria, ovvero i Paesi del Golfo, gli Usa e l’UE hanno semplicemente avallato le violenze e l’estremismo di questi fanatici.

Il 4 ottobre 2016 arcivescovo maronita di Aleppo Mons. Tobij è stato audito dalla Commissione Affari Esteri del Senato.
Lui vive ad Aleppo è può certo raccontare meglio di chiunque altro come stanno le cose.
L’audizione è stata un’occasione irripetibile per conoscere il punto di vista dei cristiani siriani, spesso chiamati in causa, anche ingiustamente, per motivare interventi umanitari e militari in loro difesa, ma quasi mai ascoltati.

Eppure i cristiani che vivono in Medio Oriente conoscono meglio di chiunque altro la situazione del Paese e hanno un’idea ben definita della tragedia che ha colpito la Siria.
Da Mons. Tobij si leva un atto di accusa alle politiche interventiste occidentali che non lascia spazio a fraintendimenti di sorta:

“In Siria non è in atto né una rivoluzione, né una guerra civile, ma una terza guerra mondiale per procura
i mezzi di informazione internazionali continuano ad essere parziali, calpestano la verità. Parlano della parte occupata dai terroristi, dimenticando il resto”, ha dichiarato il religioso maronita.

L’arcivescovo chiede di lavorare per fermare la guerra, non in maniera ideale o attraverso generici appelli alla pace, ma attraverso precise richieste:

“no alla vendita delle armi e al flusso di terroristi dalla Turchia e dalla Giordania o credete ancora alla favola di una coalizione delle più grandi forze mondiali che non può fare fuori in due anni una banda di banditi?”;

“no alle sanzioni, che non sono meno dannose delle bombe, per tutti noi sono ingiustizie fatte su un popolo che prova sofferenze”.

Alcuni in Commissione hanno provato imbarazzo alle parole dell’Arcivescovo.
Vi invito a guardare l’espressione del Presidente di Commissione Casini, durante alcuni passaggi.

20 minuti ben spesi che spero siano utili a quanti vogliano capire meglio cosa accade in Siria.

Stay tuned.
Ornella Bertorotta Portavoce M5S al Senato

Siria: Assad ha ricevuto il ministro degli Esteri iraniano Abdollahian

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A Damasco è arrivata una delegazione iraniana guidata dal capo del ministero degli Esteri Abdollahian. Si sono svolti colloqui con il presidente Assad e il capo del Ministero degli Esteri.

Il diplomatico iraniano, in una dichiarazione ai giornalisti, ha annunciato lo scopo della sua visita: tenere ulteriori consultazioni con il presidente Al-Assad e il ministro Al-Mekdad sul rafforzamento delle relazioni bilaterali, nonché discutere questioni regionali e internazionali di attualità.

Gli iraniani assicurano che la Siria sarà “intera e indivisibile, cioè senza forze di occupazione turche. Apparentemente, a tutti interessa l’accordo di Erdogan con Assad e la Siria sembra chiedere garanzie internazionali (Federazione + Iran) che dopo l’incontro dei presidenti di Siria e Turchia, l’esercito turco lascerà effettivamente la Siria.

“L’Iran si fida pienamente delle posizioni e delle decisioni siriane, qualsiasi dialogo tra Siria e Turchia, se serio, è un passo positivo verso il raggiungimento degli interessi di entrambi i paesi e della regione”, ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Abdollahian.

L’agenzia siriana d’informazione SANA riferisce che “Il presidente Al-Assad ha ribadito che la preoccupazione per le aspirazioni del suo popolo è al centro di tutte le posizioni dello Stato siriano e ha avvertito che i negoziati con la parte turca non andranno avanti se non perseguirà l’obiettivo di porre fine all’ Sostegno e occupazione alle organizzazioni terroristiche”.

La prossima riunione dei vertici del ministero della Difesa di Siria e Turchia potrebbe svolgersi a metà febbraio, tuttavia giunge la notizia che l’artiglieria turca ha ucciso un generale di brigata siriano della 135a brigata della Guardia repubblicana siriana nel villaggio di Mayasa, a nord-ovest di Nubbol, a sud di Afrin (provincia di Aleppo).

Nell’ultimo anno, l’artiglieria turca ha colpito il villaggio di Mayasa cinque volte – ogni volta i militanti hanno riferito felicemente di aver colpito la roccaforte combinata delle SDF curde e dei siriani.

Questa volta, a seguito di un’incursione di artiglieria, quattro soldati siriani sono rimasti feriti: due soldati e due ufficiali. (https://t.me/codziennik_BK/9719).

Inoltre, militanti di Tharir al Sham (HTS) stanno attaccando di nuovo le posizioni siriane da Idlib. Altri tre soldati siriani sono stati uccisi:
https://southfront.org/three-syrian-soldiers-killed-on-greater-idlib-front-in-yet-another-attack-by-hts-photos/

Probabilmente qualcuno in Turchia non vede di buon occhio il tentativo in corso di riavvicinamento tra Turchia e Siria. Potrebbe essere che le formazioni filo-turche stiano agendo attivamente per far naufragare un accordo, giacché si apprende che nei territori controllati dal filo-turco “Syrian National Army” nella parte settentrionale della Siria, si sono svolte manifestazioni per le dimissioni del “governo ad interim” al potere.

I manifestanti protestano contro il possibile riavvicinamento della Turchia e dei suoi gruppi controllati al governo di Damasco che non tollerano che Ankara abbia deciso di avviare un dialogo con le autorità siriane.

Simili proteste hanno avuto luogo anche in altre città occupate dalle forze filo-turche: Idlib, Afrin, Marea, Tell Abyad, Rajo e Jarablus.

Se non questa chiave di lettura non fosse corretta, a giudicare dai fatti si direbbe che Ankara stia mettendo ben poco impegno nelle trattative. Ma questo sarebbe strano, perché, secondo alcune fonti “Erdogan sta usando usa la riconciliazione con la Siria come stratagemma per la rielezione”(https://thecradle.co/Article/news/20326).

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