Gli USA ci ripensano e mandano indietro alcune unità aggiuntive per ‘proteggere’ i pozzi petroliferi

Gli USA sono tornati nel nord-est della Siria Siria in forze per proteggere i pozzi petroliferi di Omar dal governo siriano che ne è il legittimo proprietario. L’agenzia SANA riferisce che una colonna di mezzi militare dell’esercito USA è passata oggi attraverso il valico iracheno di al-Walid per far ingresso in Siria. Questa la motivazione …

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Mai così ricchi: la finanza scommette sulla nostra rovina

Quello che il mondo chiama “crisi”, per loro è il paradiso: “loro” sono quelli che moltiplicano favolosi profitti, proprio mentre noi stiamo affondando. Mai come oggi la casta finanziaria del pianeta ha realizzato guadagni stellari, puntualmente sorretta dalla Federal Reserve che negli Stati Uniti ha pompato dollari nei serbatoi di Wall Street salvando dalla bancarotta …

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Non essere debitori e dover dimostrare di essere debitori affidabili

di Vietato Parlare.it Il punto non è uscire dalla crisi ma vedere cosa l’abbia provocata, se solo la corruzione e insipienza politica o l’esistenza di un progetto europeo malato (o tutto questo insieme) . Inanzitutto il primo errore  (se ne è straparlato , ma senza fare nulla) ,  è che è stata creata in europa  …

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Quei computer che rendono folle la borsa

Ed ecco ” i mercati che si spaventano” se noi non facevamo la manovra:

fonte: Di Pierric Marissal  www.humanite.fr Ces ordinateurs qui rendent fous la Bourse

Più della metà delle transazioni finanziarie nel mondo sono automatizzate, realizzate da macchine adatte a eseguire parecchie migliaia di operazioni al secondo. Ancor più dei traders è l’intelligenza artificiale che specula più di ogni altro.

Questi robot sono responsabili del 70% delle transazioni del mercato americano, il 50% di quelle nelle borse e già più del 40% nel mercato europeo. Sono capaci di imparare, di reagire in un nanosecondo per acquistare o vendere e anche di giocare d’astuzia per far sbagliare le macchine dei concorrenti. Queste intelligenze artificiali rappresentano un investimento enorme e solo i grandi gruppi ne traggono profitto, in quello che viene definito trading alta frequenza (HFT). La velocità è il cardine di questa assurdità galoppante. Le grandi banche tentano di affittare gli edifici sempre più vicino alle piattaforme borsiste per collocare le loro macchine e per poter avere il più breve tempo di latenza possibile.

Perché queste intelligenze artificiali giocano d’astuzia e si attaccano tra loro. Nel microsecondo successivo, viene così annullate tra il 90 e il 99% delle transazioni effettuate. Lo scopo: rallentare le macchine della concorrenza che analizzano tutto ciò che accade prima di decidere le loro proprie iniziative. In concreto, tutto ciò può portare a grosse assurdità, come quello che venne chiamato il “flash crack” di Wall Street che giunse come una valanga alle 14 e 42 del 6 maggio 2010. Secondo Nanex (1), una macchina più potente delle altre aveva passato più di 2000 ordini di vendita o di acquisto in meno di 100 millisecondi, annullandoli ancora più rapidamente, ma creando movimenti nelle altre reti di neuroni (27.000 operazioni nei 14 secondi successivi), provocando un mini-crollo di borsa. Tutto questo senza ragione alcuna, giusto per “intrappolare” la concorrenza automatizzata, farla saturare temporaneamente per poter sfruttare un anticipo in seguito. Si può paragonare a una forma di spam massiccio per saturare una casella email, o di un denial of service, due cose comunque illegali.

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La nostra crisi, la loro opportunità

Il seguente articolo scritto da John Waters per l’Irish Times, è molto interessante, pone alcune domande: che senso  ha oggi parlare di “patria” , che senso ha l’entità “paese” quando poi i “paesi” si  indicano solo in termini economici?

la sopravvivenza di concetti quali “bene comune” sono finzioni residue che si basano su un senso nostalgico della realtà. Non soltanto in un paese che si è affidato all’economia globale non è più plausibile un appello etico, ma oltretutto non ha proprio senso parlare di un’entità definita “paese”.

In secondo luogo Egli evidenzia un’altra scomoda verità, che nella crisi attuale c’è chi fa comunque lucrosi guadagni  sul fallimento, sull’impoverimento, è permesso dalle regole di borsa. Io mi  domando che lavoro è un lavoro che guadagna virtualmente, che lavoro è?  Dov’è il lavoro, non è lavoro dell’ingegno, è lavoro dell’astuzia, che sfrutta la conoscenza dei meccanismi tecnici della speculazione. Ma in questi termini un delinquente da cosa si distingue? Evidentemente che c’è una delinquenza legalizzata ed una no.  Tutto questo lo abbiamo accettato tutti noi accettando la “globalizzazione”, la via per rendere i guadagni astronomici sfruttato il “mercato globale”, così si chiama il mondo. E’ un’assurdità, quando il denaro non è legato al lavoro è un’assurdità, invece vive e si moltiplica di vita propria si genera a debito sul lavoro della gente, gonfiando le economie e poi facendole fallire, pagano infine sempre chi il lavoro lo fa, come vediamo… Tutto questo l’abbiamo accettato, perchè non ce ne siamo accorti? Non ce ne siamo neanche accorti finora… Si è giocato tutto su una assenza. Abbiamo lasciato fare e lasciamo ancora fare, basta che ci sia un viso rispettabile, non ci balena neanche il sopsetto  che il pproblema è su dove abbiamo costruito, su quali basi e su quali regole. Ci siamo arrabbiati sulle opzione che ci hanno presentate , ma non erano le migliori, erano avvelenate, per il guadagno ed il predominio di pochi, per l’idea di un bene e di una Europa e di un mondo globale, una realtà globale. Ci hanno sviato, hanno sviato la nostra attenzione e lo faranno ancora, siamo troppo prevedibili.  Ci accontentiamo.  (VietatoParlare.it)

Ma ecco l’articolo:

fonte: http://www.presseurop.eu/ articolo di  John Waters

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Gaillimh, Ireland. Picture by LaetiBobo

L’altra mattina sul sito dell’Irish Times un link pubblicitario ha attirato la mia attenzione: “L’euro starà anche per disintegrarsi, ma ciò non significa che non se ne possa trarre qualche vantaggio”. Il tono di quell’affermazione perentoria, così antitetica alla compassione che di norma si dovrebbe accompagnare a queste faccende, mi ha indotto a cliccarci sopra.

È saltato fuori che si trattava della pubblicità di un sito che offre newsletter quotidiane di aggiornamento sugli investimenti, con informazioni e “soltanto le notizie da cui si può trarre profitto”. Promette a chi si abbona di ricevere dritte da insider sugli sviluppi più immediati della crisi dell’euro. L’incombente “punto di flesso” – il momento di inversione in corrispondenza del quale i mercati si ribalteranno – potrebbe fornire agli iniziati opportunità di “profitti straordinari”. Vengano signori! Vengano!

Nel mio caso, alla lettura  della pubblicità si è accompagnata una strana e imbarazzante sensazione: mi sono reso conto non soltanto che gli affari continuano malgrado il disastro in corso, ma anche che il disastro stesso offre possibilità di lucro ad alcuni. Non ci aspetterebbe mai di leggere cose simili nelle pagine dei commenti o delle lettere di un giornale, eppure eccola lì, invece, indirizzata al medesimo pubblico di lettori: l’idea di mercati “dalle zanne e dagli artigli insanguinati”.

In prima pagina sull’edizione cartacea dell’Irish Times di quel medesimo giorno c’era un articolo intitolato “L’Europa vuole esaminare minuziosamente l’Irlanda anche molto dopo il bailout”. Ma che cosa si intende per “Irlanda” in questo caso? Il titolo implica l’esistenza di una comunità normale, che abbia  interessi condivisi: l’idea che alcuni distinti “noi” stiano affrontando una situazione comune a tutti. Questa comunità può includere anche coloro che pensano di “trarre straordinari guadagni” da eventi che precipitano tutti gli altri in un disastro fatale?

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