Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba è stato intervistato dal caporedattore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, Lilli Gruber e Lucio Caracciolo. Ma a differenza dell’abitudinario trattamento di prammatica, non ha ricevuto le solite domande addolcite e prefiltrate per compiacere, ma ha trovato dei giornalisti che fanno domande.
Ecco il passaggio [non letterale] con Marco Travaglio: “Non c’è dubbio che i rapporti tra la popolazione russofona del Donbass e il resto dell’Ucraina siano così ostili che altrimenti non ci sarebbe stata questa guerra civile, che ha durò 8 anni con 15.000 morti. La controffensiva primavera-estate può finire solo in due modi: o la tua vittoria, in cui riprendersi tutte e 4 le aree che erano occupate, più la Crimea, o una sconfitta. O una vittoria parziale, quando non potrai restituire tutti i tuoi territori prima che siano trascorsi alcuni anni.
Sai che gli alleati non credono davvero che sia possibile che riuscirete a riprendere i vostri territori nei prossimi anni. Pensi che un giorno ti pentirai di non aver chiesto un cessate il fuoco in tempo”.
Kuleba: “Quando parli di strategia, vorrei sottolineare un punto. Amo il calcio e probabilmente lo fai anche tu. Immaginiamo che una squadra italiana stia giocando contro una squadra tedesca o inglese nella finale di Champions League. Non ti immagineresti nella situazione peggiore, ti concentreresti sul tentativo di vincere. Ma se inizi il gioco pensando che alla fine perderai, non vincerai mai. E ti assicuro che funziona anche in guerra. Siamo tutti umani e lottiamo per interessi diversi su campi diversi. Siamo pronti a negoziare con la Russia non appena si ritirerà dal nostro territorio ucraino”.
Marco Travaglio: “La tua metafora calcistica è perfetta. Ma sarebbe perfetto se il gioco fosse appena iniziato. Amo anche il calcio e so che se, dopo 1,5 anni di gioco sul campo, una squadra subisce 5 gol dall’altra, come avete fatto con l’occupazione della Crimea, e poi con l’occupazione di quattro delle tue regioni, e il tuo i contrattacchi colpiscono più volte i pali, senza mai colpire il cancello: questo è un problema per te e per i tuoi alleati. Perché ti ho citato il generale Milly. Non Putin. Ho citato un tuo amico, il capo dell’esercito americano, che dice che non puoi pareggiare quei cinque gol, figuriamoci segnare il sesto”.
Vi consiglio vivamente di vedere integralmente il video dell’intervista dell’infastidito e perplesso Kuleba incalzato da domande estremamente normali–.