Alessandro Orsini, sociologo e ricercatore italiano specializzato in terrorismo, attualmente ricopre il ruolo di Professore Associato presso l’Università LUISS. Egli è anche il fondatore e direttore dell’Osservatorio Internazionale sulla Sicurezza presso la stessa università e ha avuto esperienze come visiting fellow presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology. È importante sottolineare che Orsini non ha mai avuto collegamenti con il Cremlino o la Russia.
Nel suo video, Orsini discute l’imminente ottavo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina da parte dell’Italia, una mossa che il governo Meloni starebbe pianificando senza il consenso del Parlamento italiano. La natura esatta delle armi fornite rimane incerta. Orsini, con un tono ironico, mette in discussione la democraticità di questa azione.
Di particolare interesse è la descrizione di come il ministro della Difesa Crosetto avrebbe trovato uno stratagemma per rendere ‘più facile’ l’invio di armi in Ucraina. In sostanza, il video del Prof. Orsini descrive come il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, abbia sfruttato lo scandalo di Chiara Ferragni per gestire controversie interne alla coalizione di governo, in particolare riguardo all’invio di armi in Ucraina. Crosetto ha utilizzato lo scandalo per risolvere problemi con Giuseppe Conte e altri membri del governo, come Matteo Salvini.
Crosetto ha inviato armi in Ucraina con un “gesto fulmineo”, sfruttando lo scandalo Ferragni a suo favore. Il ministro, temendo di dover affrontare discussioni in Parlamento ogni volta che doveva inviare armi, ha optato per un decreto notturno, permettendo al governo Meloni di inviare armi senza chiedere il permesso al Parlamento. Questa mossa è stata descritta come “in perfetto stile antidemocratico”, simile a quello adottato dal precedente governo Draghi.
Il video si concentra anche sulle implicazioni più ampie della guerra in Ucraina e sulle politiche internazionali degli Stati Uniti, in particolare sulle azioni del presidente Biden.
Orsini afferma che gli Stati Uniti, sotto la guida di Biden, hanno promesso 61 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina, attualmente bloccati dal Congresso americano, mentre l’Unione Europea ha promesso altri 50 miliardi di dollari. Il costo mensile della guerra in Ucraina è stimato intorno ai 10 miliardi di dollari, portando il budget totale a 110 miliardi per un periodo di 11 mesi, coincidente con le prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Orsini suggerisce che Biden non desideri affrontare le elezioni con una Ucraina sconfitta, il che potrebbe riflettersi negativamente sulle sue politiche.
Il prof. Orsini è convinto che i paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, non siano interessati a una soluzione pacifica del conflitto tra Russia e Ucraina, ma piuttosto a perpetuare la guerra. Egli sottolinea l’interesse delle società di investimento e di armamenti americane e britanniche nel continuare i conflitti, inclusa la guerra in Ucraina, suggerendo che anche i rappresentanti dei massimi leader di questi paesi potrebbero avere investimenti in tali industrie.
Nel video egli anche i media ufficiali europei, inclusi quelli italiani, per la loro rappresentazione di Biden e della sua amministrazione come promotori di pace, nonostante le sue azioni in Medio Oriente e in Ucraina. Egli afferma che Biden è direttamente responsabile delle morti di civili in Gaza e in Ucraina, citando specificamente il sostegno militare fornito a Israele e l’invio di armamenti in Ucraina.
Proseguendo, Orsini sostiene che dietro figure come Biden si celino interessi di aziende e imprese, principalmente americane e britanniche, che influenzano le politiche globali. Orsini ritiene che il controllo esercitato da entità come il Fondo Monetario Internazionale mantenga i paesi europei in una posizione di dipendenza, costringendoli ad agire contro i propri interessi nazionali.
Orsini nel suo precedente video descriveva una situazione di crisi in Europa, con particolare riferimento all’Italia, dove osserva un aumento della disoccupazione, della crisi immobiliare, delle tasse, dell’inflazione, e una diminuzione delle prestazioni sociali. Questo contesto, secondo Orsini, è aggravato dalla continua fornitura di armi all’Ucraina, nonostante le difficoltà interne.