35 operazioni militari nel mondo con forze armate italiane. 4.462 persone. Missioni serie e quelle non
di Ennio Remondino ( remo contro )
Quattro cacciabombardieri per fare ‘ricognizione’ al costo di un milione di euro a settimana. C’è qualcosa che non funziona. Ma i quattro Tornado del 6° stormo ‘Diavoli Rossi’ di Ghedi sono già in viaggio per la guerra all’Isis, base kuwaitiana di Ahmed Al Jaber. Lo scandalo missioni estere
Quattro cacciabombardieri italiani per fare solo ‘ricognizione’ al costo di almeno un milione di euro a settimana. C’è qualcosa che non funziona. Ma i quattro Tornado del 6° stormo ‘Diavoli Rossi’ di Ghedi sono già praticamente in viaggio per la zona di guerra all’Isis, base kuwaitiana di Ahmed Al Jaber. Disarmati per fare solo ‘Intelligence Surveillance Reconnaissance’ dicono. Non convince la sproporzione militare-economica di caccia ridotti a fare da ricognitori. Sospetto di escalation a tappe in questa nuova guerra americana priva di autorizzazione politica e di spesa del Parlamento.
Parlamento che ha solo approvato in agosto, la fornitura di armi ai combattenti curdi. a decisione di inviare 280 soldati, aerei, un’aereo-cisterna, e droni, e via via a salire, il governo ha solo informato le commissioni Difesa il 16 ottobre, senza nessun voto in aula e senza nessuna autorizzazione di spesa. Placet parlamentare non necessario? Si litiga. Certo è che tra l’invio di armi ai curdi votato in agosto e l’invio di caccia bombardieri non avallato da nessuno, passa una certa differenza e qualche perplessità. Oggi abbiamo deciso di ficcare il naso su tutto il pasticcio delle missioni internazionali.
Sono 35 le operazioni militari nel mondo che vedono impegnate le forze armate italiane. 4.462 uomini e donne impegnati in Nord Africa, Medio Oriente, Asia e Balcani. Italia in divisa che fa a sua volta i conti con la crisi: presenza in calo rispetto al 2013 e al primo semestre del 2014. Ma meglio si potrebbe fare vista la frammentazione poco credibile di certe missioni. Una in Marocco, nata nel 1991, o la Somalia dal 2010, fino al Pakistan dove l’assurdo Onu ‘osserva’ India e Pakistan dal 1949. Italia presente al valico di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l’Egitto con un solo militare.
Nei Balcani gli assurdi sommano Nazioni unite e Unione europea. In Bosnia Herzegovina -guerra finita nel 1995- Operazione UeALTHEA. In Kosovo la inquisita EULEX e KFOR-Nato. Balcani occidentali e in Georgia è attiva la Missione EUMM. Tornando all’antiquariato, a Cipro dal 1964 c’è la UNFICYP. A Malta la MICCD che si occupa di difesa. Arriviamo in Africa: EUCAP NESTOR nel Corno; in Somalia EUTM e MIADIT; nel Darfur UNAMID; in Mali MINUSMA e EUTM; in Sud Sudan UNMISS; in Niger EUCAP Sahel e in Repubblica Centrafrica un’altra EUFOR. Dal 2008 la Marina partecipa alle operazioni Atalanta (Ue) e Ocean Shield (Nato) contro la pirateria somala.
C’è EUTM Somalia che però ha sede in Uganda. In Egitto l’MFO per la pace con Israele, sempre in Egitto in Libia vigiliamo la frontiere con EUBAM. Concludiamo con le missioni ‘top’ per uomini e mezzi. UNIFIL in Libano. Sempre in Medio Oriente, task force aerea negli Emirati Arabi, un avamposto in Cisgiordania a Hebron, task force aerea in Iraq e alcuni ufficiali nella Middle East-UNTSO. In Afghanistan il contingente verso ‘fine missione’ ora sotto le 2mila unità.
Ma quanto ci costa tutto questo? Un decreto legge del 23 luglio scorso ha stanziato 446 milioni di euro per il secondo semestre 2014. Primo semestre 2014, 619 milioni. Si taglia. Riduzione del personale: 2014 da 4.725 a 4.178 unità. Riduzione di spesa delle missioni per Afghanistan, Libano, Balcani. Ma non solo tagli come apprendiamo oggi sulle decisioni non ancora ‘ufficiali’ prese dal governo per la guerra contro lo Stato Islamico in Iraq. Sapete quanto costa un’ora di volo di uno dei 4 Tornado che pare stiano già volando verso l’Iraq? Un goccio meno di 18 mila euro/ora. Armi escluse.
di Ennio Remondino
Tra beffa e scemenza inganno dei Tornado ‘ricognitori’ in Iraq