Marcia per la vita. Nel bene e nel male Trump fa quello che gli conviene… lo dice la politica
I redattori di Donald Trump hanno davvero tirato fuori tutto il loro rigore retorico nel preparare il discorso che Donald Trump ha pronunciato venerdì alla Marcia per la Vita ‘March for Life’ di Washington DC. Sentirlo parlare della “maestà della creazione di Dio” e dello “splendore che si irradia da ogni anima umana” e di “tutte le benedizioni che verranno dalla bellezza, talento, scopo , nobiltà e grazia di ogni bambino americano ” non si riconosce più. E’ tutto giusto ed ammirabile: “Ogni bambino è un dono prezioso e sacro di Dio. Insieme dobbiamo proteggere, amare e difendere la dignità e la santità di ogni vita umana” ma allora se pensa veramente questo perchè continua far soffrire e morire migliaia di bambini in Siria, in Iran e nello Yemen?
Se giudichiamo da questo punto di vista, è palese come Trump segua le lobby della guerra e del profitto senza fine, fino ad appropriarsi anche di ciò che non gli appartiene (ricordate il ‘a me piace il petrolio’ con cui ha giustificato la sottrazione dei pozzi petroliferi in Siria?) Ciononostante – anche se ci si deve tappare il naso nel dirlo – in tema anti-abortivo, Trump ha il merito di aver firmato un ordine esecutivo – “Mexico City Policy” – che ha bloccato i finanziamenti del governo federale alle organizzazioni non governative internazionali che all’estero praticano o diffondono l’interruzione di gravidanza.
Però anche in questo caso sembra che Trump sul tema sia stato abbastanza ondivago. In un articolo di il Post infatti si legge:
In passato Trump aveva posizioni favorevoli all’aborto: lo disse chiaramente in un’intervista del 1999, anche se poi nel 2011 disse di aver cambiato idea. Durante la campagna elettorale ha cambiato posizione più volte sull’argomento con varie dichiarazioni contraddittorie. Prima ha detto che l’aborto andrebbe reso illegale e che le donne che scelgono di interrompere una gravidanza andrebbero punite, poi ha ritrattato dicendo che solo i medici che praticano l’interruzione di gravidanza dovrebbero essere puniti. La posizione principale del suo programma sull’aborto comunque era che la legalità della procedura dovesse essere stabilita dai singoli stati, così come le eventuali pene per chi la pratica. Chi invece ha da sempre avuto posizioni antiabortiste è il vicepresidente Mike Pence, che come governatore dell’Indiana ha fatto approvare molte leggi di limitazione alle interruzioni di gravidanza e come deputato ha proposto molte leggi che avrebbero cancellato i fondi federali alle organizzazioni che permettono alle donne di abortire.
E allo stesso modo ‘ondivago’ è stato anche nei confronti delle madri (ovvero delle donne), come è stato spesso ripreso da varie fonti, tra cui Repubblica.
Che dire? Se questo è il panorama della politica americana, in tema di aborto va anche bene che un presidente – sinceramente o meno -, abbracci la causa pro-Life. Ma Trump ormai fa solo quello che gli permette di raccogliere consenso per le prossime elezioni. Infatti, è ben consapevole che la maggioranza degli americani è contro l’aborto.
@vietatoparlare